Erano le 13:35 quando un clacson suonò davanti la porta di Mark. Angel aveva gentilmente chiesto alla babysitter di Marvin se dopo scuola poteva accompagnarlo direttamente in casa del biondo, e così lei aveva fatto.
Quando Angel andò ad aprire la porta Martina lo seguì. Aveva così tanta voglia di conoscere quel bambino che si era pure offerta di andare a prendere lei stessa dalla scuola, ma le era stato fatto notare che Marvin, non conoscendola non si sarebbe avvicinato e lei, non conoscendo il bambino, non avrebbe saputo riconoscerlo in mezzo al resto. Quindi aveva deciso di aspettarlo in casa. Amava i bambini, e aveva sempre desiderato avere un fratello o una sorella. Nulla era certo, ma sperava potesse diventarlo per davvero.
Sceso dalla macchina, Marvin salutò la babysitter e poi corse verso Angel, chiamandolo con la sua vocina squillante.
L'uomo si abbassò per preparasi a prenderlo, e quando arrivò lo sollevò su, togliendogli lo zaino dalle spalle senz preoccuparsi di farlo cadere a terra.
«Pidocchietto!» lo salutò baciandogli una guancia.
Con la manina salutò Martina, che gli sorrideva. Lui volle scendere dalle braccia del padre e si posizionò davanti la ragazza, che dovette abbassarsi per essere alla sua stessa altezza.
«Io sono Marvin. Tu come ti chiami? Sei un'amica del mio papà? Assomigli alla mia vecchia fidanzatina. Però tu sei più grande.»
«Mi chiamo Martina. Dimmi, come era la tua fidanzatina?»
Il bambino ridacchiò e fece spallucce.
«Mi ha lasciato dopo 4 giorni.» indicò il numero con le dita della mano destra.
«Mi dispiace tanto.»
«Adesso la mia fidanzatina è la sua amica. Però lei vuole il mio amico. E il mio amico vuole la mia vecchia fidanzatina.»
Martina stava provando a trattenere le risate, ma Angel non poteva stare serio di fronte a quei discorsi.
«Storie d'amore complicate.» si abbassò per prendere lo zaino di Marvin e lo mise su una spalla.
Quindi Martina si mise in piedi e afferrò la mano che Marvin aveva teso, e tutti e tre entrarono in cucina, dove Mark stava provando a non far bruciare il sugo che aveva preparato precedentemente Angel. Fino a quel momento nessun rotolo di tovaglioli aveva preso fuoco e in cucina non c'era la solita puzza di bruciato di quando si metteva ai fornelli, questo fu un enorme piacere e soprattutto sorpresa per la figlia e il fidanzato.
Marvin non perse tempo ad associare l'uomo con in mano il mestolo sporco di sugo all'uomo che gli aveva curato la ferita sul braccio -anche perché Angel gli aveva già detto che era un suo amico. Lasciò la mano della ragazza e corse verso Mark, che lanciò il mestolo per afferrare al volo il bambino. Gridò con la sua vocina e gli indicò il braccio come per fargli capire che aveva seguito il suo ordine di non togliere il cerotto.
«Sono stato bravo?» chiese.
Mark non potè non sorridere e annuì, facendo aderire maggiormente il cerotto sul braccio del biondino.
«Bravissimo!»
«Il mio papà dopo non voleva più farmi andare al parco perché aveva paura. È soltanto un taglietto.» iniziò a giocare con i capelli di Mark mandandoglieli davanti agli occhiali.
Angel si sentì osservare dal figlio e da Mark.
«Si è soltanto preoccupato per te.»
«Poi però mi ha fatto andare di nuovo.» i capelli del chirurgo sembravano essere diventati il gioco preferito di Marvin, in quel momento. Aveva iniziato a fargli delle piccole treccine malandate, abituato a farle alle sue compagnette di classe.
«Poi però si è messo a piovere e allora il mio papà mi voleva portare a casa.»
«Iper protettivo!» esclamò Mark.
Angel ridacchiò lanciando una rapida occhiata ai due, poi tornò a mescolare il sugo.
«Sì. Ma poi sono andato a giocare a casa di un mio amico perché la sua mamma e il suo papà gli hanno regalato i soldatini. Sono belli. Però a me non li vuole prendere.»
«Non provare a farmi sentire il cattivo della situazione.» lo ammonì scherzando.
«Sei il cattivo.» disse Mark. Fece avvicinare Marvin in modo che potesse parlargli all'orecchio.
«Hai due occhioni irresistibili, riuscirai a convincerlo.» disse ancora parlando a bassa voce ma in modo che anche Angel sentisse.
Scosse la testa e rise, poi disse a tutti e tre che potevano cominciare a sedersi.✩✩
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LONELY 2
Novela Juvenil{Copertina realizzata da Alex_wvrdl} Damien ha soltanto 6 anni quando per la prima volta i suoi compagni lo prendono in giro. Quel piccolo gesto, comune fra tutti i bambini di quell'età ha segnato la sua vita. Da quel giorno tutti ridono di lui, tut...