cap.19

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Il tempo passa svelto, qui alla LOV. C'è sempre qualcosa da fare. Aggiungendo il fatto che devo anche prendermi cura del mio angioletto.

Ormai siamo a febbraio, il giorno prima di una missione importantissima per l'associazione.

Visto che molti eroi saranno all'esame d'ingresso della UA per giudicare le nuove reclute ci saranno alcune agenzie scoperte.

Dopo mesi di inattività ci organizzeremo in gruppi e attaccheremo, prendendo più informazioni possibili.

Ma tutto questo succederà domani.

Oggi ci hanno dato la mattina libera per rilassarci e sistemare le nostre ultime faccende personali.

Dabi è uscito a comprare delle nuove lenti a contatto e della tinta.

Io sono sul divano a guardare i cartoni con la mia cucciolotta.

Stavo pensando alla UA. A come volessi diventare un eroe, una volta. A come sia cambiata la mia vita, ma soprattutto mi era sorto un dubbio.

Se fossi stato scoperto, come l'avrebbe presa Eri? Era veramente consapevole che io non fossi dalla parte dei buoni? Che noi tutti non fossimo dalla parte degli hero?

Ormai è poco meno di un anno e mezzo che è con noi. Spero che se ne sia resa conto, ma decido di chiederglielo. Non vorrei che odiasse gli Hero o i Villain solo per le nostre idee. Quando sarà abbastanza grande deciderà da sola chi odiare e chi no. Vorrei solo che non diventasse per forza una Villain per causa mia.

"Hey, tesoro, possiamo parlare?"

"Certo, papà." Dice girandosi.

La prendo in braccio e la appoggio sulle mie ginocchia, in modo da guardarci bene negli occhi. Per avere solo sei anni, compiuti da poco, era una bambina molto intelligente.

"Vorrei parlarti per sapere se sai certe cose."

La piccola annuì.

"Come sai io, lo zio Dabi e la zia Himiko facciamo parte della League of Villains. Avrai già capito che non lavoriamo con degli eroi. Io e gli altri non potremo mai essere degli hero, anche se inizierò ad andare in una scuola per eroi."

La piccola non cambia espressione. Sposta la testolina su un lato e mi osserva.

"Avete fatto cose cattive?"

"Sì, tesoro. Abbiamo fatto cose cattive e dovremmo farne ancora. Come ti ho detto non siamo degli eroi. Non hai paura, vero?"

"Perché dovrei avere paura del papà e degli zii? Non mi avete mai fatto male. Neanche il signor Shigaraki o il signor Kurogiri." Si avvicinò al mio orecchio e mi disse piano. "Quando il signor Shigaraki non lo vede il signor Kurogiri mi da delle caramelle e mi aiuta con i compiti che mi dai, papà."

"Visto che sai che siamo dei villain non hai mai voluto che un hero venisse a salvarti?"

"Perché? Non ho mai voluto che un hero venisse a salvarmi. Quando ero con Kai speravo che qualcuno venisse a salvarmi e sei arrivato tu, papà. Tu sei il mio eroe. Sono tanto felice con voi. Non voglio che qualcuno mi porti via dal mio papà."

Si lancia in avanti e mi avvolge il collo con le sue braccia, poi inizia a piangere.

"Non voglio. Voglio stare con il mio papà." Continua a ripetere tra le lacrime.

"Nessuno ti porterà via, te lo prometto. Ma se un giorno gli eroi dovessero catturarmi tu dovrai rimanere al sicuro con lo zio Dabi o la zia Himiko. Promettimi che non verrai a cercarmi."

"No, papà. Non voglio."

"Eri. Guardami. Sono un villain. Un giorno potrebbe succedere che mi catturino. Ma tu dovrai rimanere al sicuro. Non potrei sopportare l'idea di saperti in pericolo.

Voglio che tu stia lontana dai guai. La LOV ti proteggerà, ma tu devi promettermi che scapperai appena vedrai che la situazione si mette male e dovrai obbedire sempre a quello che ti dicono gli zii."

