La felicità
è un'idea semplice
davanti ai tuoi occhi.
[Mi parli piano; Emma]«È stato un Natale meraviglioso amore», esordì Benjamin dopo alcuni kilometri
percorsi completamente in silenzio, con qualche canzone rock a fare da sottofondo. «Allora, che ne pensi della mia famiglia?», chiese allungando le gambe per mettersi comodo.
Il pranzo era andato meglio di quanto il moro potesse immaginare; temeva giudizi e frecciatine sul comportamento che aveva mostrato negli ultimi anni ma nessuno si era permesso di criticarlo. Erano stati molto comprensivi e disposti a non affrontare il discorso, concentrandosi su aneddoti degli anni passati e sul conoscere Federico.
«Decisamente meraviglioso», confermò felice. «Penso che non mi è difficile capire perché tu sei una persona splendida… sono stati tutti gentili e cordiali con me, mi hanno incluso nei loro discorsi anche quando riguardavano argomenti di cui non sapevo nulla e tuo zio è davvero fenomenale!», aggiunse e continuò a parlare senza preoccuparsi di nascondere il suo entusiasmo. «Quando stavi aiutando tuo padre con il barbecue mi ha proposto di fare due passi in giardino e mi ha chiesto un sacco di cose sull’Italia e sul Bay Breeze, poi mi ha raccontato nel dettaglio tutto quello che riguarda te e il surf, era così orgoglioso… mi ha fatto quasi commuovere quando ha detto che trasmetterti una passione così importante è tra i successi più grandi della sua vita».
«Abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto io e lui», commentò Benjamin sorridendo. «Alle cene di famiglia parlavamo di surf per ore ed ore, confrontandoci sulle ultime novità o sulle mie gare… ero l’unico con cui poteva parlarne così tanto perché mio padre non se ne è mai interessato più di tanto e Aiden non era ancora coinvolto quanto lo ero io», raccontò ricordando le chiacchierate infinite, commentate ironicamente da tutti gli altri che li accusavano di essere troppo monotematici.
«Beh anche oggi l’avete fatto, forse non ve ne siete accorti», scherzò il biondo allungando il braccio per posargli una mano sul ginocchio. «Però è bello sentirvi parlare di un argomento che vi piace così tanto, eravate nel vostro mondo… nemmeno vi siete resi conto di tutte le occhiate puntate su di voi e delle battutine».
«Io e mio zio potremmo parlare di surf per giornate intere, è davvero avvincente farlo con lui perché siamo proprio sulla stessa lunghezza d’onda… eccetto mio fratello era l’unico che sapeva ascoltarmi e comprendermi, lui sapeva che nonostante fossi solo un ragazzino avevo già le idee chiare perché ero certo che surfare sarebbe stata la mia strada e il sogno in cui investire, mi ha sempre supportato», replicò sereno, contento di aver ritrovato una persona fondamentale. «È anche l’unico che può capire quanto ha significato per me lasciare la tavola chiusa in uno sgabuzzino per cinque anni, infatti ne abbiamo parlato e mi sono sentito compreso… mi ha incoraggiato a riprendere quanto prima i contatti con il mio allenatore e mi sono ripromesso di farlo appena inizia il nuovo anno», aggiunse e fece scivolare le dita tra quelle del biondo, stringendole piano prima di portarsi le loro mani intrecciate alle labbra e depositare un bacio su quella di Federico.
«L’allenatore come ha reagito quando gli hai detto che avresti smesso?», chiese curioso.
«Ha accettato la decisione senza battere ciglio, ovviamente ci è rimasto male ma passavamo insieme molto tempo e aveva imparato a conoscermi… sapeva che non sarebbe mai riuscito a convincermi così mi ha semplicemente detto che avrei potuto ricominciare in qualsiasi momento», spiegò scrollando le spalle. «Non so se gli sia già arrivata voce, forse qualcuno gli ha detto che ho ripreso ad allenarmi da solo… in ogni caso lo contatterò presto, se voglio tornare a gareggiare ho bisogno di lui! Mi ha insegnato tanto e grazie a Steve sto lavorando bene dentro e fuori dall’acqua ma non posso prepararmi senza il suo aiuto».
«Inizierai il nuovo anno alla grande!», esclamò Federico. «Credo che tu sia pronto a ricominciare davvero, sei nato per quello amore… lo so che sono ripetitivo ma vederti surfare è una gioia per gli occhi», precisò girandosi a guardarlo.
