Elia, Baker e Martina erano riusciti a trovare Damien solo dopo un'abbondante mezz'ora. Lo avevano cercato nei bagni, nelle classi vuote della scuola e perfino in bidelleria, nelle cucine e in palestra. Di lui non c'era traccia. Avevano chiesto in giro, ma nessuno sapeva di chi stessero parlando. Poi, quando ormai si stavano arrendendo, entrarono in una classe dalla porta bianca -si mimetizzava con il muro, e la prima volta che erano passati di lì non l'avevano notata-, dove Damien era al centro, impegnato a suonare il pianoforte. Era una stanza di musica, alle pareti erano appesi vari strumenti -chitarre, violini, trombe. C'erano anche due tastiere e, appunto, un pianoforte. Il ragazzo non si accorse della loro presenza, rimase lì a suonare quella che Elia riconobbe come "would it matter", la canzone in cui Damien si ci rispecchiava, la canzone che lo aiutava ma al tempo stesso gli metteva in testa brutti pensieri. Elia guardò prima il suo fidanzato, poi il professore e Martina. Entrambi stavano osservando Damien. Era così triste. Il castano decise di avvicinarsi a lui solo quando finì la musica.
«Dami...»
Il moro si girò verso di lui con le guance bagnate. Un piccolo singhiozzo fu tutto quello che si sentì nella stanza.
«Voglio stare da solo.»
«Se pensi che ti lascerò qui da solo, ti sbagli.»
Damien tirò su con il naso, e asciugò le guance con le maniche della felpa, poi alzò lo sguardo su Baker e Martina.
L'uomo gli si avvicinò.
«Non dovresti dare troppo peso a quelle parole. Sono state orribili, è vero, ma tu lo sai che non è come dice lei. Giusto?» si appoggiò al piano.
«Non c'è niente di sbagliato ad amare una persona del tuo stesso sesso. Il liceo è un incubo, ma tu devi darti forza e resistere.»
«Che cosa ne può sapere lei?» abbassò lo sguardo sulle sue mani, intrecciate fra di loro.
«Sono stato ragazzo prima di te, Damien, e so cosa stai provando. Ti senti diverso e odiato, vero? Vorresti essere "normale", come tutti gli altri ragazzi. Tu sei normalissimo, Damien. Prima lo capisci meglio sarà.»
Il moro scosse la testa.
«Non sono normale. Caterina ha ragione. È sbagliato.»
Elia gli si sedette accanto. Non poteva sentire quelle cose, gli facevano male.
«È sbagliato quello che pensi.» intervenne Martina.
«Non capisco perché proprio io. Con tutti i difetti che ho ci voleva solo questo.»
«Dami, smettila. Dici a me che parlo senza prima pensare, ma tu non fai molto meglio. Con questo, hai detto che anche io e il professori siamo malati, diversi, anormali.»
«Quando capirete che ha ragione? Saremo sempre odiati, sempre discriminati, sempre diversi. Sempre, cazzo. A me fa schifo questa cosa.»
Baker gli fece alzare lo sguardo su di lui con due dita sotto al mento.
«A me non piace quando cammino e marmocchi mi urlano "finocchio". Ma che ci posso fare, la gente è stupida! Vado avanti, continuo a camminare e li ignoro. Tu oggi le hai fatto capire che quelle parole ti hanno fatto male, e continueranno. Devi uscire le palle.» in quel momento, Angel gliocchi stava parlando più come amico che come professore.
«Lo sta dicendo alla persona sbagliata. Adesso, per favore, voglio stare da solo.»
Baker scosse la testa.
«Non se ne parla, ragazzo. Devi tornare in classe.»
«No... non ci voglio tornare lì.» altre lacrime gli bagnarono le guance.
Stava solo aspettando nonna Lucy che entrava e lo abbracciava... ma lei non sarebbe mai arrivata, quindi aspettava il momento giusto per andare lui dalla nonna. Ma quando?
«Voglio stare da solo.» la voce gli si spezzò in gola.
Quando Elia provò ad abbracciarlo, lui lo respinse e si alzò dallo sgabello.
«No, Dami... no.» Elia ripensò a Chris che gli diceva di Damien che li pregava di lasciarlo da solo. Non poteva riprendere a isolarsi.
«Ti prego, Elia! Lasciami da solo.» alzò il tono della voce. Indietreggiava per allontanarsi da loro, fino a quando la sua schiena non toccò il muro, allora si lasciò scivolare lungo la parete. Stringendo i capelli in due pugni, scoppiò in lacrime, continuando a ripetersi che tutto ciò era sbagliato, che lui lo era.
Non doveva essere gay, doveva fare qualcosa, e al più presto.✩✩
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LONELY 2
Teen Fiction{Copertina realizzata da Alex_wvrdl} Damien ha soltanto 6 anni quando per la prima volta i suoi compagni lo prendono in giro. Quel piccolo gesto, comune fra tutti i bambini di quell'età ha segnato la sua vita. Da quel giorno tutti ridono di lui, tut...