Per il terzo giorno a Milano, Damien ed Elia si decisero di chiamare Logan e dire che, se aveva del tempo, potevano fare qualcosa assieme. Proprio come aveva detto Chris si era offerto volontario lui per andare a prenderli e assieme erano andati a pranzare fuori -si era anche offerto gentilmente di pagare lui- e poi li aveva portati a fare un giro.
Era stato contento di vedere Elia, la prima e anche ultima volta che l'aveva visto ricordava che non era in perfetta forma, invece quel giorno era più attivo che mai. Damien era sempre il solito Damien, solo con un po' più voglia di vivere e divertirsi rispetto. Fu il moro a proporre di andare a visitare il Duomo, anche se loro due l'avevano già visto Elia non c'era mai stato. Con l'auto sarebbe stato più semplice raggiungerlo. Anche in quel caso aveva voluto pagare Logan, nonostante i due ragazzi si fossero opposti tante volte. Erano arrivati quasi a litigare, ma alla fine ringraziarono e si promisero che avrebbero dovuto ricambiare il favore, anche se effettivamente non sapevano quando si sarebbero rivisti ancora. Sapevano per certo che ci sarebbe stato per il battesimo dei bambini, niente di più.
A visita terminata, Elia aveva avuto voglia di tornare indietro e fare altre fotografie a qualcosa che magari aveva dimenticato -Damien gli aveva detto che aveva riempito la memoria di entrambi i telefono fra foto e video, ma lui non ne era ancora contento.
«Ancora grazie per tutto, Logan.» disse Elia quando salirono in auto. Aveva iniziato a piovere e il maggiore aveva deciso di tornare a casa, aveva detto che se non avevano voglia di stare da soli poteva ospitarli lui per la cena, invece di andare a spendere altri soldi nei ristoranti.
«State scherzando? Per me è stato un piacere.» evitò di dire che ci stava rimanendo male quando, dopo due giorni, non lo avevano ancora chiamato.
«Ti abbiamo spennato!» disse Damien facendolo ridere.
«Sì, beh, poi ne riparleremo un altro giorno.» scherzò Logan. Non lo aveva costretto nessuno a farlo, aveva deciso di sua spontanea volontà di offrire tutto ai due ragazzi, perché per quanto Damien per diciotto anni non aveva mostrato il minimo interesse nei suoi confronti -probabilmente solo odio, come per il resto- e non conosceva benissimo Elia si era affezionato molto a entrambi, e si disse che non ci sarebbe stato niente di male a offrire qualcosa a due amici, anche se come aveva detto Damien lo avevano "spennato", perché comunque non era cosa di tutti i giorni.
«Se proprio volete ricambiare in qualche modo potete cucinare voi questa sera, perché le cose che so fare io sono davvero limitate. Passiamo al supermercato e facciamo un po' di spesa. Ok?»
«Il tuo portafogli non sta piangendo, oggi?» chiese Elia, affacciandosi dai sedili posteriori, mentre Logan metteva in moto.
«Un po'. Ma hey, ragazzi, una volta ogni tanto bisogna pur spenderli i soldi. Insomma, mica si lavora per appenderli e fissarli quando non si ha nulla da fare!»
«Uhm. Questo è pure vero.» Damien era d'accordo. Poi decise di cambiare discorso vedendo che nessuno stava più parlando.
«Mio fratello aspetta te per il lancio del piercing.»
Elia li guardò alzando un sopracciglio
«Che?»
Logan rise.
«Come, non lo sai? Non gli avete raccontato la storia?»
Damien scosse la testa ma Logan era concentrato sulla strada.
«Non ho mai avuto l'occasione. Puoi farlo tu adesso però, se ti va.»
Elia era molto curioso.
«Va bene. Allora, correva l'anno... ehm... non mi ricordo con esattezza l'anno, ma ricordo che in quel periodo eravamo davvero degli idioti patentati. Hai presente i ragazzi di qualche anno fa, vestiti larghi, occhiali da sole anche con la pioggia e capelli sparati in aria da chili e chili di gel? Ecco, noi eravamo così, sempre con la nostra bottiglia di birra in mano perché faceva figo, una ragazza qualsiasi accanto e una sigaretta nell'altra mano -anche se quelle che usavamo noi non erano proprio sigarette, ma ci siamo capiti, no?»
Elia guardò ancora una volta Damien, che alzò le spalle e lo guardò come per dire: "non ti sembra vero ma lo è".
«Non sto qui a dirti tutte le cavolate che abbiamo fatto assieme, davvero, ci vorrebbe un giorno intero e non basterebbe comunque. Ti dirò direttamente cosa accade quel giorno: i suoi genitori e Lydia erano usciti -Damien come al solito aveva deciso di rimanere a casa, non usciva mai, davvero- quindi Chris invitò me e qualche altro amico per una mangiata. Quella sera abbiamo bevuto, abbiamo fumato, abbiamo vomitato ovunque ma nessuno ha toccato cibo. Eravamo ubriachi persi, non ricordavamo neanche i nostri nomi, e se non fosse stato che Chris lascia sempre la videocamera accesa, nessuno avrebbe saputo niente riguardo quella sera.»
Damien intanto annuiva a quello che diceva Logan, avendo visto lui stesso il video sapeva che aveva ragione, che avevano fatto diventare la casa un inferno.
«Uno dei nostri amici da giorni progettava di farsi un piercing, l'aveva comprato e conservato nel portafogli per utilizzarlo in futuro, ma, sorpresona, quel nostro amico non si fece mai il piercing. Prese un ago per cucire di Sarah...»
«Oddio.» disse Elia capendo già cosa stava per dire, ma lasciò proseguire Logan.
