Damien stava osservando il mare illuminato dalla luna, accanto a lui Elia lo fissava e sorrideva, trovandolo carinissimo con il naso arrossato per il freddo e una sciarpa che gli copriva metà viso. Non sapeva dire con esattezza da quanto tempo se ne stavano lì seduti, ma sapeva dire che non aveva fatto altro che guardare Damien. In fondo, cosa poteva mai essere il mare di notte illuminato dalla luce della luna e delle stelle, in confronto al suo fidanzato? Quando glielo disse, Damien alzò un sopracciglio e scosse la testa, per poi tornare a guardare davanti a sé fingendo indifferenza, anche se il suo cuore aveva iniziato a battere così forse da temere che Elia potesse sentirlo. Se c'era una cosa a cui non si sarebbe mai abituato, beh, quelli erano proprio i complimenti da parte del castano, che ogni volta gli procuravano la solita felicità e la voglia di saltargli addosso e baciarlo, ma si trovava sempre a contenersi... non proprio sempre sempre.
Damien appoggiò la testa sul petto di Elia che rimase un po' deluso di non poterlo guardare ancora, ma gli mise il braccio attorno al suo corpo e lo strinse a sé più forte che poteva, cercando di non fargli del male.
«Ieri mentre suonavo la chitarra ho pensato a te.» disse Damien mettendosi più comodo, sdraiandosi fra le gambe di Elia mantenendo la testa appoggiata al suo petto.
«Sì?»
«Ah-ah. L'ho scritta, se vuoi un giorno te la faccio ascoltare.» confermò il moro.
«Certo che voglio ascoltarla! Domani stesso.» appoggiò il mento sulla testa del ragazzo e per la prima volta da quando arrivarono guardò il mare, dicendosi che era davvero meraviglioso, anche se avrebbe preferito continuare a guardare Damien. E sapeva che se l'avesse detta ad alta voce sarebbe suonata male, quasi come un pazzo, ma nella sua testa era una cosa dolce, romantica.
«Domani?»
«È un problema?»
«No, assolutamente. Però mi raccomando, solo noi due, neanche Chris o Georgie.»
«Secondo me dovresti farti conoscere. Perché non fare della musica un lavoro, anziché un... passatempo?»
Damien alzò la testa per poterlo guardare negli occhi e lui ne approfittò per dargli un bacio sulla fronte.
«Non lo so. Non saprei a chi chiedere, come fare.»
«Sinceramente non saprei aiutarti su questo, ma troverai sicuramente qualche casa discografica che vorrà ascoltare...»
«Elia, di mio ho soltanto due musiche che devono rimanere soltanto per noi, il resto sono orribili e cover, ma per loro sarebbe plagio.» finì la frase al posto suo facendolo ridere.
«Ci scommetto che non sono orribili. Potresti farmele ascoltare...»
«È possibile che lo farò veramente.»
«Che cosa?»
«Fartele ascoltare.» chiarì.
«Dici davvero?»
Damien annuì sorridendo per l'entusiasmo di Elia, non sapeva che gli sarebbe passato una volta ascoltate, visto che nessuna di quelle musiche aveva un briciolo di allegria ma anzi, l'esatto contrario. Decise di non dirglielo per non prendere l'argomento tristezza, quella serata stava andando bene e non aveva intenzione di rovinarla come faceva sempre, con tutto.
«Grazie!»
«Non ringraziarmi, stupido!» gli diede un pizzicotto sotto al mento ed Elia ridacchiò, bloccandolo le mani con le sue.
«Che cosa fai, mi dai pizzicotti?» Damien lo guardò con i suoi occhioni lucidi a causa del freddo e un sorriso sul volto, mentre annuiva e cercava di liberarsi dalla presa di Elia. Il castano lo guardava dall'alto e pensava che sarebbe stato bello possedere una telecamera come quella di Chris per riprendere quel momento. Erano felici, Damien lo era e sembrava quasi un bambino.
«Sì. Devi smetterla di ringraziarmi per tutto.» provò ancora a liberarsi dalla presa ma senza risultati, Elia era molto più forte di lui e sapeva di non avere scampo, quindi si arrese.
«Sono soltanto gentile.» ribatté.
«Ma non devi dirmi grazie per queste cose. Fallo per altre, magari più importanti. Ad esempio, ringrazia che non ho ancora dato fuoco ai tuoi stupidi e orribili, maledetti pigiama.»
Elia spalancò gli occhi e lo spinse fingendosi offeso. Non capiva cosa aveva contro i suoi pigiama, erano così belli e morbidi!
«Beh, mi dispiace tanto se li odi, ma continuerai a vederli per il resto della tua vita!»
«È una minaccia?» chiese Damien alzandosi, scuotendo la sabbia da sopra i suoi pantaloni. Si aggiustó la sciarpa e guardò Elia mentre si alzava a sua volta.
«Cosa, esattamente? Che indosserò sempre i pigiama o che voglio stare con te per sempre?» anche lui tolse la sabbia dai pantaloni e si avvicinò al moro, che aveva smesso di ridere e lo guardava serio.
«Che cosa intendi dire?»
Elia mise le mani nelle tasche dei pantaloni e alzò lo sguardo sulla luna. Anche se c'era molto freddo e vento il cielo era sereno, poche nuvole grigie a coprire chiazze di cielo qua e là. Quando tornò a guardare Damien, lui lo stava fissando in attesa di una risposta. Gli sorrise e alzò le spalle.
