Matilde guardò Angel e Mark. Erano seduti vicini e di tanto in tanto si guardavano senza dire niente, sembravano imbarazzati come due adolescenti, forse era per la presenza sua e di suo marito. Pensò che assieme erano molto dolci, e soprattutto che non aveva mai visto il figlio veramente felice come in quel momento. Non era triste o depresso, ma non poteva neanche dire di essere felice, stava soltanto bene, e c'era differenza.
«State assieme da tanto tempo?» chiese. Angel si girò a guardarla.
«Bella domanda.» guardò con la coda dell'occhio Mark, ma lui preferiva tenere la testa bassa e giocare con le briciole dei biscotti sparse sul tavolo.
Ancora una volta, doveva essere Angel a rispondere.
«Ora da pochi giorni, ma siamo stati assieme per tre anni.»
Matilde avrebbe voluto sapere molto di più, ma se Angel non aveva detto nient'altro allora doveva esserci una ragione.
Mark lo ringraziò silenziosamente.
«Mio padre è stato il tuo unico fidanzato?» chiese Martina rubando le parole di bocca a Julian, che annuì come per far capire che anche lui voleva sapere la stessa cosa.
«Da ragazzo. A vent'anni ho avuto la mia prima storia durata un anno e 7 mesi. Però io non ero ancora pronto per una relazione duratura, e in più lavoravo quindi, anche volendo, non potevo dargli le giuste attenzioni. Ho preferito lasciarlo piuttosto che fargli credere che l'amavo e trascurarlo.»
«Lo hai preso in giro per un anno e 7 mesi...» disse Mark, che stranamente non stava mostrando segni di gelosia. Forse lo stava soltanto nascondendo.
«L'ho amato davvero, soltanto l'ultimo mese... a ogni modo, nella mia vita ho avuto soltanto due relazioni, per il resto, ho amato ma non è stato ricambiato.»
«Oh, povero cucciolo. Come possono le persone non amarti? Sei di una tale bellezza!» se Mark tendeva a non dire niente lei non si teneva nulla dentro.
«Grazie. Ancora oggi è il mio migliore amico. Ricordate, ve l'avevo già accennato.» disse.
Julian annuì.
«Sì, quando hai parlato dei tuoi... genitori.»
«Esatto.» Angel ricordava perfettamente il giorno in cui aveva detto a Giovanni, il suo migliore amico, quello che provava veramente per lui, e ricordava ancora il suo rifiuto, e non poteva assolutamente dimenticare quello che era avvenuto dopo.
«Quello stesso giorno stavo per lanciarmi da un ponte.» ancora una volta non sapeva il perché di quello sfogo improvviso. Non voleva mettersi in mostra e non voleva raccontare a tutti i suoi problemi, anzi, con le persone che non conosceva preferiva mantenere un certo distaccamento, forse era la presenza di Mark che lo spingeva a parlare.
«Gesù...» esclamò Matilde cercando disperatamente lo sguardo dal figlio, ma lui era impegnato a fissare Angel con altrettanto sguardo scioccato. Matilde pensò che sicuramente glielo aveva già detto in passato, ma il modo in cui lo aveva annunciato in quel momento non era il più adatto.
«E perché non l'hai più fatto?» chiese Julian, ma si accorse che avrebbero potuto fraintendere e si corresse subito:
«Voglio dire, cosa ti ha fatto cambiare... idea?»
«Oh, non avevo cambiato idea, sono stato salvato.» rispose lui.
«Dal tuo amico?»
«No. No, non è stato lui. Un altro ragazzo, che non avevo mai visto in vita mia. Non l'ho visto correre, non l'ho visto arrivare... mi sono soltanto trovato a rotolare a terra con lui addosso.» si sentì molto fuori luogo a ridacchiare pensando a quella scena. Non che ci fosse realmente qualcosa di divertente!
«Poi abbiamo passato un po' di tempo assieme... ma non mi ha detto il suo nome.»
Accanto a lui, Mark si stava mordicchiando le unghie pensieroso, aveva smesso di ascoltare le parole di Angel e aveva cominciato a vagare con la memoria.