«Esatto. Senza ghiaccio né anestesia, ovviamente, iniziò a fare il buco al sopracciglio di tuo cognato. C'era sangue ovunque, cazzo. Chris rideva e piangeva per il dolore, urlava e si muoveva rischiando di farsi bucare anche un occhio. A un certo punto del video si vede che entra Damien, ci guarda uno a uno con la sua solita espressione schifata, si sofferma sul fratello, scuote la testa e poi se ne va, e neanche fatto a pista il video si conclude lì, quindi non saprei dirti il seguito. Ma il giorno dopo, quando Chris notò il piercing al sopracciglio -stranamente non aveva fatto infezione- decise di non toglierlo, promettendo che l'avrebbe fatto solo una volta maturato. Quando sarebbe cresciuto di testa, ecco. Se devi essere sincero sul momento ho pensato che l'avrebbe tenuto fino alla vecchiaia, ma poi vedevo come si comportava con i fratelli, sopratutto con Dam, e cambiavo opinione. Quando mi ha detto che Georgie aspettava un figlio e che l'avrebbero tenuto... beh, lì mi son detto che quella era la volta buona per toglierlo.»
«Oddio.» ripeté Elia sconvolto. Stava per chiedere se stavano ancora parlando dello stesso Chris, ma più di una volta lui stesso aveva detto che da giovane non era così maturo e responsabile, quindi evitò di farla. Certo che però non se lo era immaginato così tanto stupido e immaturo!
«Il prossimo che avrà quel piercing ovviamente non lo metterà- dovrà fare la sua stessa cosa quando maturerà veramente.»
«Adesso anche tu conosci veramente mio fratello. O almeno il vecchio mio fratello.» gli strizzò una guancia con due dita e poi si girò a guardare la strada davanti sé.Da quando il giorno prima Angel aveva visto i suoi genitori, il suo umore non era dei migliori. Quando i due erano usciti dalla porta lui aveva lanciato due bicchieri contro di essa e su erano rotti, ridotti a piccole schegge sul pavimento. Quello però era stato il suo unico sfogo, dopodiché non aveva né pianto né urlato, ma aveva accettato di farsi abbracciare da Mark, ritenendosi anche molto fortunato. Probabilmente non lo avrebbe abbracciato mai più davanti ad altre persone.
«Papà?» il piccolo Marvin si sedette sulle sue gambe in posizione fetale, Angel gli mise un braccio dietro la schiena e uno sulla pancia, intrecciando le dita fra di loro.
«Che cosa succede, Marvin?» gli chiese.
«Io so cosa può farti stare bene.» disse ridacchiando.
«Ma io sto benissimo.» mentì. I suoi problemi non doveva trasmetterli al figlio.
«Papà, io so che tu stai male perché ieri sera sei andato a letto senza venire a darmi la buonanotte, e lo fai sempre quando ti succede qualcosa di brutto!» Marvin strinse le sue braccia al collo del padre, che non si aspettava una risposta del genere.
«Va bene, piccolo, forse non sono stato benissimo ma non è nulla di cui ti devi preoccupare. Chiaro?»
«Il problema di voi grandi è che non siete più bambini. I bambini sanno mentire molto meglio di voi. Tipo ieri io non ho fatto tutti i compiti.»
«Che cosa? Ma ave...»
«Visto? Ti ho appena mentito e ci hai creduto. Ma tu non sai mentire. No.»
In quel momento quasi Angel si pentì di averlo fatto crescere così intelligente, quel bambino.
Non riuscì a rispondere.
«Però so come farti stare di nuovo bene.» ripeté Marvin contento di poter aiutare il padre. Tutti lì dentro erano curiosi di sapere il suo rimedio, Julian era convinto stesse per dire di guardare "300" assieme a lui.
«Puoi baciare Mark!» disse invece con fin troppo entusiasmo. Angel e il biondo sgranarono gli occhi e si guardarono. A meno che non l'avesse fatto uno dei suoi genitori o Martina, loro non avevano ancora detto a Marvin che fra i due c'era una relazione.
«Che cosa?»
«Mark sarà il mio secondo papà. È vero?» chiese improvvisamente, c'era tanta di quella gioia nei suoi occhi azzurri!
«Che cosa?» Angel era stato colto di sorpresa.
«Sì, papà. Mi avevi detto che io avrò due papà. Lui sarà il secondo?»
Angel sperava nell'aiuto di qualcuno, magari proprio di Mark, ma questo non arrivò.
«E smettetela di dire che siete amici: non sapete mentire. Giovanni è l'amichetto del cuore del mio papà ma non si sono mai baciati sulla bocca e non hanno mai dormito assieme!»
Mark guardava il bambino con la bocca semiaperta ma non disse una parola.
«Marvin, esattamente quando è che ci hai visti?» chiese Angel. Doveva per forza fare tutto da solo.
Il bambino rise e poi lo fissò con un sorrisino perfido. Non rispose. Scese dalle gambe del padre, ancora interdetto, e andò a sedersi accanto Martina, con il suo sorrisino stampato sul viso. Alzò le spalle.
«Non sapete mentire e non sapete riconoscere una bugia.» prese una caramella soddisfatto di se stesso e la mangiò, sotto gli sguardi scioccati di tutti.
Aveva mentito. Non aveva visto nessun bacio, ma aveva avuto la conferma alla sua domanda. Quel bambino era un piccolo genio. Quel bambino, di soltanto nove anni, aveva appena fregato due uomini di quarant'anni ciascuno.☆☆
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LONELY 2
Teen Fiction{Copertina realizzata da Alex_wvrdl} Damien ha soltanto 6 anni quando per la prima volta i suoi compagni lo prendono in giro. Quel piccolo gesto, comune fra tutti i bambini di quell'età ha segnato la sua vita. Da quel giorno tutti ridono di lui, tut...