Prima di uscire, quella sera, si era preparato un discorso degno di uno dei tanti film romantici che aveva visto in compagnia di sua madre, se l'era ripetuto tante di quelle volte anche sotto la doccia e durante il tragitto per andare a casa di Damien, ma al momento di dirlo ad alta voce aveva dimenticato tutto, ogni singola parola, quindi avrebbe dovuto improvvisare e sapeva che sarebbe apparso impacciato o perfino patetico ai suoi occhi, ma non gli importava niente.
Si era detto che l'avrebbe fatto, non si sarebbe tirato indietro. Qualcosa gli aveva detto che sarebbe andata bene, se la sentiva.
«Da bambino pensavo che il mio primo amore sarebbe stato colei che avrei portato all'altare. La nostra storia sarebbe stata perfetta, non ci sarebbero state lite di nessun tipo e molte persone ci avrebbero invidiato. Non è stato esattamente così: il mio primo amore mi ha tradito e mi ha fatto soffrire come un cane abbandonato. E lì mi sono detto che non avrei mai più avuto una relazione, perché se con tutte avrei sofferto a quel modo avrei preferito morire da solo... quello che non sapevo quando ho pensato quelle cose era che avrei conosciuto te.» si avvicinò ancora di più a Damien, che aveva le braccia incrociate alla vita e i suoi occhi puntati in quelli di Elia, e respinse la voglia che aveva di accarezzarlo e baciarlo.
«Di te mi sono innamorato il primo momento in cui ti ho visto, ho dimenticato la promessa fatta a me stesso, ho quasi dimenticato la sofferenza procurata da Jack e...» si bloccò ancora passandosi una mano fra i capelli. Chiuse gli occhi per qualche secondo mentre cercava di farsi venire qualcosa di sensato da dire. Come aveva fatto a dimenticare l'intero discorso? Prese un sospiro e riaprì gli occhi, lasciando la frase a metà e riprendendo da capo.
«Quello che voglio dirti, Damien, è che io sognavo la storia d'amore come quella delle favole o dei film, ma ho capito che la nostra storia è ancora migliore di quelle. Abbiamo litigato un sacco di volte, addirittura ci siamo lasciati, abbiamo superato tante sfide assieme e, cazzo, possiamo finalmente dire che le abbiamo superate tutte, o comunque la maggior parte di queste.»
Damien, di fronte a lui, ascoltava tutto e non diceva una sola parola aspettando si sentire dove voleva andare a parlare con tutto quello.
«La nostra storia è perfetta perché non è perfetta...» accennò una risatina per la frase quasi senza senso che aveva detto e vide che anche Damien fece lo stesso.
«Vedi, Damien... entrambi siamo andati in contro alla morte ma siamo sopravvissuti, entrambi abbiamo avuto un passato difficile ma ce l'abbiamo fatta... abbiamo superato ogni altro ostacolo che ci hanno messo davanti... se c'è una cosa che ho capito è che niente e nessuno riuscirà a separarci!» uscì la mano dalla tasca dei jeans e la mise in quella del giubbotto.
Damien lo aveva visto tremare ma non capì se era per il freddo o per l'ansia. Spostava il peso da un piede all'altro e alzava lo sguardo verso il cielo per chiedere aiuto a qualcuno...
«Io so benissimo che siamo giovani, troppo giovani, e quindi rischio di rovinare tutto o di spaventarti a morte... ma...» si morse l'interno del labbro inferiore quando vide gli occhi del moro sbarrati. Aveva capito?
«Voglio passare il resto della mia vita con te, Damien.» tirò fuori dalla tasca una scatolina nera e la tenne in mano, Damien fece un passo indietro ed Elia rischiò di farla cascare a terra. Guardò Damien negli occhi e il suo respiro si fece più pesante. Aprì la scatola. Era vuota, e Damien si chiese se avesse fatto tutto quel discorso per fargli uno stupido scherzo, ma prima che potesse dire qualcosa fu Elia a parlare.
«Come avrai capito già da solo voglio... sposarti. Voglio farlo ma non adesso... andiamo ancora a scuola e siamo troppo giovani, voglio vivere la nostra storia da fidanzati ancora per qualche anno, ma voglio anche che accetti di sposarmi.» lo guardò. Una lacrima aveva bagnato la guancia di Damien, scivolando lentamente fino a scomparire dietro la sciarpa.
«Un giorno io tornerò da te, qui o in un posto magari più romantico e in un giorno più caldo, prenderò la scatoletta con dentro l'anello e mi metterò in ginocchio per farti la proposta definitiva, se lolo mi dirai di sì.»
Damien ne aveva viste tante nei film, ma mai una cosa simile. E se doveva essere sincero non aveva capito a pieno il significato, non poteva semplicemente fargli la proposta quando sarebbero stati più grandi? Ma ad alta voce non disse niente, infondo aveva apprezzato molto quel gesto e glielo stava dimostrando con le lacrime di felicità che avevano iniziato a bagnarli il viso... avrebbe sicuramente detto di "sì" alla sua pre-proposta -l'aveva chiamata così-, ma questo sarebbe successo solo dopo minuti interi di baci e abbracci, dopo aver fatto l'amore sotto la luna, sulla spiaggia, a pochi passi dal mare. Avrebbe detto di sì a una vita felice, una vita passata assieme al ragazzo che più amava. Aveva detto di sì alla vita perfetta-non perfetta che molte persone avrebbero invidiato.☆☆
Fine!
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LONELY 2
Fiksi Remaja{Copertina realizzata da Alex_wvrdl} Damien ha soltanto 6 anni quando per la prima volta i suoi compagni lo prendono in giro. Quel piccolo gesto, comune fra tutti i bambini di quell'età ha segnato la sua vita. Da quel giorno tutti ridono di lui, tut...