Per un momento, Angel aveva pensato che fosse geloso di quel ragazzo, ma non sembrava affatto turbato o arrabbiato, soltanto distratto. Poi si girò di scatto.
«Il... ragazzo, non ti ha detto il nome, giusto?»
«Sì.» confermò Angel confuso.
«Ti ha detto soltanto il cognome?» chiese ancora. Sentiva il battito del suo cuore accelerato, e per un momento pensò che il fidanzato, che gli stava vicino, riuscisse in qualche modo a sentirlo.
Angel ci pensò un po' su.
«Sì. Ma non ricordo né il cognome né di avertelo detto... del ragazzo, voglio dire.»
«Infatti non me ne hai mai parlato.» appoggiò i gomiti al tavolo e unì le mani in preghiera, mettendole sotto il mento. Tornò a pensare in silenzio. Angel alzò le sopracciglia e lo guardò aspettando che dicesse qualcosa. Come aveva fatto lui a saperlo? Quel giorno era assieme a loro? Ma no, oltre a lui e il ragazzo non c'era nessuno, sicuramente avrebbe ricordato una terza figura.
«E tu...» Mark parlò senza girarsi. La sua schiena venne scossa da brividi. Incrociò le dita fra di loro.
«Hai detto che sei caduto, no? Nella caduta, ti sei ferito un braccio?» proseguì.
Quindi Angel cominciò a pensare che glielo aveva già raccontato in passato, ma lo aveva completamente rimosso. Si era ferito un braccio, anche adesso Mark aveva indovinato, e la cosa che più meravigliava il cuoco era che, anche se faceva delle domande, sembrava sapesse per certo che le risposte erano "sì". Come faceva a saperlo?
Non riuscì a rispondere.
«Davvero non ti ricordi il cognome? Insomma, l'unica cosa che ti ha detto dovresti pur ricordartela. O no?»
«Io... sono passati anni, come faccio a ricordarlo? Prima di oggi avevo praticamente rimosso questo giorno... o meglio, solo la parte del ragazzo. Perché tutte queste domande?»
Mark non prestò attenzione all'ultima domanda.
«Sapresti descriverlo?»
Martina cominciava a preoccuparsi per il comportamento del padre. Credeva che, se non avrebbe ottenuto tutte le risposte di cui aveva bisogno, sarebbe impazzito.
«Forse...»
«Biondo?»
«Sì...»
«E ricordi almeno la prima lettera del cognome?»
Con tutte le sue domande, stava facendo agitare Angel. Poi si bloccò. I genitori di Mark e la figlia li stavano guardando. Era strana, quella situazione. Non capivano il perché di tutte quelle domande e non capivano neanche l'improvviso silenzio di Angel.
«Quindi?» fu Julian a parlare. Aveva sempre odiato i silenzi imbarazzanti.
«E quindi... credo con la F, ma non ne sono sicuro. Io... Giovanni ha conservato il video, e me lo aveva dato... se proprio ci tieni a sapere tutto quanto, posso andare a prenderlo... Dio, mi stai mettendo ansia. Perché vuoi saperlo?»
«Angel sei un idiota! Lasciatelo dire, sei un idiota!» l'ultima parola uscì come un sussurro.
Il castano si prese ancora un momento per pensare. Ma arrivato a questo punto non c'era più niente da pensare: Mark sapeva tutto di quel giorno, anche se lui non gliene aveva mai parlato.Sapeva il colore dei capelli, della ferita e sapeva anche che gli aveva detto soltanto il cognome. Tutte le domande, l'insistenza... tutto. Poi ricordò il cognome e tutto fu molto più chiaro.
Sussurró una parola, "Foster", poi si alzò senza aggiungere altro e salì in camera sua correndo. Mark gli andò dietro.✩✩
![](https://img.wattpad.com/cover/226161565-288-k423262.jpg)
STAI LEGGENDO
LONELY 2
Teen Fiction{Copertina realizzata da Alex_wvrdl} Damien ha soltanto 6 anni quando per la prima volta i suoi compagni lo prendono in giro. Quel piccolo gesto, comune fra tutti i bambini di quell'età ha segnato la sua vita. Da quel giorno tutti ridono di lui, tut...