cap.16

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Oggi è il 24 dicembre.

È passato un anno e mezzo da quando sono con Dabi e circa due mesi da quando ho salvato Eri.

La piccola si è affezionata tantissimo a me e io a lei.

All'inizio mi seguiva come un cagnolino spaventato, ma ora riesce a stare per un po' da sola anche con Toga e Kurogiri. Di Dabi non si fida ancora moltissimo, ma ci va d'accordo, mentre Tomura sembra odiarla, ma so che sotto sotto si sono affezionati un pochino anche loro.

Eri ha un quirk straordinariamente potente ma, non avendolo mai allenato, era difficile da gestire e pericoloso.

La stiamo aiutando e ora sta facendo molti progressi grazie ai preziosi consigli di All for One.

Ha iniziato ad allenarsi dopo poche settimane che stava con me. Io mi allenavo al solito modo, mentre lei si allenava cercando di liberare il proprio quirk e manipolarlo a proprio piacimento.

Non nego che all'inizio avevo paura che si facesse male, ma con i consigli del Maestro è andata sempre meglio.

Non riesce ancora a controllarsi totalmente, ma sta facendo progressi. Così ho deciso di farle una sorpresa.

Le avrei fatto due regali di Natale.

Il giorno di Natale le avrei fatto trovare accanto al divanoletto, che avevamo comprato circa un mese fa io e Dabi per stare più comodi, un pacco con dentro degli altri libri da colorare, un paio di bambole e degli stikers.

Mentre oggi l'avrei portata alla fiera della città e poi al cinema, come se fosse un appuntamento.

Quella mattina, infatti, avevo lasciato Eri con Himiko, dicendo di renderla il più carina possibile.

La mia vampiretta sapeva tutto il piano ed era contentissima di poter dare una mano.

Io ero rimasto a casa. Quella mattina avevo le ultime faccende da sbrigare per la LOV. Dovevo liquidare un traditore.

Appena terminato il lavoro tornai a casa e mi rilassai per un pochino guardando un vecchio film.

Verso le 16 mi feci una doccia e mi sistemai la tinta. Mi coprii le lentiggini e le cicatrici e mi vestii in modo elegante ma non vistoso.

Scarpe da ginnastica nere, jeans scuri, camicia bianca e giacca invernale lunga e scura con sciarpa grigia al collo.

Un'ultima ravvivata ai capelli castani e uscii dal bagno che si erano fatte le 17.30.

Dabi era sul divano. Era appena tornato dalla base.

"Come sto?" Chiesi.

Lui si girò a guardarmi e subito alzò un sopracciglio.

"Vai vestito così a una festa in città con una bambina di cinque anni. Cos'è, vuoi rimorchiare le giovani madri single?" Disse scherzoso.

"Smettila, cretino. Voglio che sembri un vero appuntamento. Voglio che Eri si senta speciale oggi e voglio vedere per la prima volta un sorriso sul suo visino.

Mi dispiace solo che tu, per ovvi motivi, non possa venire."

"Oh, non preoccuparti. Tanto ho sempre odiato la festa in città, anche quando ero piccolo."

"Va bene, allora passo a prendere un mazzo di fiori e vado. Torneremo a casa per mezzanotte. Non aspettarci sveglio."

"E chi lo avrebbe fatto." Sbuffò.

Ma sapevo che comunque lui sarebbe rimasto sveglio anche tutta la notte, aspettando di sentire la serratura scattare e il famigliare cigolio del divanoletto che si apriva.

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