«Grazie, sai che per me conta tantissimo il tuo supporto», rispose sorridendo. «Sai cos’ha detto mia nonna?», aggiunse dopo qualche istante di silenzio, per stimolare la sua curiosità.
«Ti odio quando fai così, dimmelo Ben!», si lamentò accostando l’auto al marciapiedi.
«Te lo dico, ma tu mi dici perché siamo qui?», ribatté confuso, senza capire perché il fidanzato si fosse fermato a due passi da una delle spiagge più belle della baia.
«Voglio fare un bagno», disse con nonchalance, spegnendo il motore.
«Amore ma sono le dieci di sera, che cosa...»
«Lo so ma visto che è il mio primo Natale al caldo voglio approfittarne e concluderlo così, con una nuotata insieme al mio australiano preferito», lo interruppe scrollando le spalle.
«Mh, furbo… di notte l’acqua è più calda», lo prese in giro, sporgendosi e baciargli la guancia. «Andiamo, facciamo questa follia», aggiunse e scese dalla macchina senza esitare un istante di più.
«Che cos’ha detto tua nonna?», chiese il biondo, percorrendo la passerella con la mano incastrata in quella dell’altro. «Non pensare di cavartela così, ho un’ottima memoria», precisò dandogli una gomitata nel fianco.
«Guarda che te l’avrei detto comunque», si difese facendogli una linguaccia. «Mi ha detto che lei ha sempre creduto che ci fosse un unico grande amore per ogni persona ed è convinta che tu sia il mio… a mio padre disse la stessa cosa quando le presentò mia madre per la prima volta», raccontò emozionato e Federico lo guardò prima di rubargli un bacio.
«E tu pensi che lei abbia ragione?», chiese quando raggiunsero la riva sedendosi sulla sabbia per togliere le scarpe.
«No», disse e fece una pausa, lasciandolo interdetto e anche un po’ deluso. «Non è che lo penso, lo so che ha ragione… sei tu e forse è strano che io ne sia sicuro visto che non ho mai amato nessuno oltre te però è così, lo sono».
Federico lo guardò storto prima di sorridergli e dargli una leggera spinta che lo fece cadere con la schiena sulla sabbia.
Si sporse per sovrastarlo con il suo corpo e rubargli un bacio lento, cullato dalle onde del mare.
«Sei uno stronzetto, mi hai fatto prendere un colpo quando hai detto di no ma ti amo lo stesso», disse tra le sue labbra. «Tua nonna è stata dolcissima con me oggi, mi ha ricordato tanto la mia… penso che anche lei avrebbe detto proprio la stessa cosa su noi due e di solito le nonne ci azzeccano sempre!», aggiunse sorridendo.
«Quindi anche tu credi che abbia ragione?», si accertò illuminandosi, pur conoscendo già la risposta.
«Certo», confermò baciandogli il naso. «Sei tu Ben, non ho mai avuto dubbi», disse prima di riappropriarsi di nuovo della sua bocca schiusa.
«Mh, ma tu non volevi fare il bagno?», scherzò staccandosi per respirare. «O forse hai cambiato idea perché hai paura che l’acqua sia troppo fredda?», lo provocò.
«Voglio farlo ma solo se lo fai con me», rispose e si alzò trascinandolo con sé. «Ci stai?».
«Lo sai che non rifiuterei mai una proposta simile… muoviti biondo, l’oceano ci aspetta», replicò con tono teatrale mentre si spogliava. «E smettila di mangiarmi con gli occhi», lo rimproverò incamminandosi verso il bagnasciuga.
Federico rise e si tolse velocemente la maglietta per raggiungerlo e dargli una pacca sul sedere prima di abbracciarlo da dietro e percorrere gli ultimi passi in quella posizione.
Gli saltò sulla schiena ma Benjamin riuscì a fare solo qualche metro prima di perdere l’equilibrio e farlo finire in acqua.
Rise a crepapelle e poi si tuffò, felice e spensierato, facendo qualche bracciata per allontanarsi dalla riva e godersi l’acqua calma e calda della notte. Immaginava che per Federico fosse la prima volta, così rimase un po’ distante a guardarlo e a sorridere, pensando che la vita non potesse fargli un regalo più bello.
«Ben cosa fai lì tutto solo?», urlò avvicinandosi.
«Volevo che ti godessi la bellezza dell’oceano… è il tuo primo bagno di sera, vero?», rispose allungando il braccio per prendergli la mano.
«Sì, hai indovinato!», confermò e gli rubò un bacio salato. «Ma voglio godermelo con te», precisò incastrando le dita tra i suoi capelli mentre gli circondava il bacino con le gambe.
«Mh, ti… ti amo», riuscì a dire tra un bacio e l’altro.
«È stato un Natale bellissimo», rispose Federico sfiorandogli il naso per farlo sorridere. «Mi sono sentito a casa e neanche per un secondo ho pensato che mi mancasse qualcosa nonostante fossi abituato a trascorrere questa giornata in modo molto diverso… ovviamente mi sono mancati i miei genitori però sono stato davvero bene ed è tutto merito tuo», aggiunse e Benjamin lo strinse un po’ più forte.
«Sono felice di sentirtelo dire, non sai quanto», commentò incurvando le labbra. «Non dev’essere facile trascorrere le feste senza la propria famiglia, è bello sapere che la mia ti ha fatto sentire a casa».
«Ti assicuro che è così amore… tua madre mi tratta come un figlio eppure mi conosce da pochissimo tempo, tua nonna è stata dolcissima ma anche tutti gli altri, mi sento molto fortunato perché so che non era affatto scontato che mi accettassero».
«Io lo sapevo, sai?», replicò sorridendo. «Sapevo che ti avrebbero adorato, infatti ero preoccupato per tante cose ma non di questa! È impossibile non affezionarsi a te, sei la persona migliore che conosca Fede e non lo dico solo perché sei il mio ragazzo», continuò e fece una pausa solo per annegare nei suoi occhi lucidi, illuminati dal bagliore della luna. «Ti sei infilato dentro di me come una scheggia, dal primo giorno su quella scogliera… ero bravo ad allontanare tutti ma con te non ci sono riuscito, avevo già capito che tenerti lontano sarebbe stato un pessimo sbaglio, tu sei una di quelle persone che la vita ti fa incontrare per donarti una luce nuova, per farti un regalo. Volevo proteggerti e proteggere anche me stesso ma poi l’ho capito, possiamo proteggerci soltanto stando insieme».
Federico sentì un brivido scivolare lungo la schiena ma non era di freddo; ebbe bisogno di qualche istante per elaborare le frasi che aveva sentito, tanto importanti quanto intense.
«È meraviglioso ciò che hai detto Ben», riuscì a dire mentre il cuore seguiva un ritmo tutto suo e le farfalle invadevano il suo stomaco. «Se tu mi avessi allontanato, avrei trovato il modo di tornare da te… non mi sarei arreso amore, questo posso assicurartelo!», aggiunse e gli baciò il naso prima di abbracciarlo, allacciandogli le braccia dietro al collo.
Rimasero immobili in mezzo all’oceano per qualche attimo a confondersi tra le onde, finché Benjamin iniziò a camminare verso la riva, barcollando nel tentativo di non cadere.
«Ammettilo che hai freddo», lo prese in giro Federico.
«Non ho freddo», rispose aumentando la stretta per non farlo scivolare.
«Allora perché stiamo uscendo?», chiese confuso.
«Se te lo dico non potrò godermi la tua espressione sorpresa quindi non te lo dirò, ora vedrai», replicò enigmatico. «Però meglio se cammini con le tue gambe», precisò ridacchiando quando raggiunsero la spiaggia.
Il moro si chinò a raccogliere frettolosamente i loro vestiti e gli prese la mano, guidandolo verso una piccola striscia di sabbia nascosta tra le palme e lontana dalle luci provenienti dalla strada, un angolo di mondo a misura d’amore.
«Ben...», tentò di dire ma Benjamin si appropriò delle sue labbra risucchiando ogni altra parola volesse aggiungere e fece aderire la sua schiena al tronco di un albero.
Allacciargli le gambe ai fianchi fu spontaneo come respirare, così come sfiorarlo ovunque e ritrovarsi, una manciata di brividi dopo, a scambiarsi il cuore riempiendo l’aria della notte di sospiri spezzati e sussurri che esplodevano tra loro come leggere scintille di fuoco.
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As free as the ocean | Fenji
FanfictionOgni persona vive il dolore in modi diversi. C'è chi lo combatte e reagisce, rialzandosi più forte di prima e portando con orgoglio le proprie cicatrici, dimostrando che si può rinascere dalle ceneri. E poi c'è chi lo assorbe fino a farlo diventare...