Le asciugai gli occhietti e le presi il visino tra le mani.

"Ma il papà non vuole lasciare Eri, vero?" Quegli occhietti lucidi e quel nasino arrossato mi facevano una tenerezza infinita.

"No, tesoro mio. Non voglio lasciarti per nulla al mondo. Ma la vita da villain è così. Non sai mai quando un hero può catturarti e metterti in cella. Voglio solo che il mio angioletto stia bene."

"Quindi papà starà qui?" Chiese tirando su col naso.

"Sì, Eri. Fino a quando avrò la forza di combattere." Le dissi guardandola negli occhi.

Lei mi saltò di nuovo al collo e si spalmò contro il mio torace.

"Il papà non deve andare via. Una persona che fa del male al papà o agli zii non è una persona buona."

Il tempo passava, Eri si era quasi addormentata addosso a me. Continuavo ad accarezzarle piano i capelli e a baciarle piano la testa.

"Ti voglio bene, papà." Strofinò il naso sul mio collo e fu solo un sussurro, ma lo sentii benissimo nel silenzio del salotto.

"Anche io, tesoro. Anche io. Ma ora fammi un bel sorriso. Non mi piace vederti triste."

Lei si scostò e mi fece un gran sorriso mentre io le diedi un bacino sul naso.

In quel momento la porta si aprì ed entrò Dabi con una borsa in mano.

"Ciao zio!" Urlò la piccola prima di scendere dalle mie gambe e saltargli in braccio.

"Ciao, piccoletta."

Andai verso di loro e presi la borsa dalle mani del mio fratellone.

"Vai a preparare Eri, per favore. Io vado a cucinare, poi andiamo alla base." Dissi.

E così facemmo. Dopo pranzo eravamo nel bar della LOV per ripassare dettagliatamente il piano.

Eri sarebbe rimasta con Kurogiri il giorno dell'attacco, visto che noi tre eravamo tutti coinvolti.

"Allora." Iniziò Shigaraki più serio del solito. "Ci saranno tre squadre. Io sarò al comando della squadra 1 e attaccheremo l'agenzia di Ingenium, che sarà a vedere il fratello.

Dabi comanderà la squadra 2 e attaccheranno l'agenzia di Best Jeanist. Hito comanderà la terza squadra. Attaccherete l'agenzia di Edgeshot.

Membri della squadra 3. Ricordatevi che sul campo dovrete chiamare il vostro capo Hebi." Disse convinto.

"Oh, su Shigaraki. Ci prendi per scemi? È ormai due anni che in missione lo chiamiamo con il suo nome in codice. Non preoccuparti." Borbottò Himiko.

"La prudenza non è mai troppa, Toga." Rispose fulminandola con lo sguardo.

"Chi non è stato chiamato in nessuno dei tre gruppi dovrà rimanere pronto in caso ci sia bisogno di supporto a una delle squadre.

L'obbiettivo sono le informazioni nelle agenzie. Non perdete di vista l'obbiettivo e tornate tutti a casa sani e salvi.

Domani mattina alle otto attaccheremo. Non fatevi trovare impreparati. Ora andate a riposarvi."

Mi aveva sorpreso. Non pensavo che Tomura riuscisse a fare dei discorsi così incoraggianti.

Domani ce l'avremmo messa tutta e saremmo tornati vittoriosi.

La maggior parte di coloro che erano in prima linea nella missione rimasero alla base e passarono lì la notte. Compresi io, Eri e Dabi. Avevamo portato una borsa con i cambi.

Io, Eri e Himiko avremmo dormito nella sua stanza. Avrei dormito per terra su un tappeto, ma mi andava bene così. Dabi avrebbe dormito probabilmente su uno dei divani.

La serata passò tranquilla. L'adrenalina era palpabile nell'aria. Tutti aspettavamo il sorgere del sole.

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