cap.2

708 42 4
                                    

Erano passati pochi giorni dal mio incontro con All Might.

Kacchan oggi ci è andato giù più pesante del solito. Penso mi abbia rotto un braccio.

Ma questa volta sono riuscito a scappare.

Ora sto correndo per la via principale della città, con loro alle spalle. Mi tengo il braccio sinistro con l'altra mano, fa male. Ma non posso fermarmi a piangere o chiedere aiuto. Mi prenderebbero. E non so questa vota come andrà a finire.

Mi volto e li vedo fermi che mi guardano come se fossi pazzo.

Oh... l'ho fatto apposta. Sono corso verso la parte più malfamata della città, dove bazzicano i cattivi. Sempre meglio trovarsi qui che con loro. Qui nessuno ha motivo di farmi del male. Loro lo hanno eccome, invece.

Contino a correre ancora per un po', non sia mai che Kacchan prenda coraggio e mi segua.

Svolto in un vicolo buio e mi nascondo dietro un cassonetto.

Mi metto la mano destra sulla bocca per non rischiare di emettere alcun suono che mi faccia scoprire e mi metto a piangere.

L'adrenalina che avevo in corpo fino a un secondo fa si è volatilizzata e ora sento male a tutto. Il braccio fa un male cane. Ho la maglietta bruciacchiata e il busto mi brucia un sacco, le gambe sono ancora in tensione per lo sforzo e mi si sono aperti i tagli sulle braccia.

Piango, ma senza far rumore. Se mi trovassero questa volta sarei veramente morto, nel senso letterale del termine.

Oddio, dei passi. Si avvicinano. Porto le gambe al petto e mi proteggo la nuca con il braccio sano. In modo che non si veda che sono ferito.

Si sta avvicinando. Fa che non mi trovi. Fa che non sia lui, ti prego.

Un'ombra si abbatte su di me. I passi si fermano.

Dio, questa volta sono spacciato. Tremo come una foglia e sono messo male. È la sua combinazione preferita. Ti prego. Ti supplico...

Ma non succede nulla. Passano i secondi, i minuti, ma non succede proprio nulla.

E poi una voce. Non la riconosco. È fredda. Maschile.

"Che ci fai qui moccioso? Cos'è... hai fatto una scommessa con i tuoi amichetti su quanto resisti in questo posto spaventoso? È pericolosa questa zona, sai? Girano i criminali."

"M-mi dispiace signore, m-mi scusi. N-non mi faccia del male, la prego. N-non mi faccia tornare indietro." Tremo come una foglia secca. Non riesco a controllarmi.

"Sai che sei maleducato ragazzino. La mamma non ti ha insegnato che si guarda la gente in faccia quando si parla?" Non è una vera sgridata, mi sta prendendo in giro.

Abbasso il braccio e alzo la testa, ma non alzo ancora gli occhi.

Spero che non mi faccia del male. Spero che abbia pietà di me. Un ragazzino rannicchiato a terra in lacrime con un braccio molle, lividi ovunque e le maniche che si iniziano a tingere di cremisi.

Silenzio. Sento i suoi occhi su di me, fissi, penetranti.

Sembra un'eternità.

"Come ti sei ridotto così, moccioso?"

"I-i miei amici, signore. N-non si preoccupi, non è niente." Non è vero che non è niente! Sto male, malissimo, ma non posso fidarmi di uno sconosciuto, soprattutto se incontrato qui. Devo andarmene.

"Perché i tuoi amici ti hanno ridotto così? Li hai provocati?"

"N-no signore. M-mi scusi per il disturbo, m-ma devo tornare a casa."

Qualcosa è andato storto...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora