Sopra il cielo di Roma,
a fissare la notte,
a toccare le stelle
con te.
[Il cielo di Roma; Aiello]«Benvenuto in Italia Benjamin!», esclamò Bianca allargando le braccia per salutarlo con un abbraccio affettuoso. «Com'è andato il viaggio?», chiese.
«Bene ma non ne avevo mai fatto uno così lungo, non sento la stanchezza solo perché sono troppo elettrizzato e ho una bella quantità di adrenalina a tenermi sveglio e attivo», rispose ridacchiando. «Sono davvero felice di essere qui».
«Io sono più provato per i mille discorsi e le altrettante domande di Ben che per il volo», disse Federico dopo aver aiutato il padre a caricare i loro bagagli in auto.
«Non è colpa mia se sono curioso e impaziente di vedere dove sei cresciuto... tu hai sempre parlato molto bene della tua città e dell'Italia quindi non prendertela con me», si difese guardandosi intorno.
Appena aveva messo piede all'aeroporto si era reso conto delle prime differenze: erano tutti di corsa e molto rumorosi, a differenza degli australiani.
Si sentiva catapultato in un altro mondo, le persone parlavano in modo incomprensibile e pur riconoscendo qualche parola non capiva il senso di ciò che dicevano, né riusciva a leggere le indicazioni o le insegne dei negozi.
«Traffico permettendo tra mezz'ora saremo a casa... avrete il tempo per riposarvi prima di uscire a fare un giro, è un bene che siate arrivati così presto almeno potete sfruttare l'intera giornata», commentò Davide pronto a guidare. «Non preoccuparti Ben, se Federico ha intenzione di fare il pigrone ti porto io a fare il turista», aggiunse facendolo ridere.
«Sapevo di poter contare su di te», rispose strizzandogli l'occhiolino prima di dedicarsi ad osservare fuori dal finestrino, accorgendosi di quando il panorama fosse diverso da quello al quale era abituato.
«Mi sento un po' spaesato... anche tu ti sentivi così quando sei arrivato in Australia?», domandò al biondo.
«A dire il vero no... mi sono sentito subito a casa, sarà che quei colori mi hanno conquistato... verde e azzurro ovunque, nonostante sia stato accolto dai grattacieli di Brisbane», rispose sincero. «Vedrai che Roma ti piacerà Ben, ti porterò a scoprirla tra qualche ora e aspetto di vedere i tuoi occhi pieni di stupore... so già che te ne innamorerai».
«Non ho alcun dubbio ma se sei stanco possiamo...»
«Credi davvero che preferirei riposare invece di girovagare tra le vie del centro con te?», lo interruppe fingendosi offeso. «Sei proprio fuori strada... conosco la città come le mie tasche ma voglio scoprirla attraverso i tuoi occhi», sussurrò al suo orecchio facendolo arrossire.
«Sei proprio sdolcinato», lo prese in giro parlando in italiano. «Devo imp... impegnare...?»
«Credo tu voglia dire che devi fare pratica amore», intervenne vedendolo in difficoltà, insegnandogli la frase corretta pronunciandola lentamente.
«Devo fare pratica», ripeté esitante. «Mi insegni la lingua da mesi e sono sempre un disastro, non fa per me», si lamentò sbuffando e Federico dovette appellarsi a tutto il suo autocontrollo per non baciare quell'adorabile broncio.
«Ben l'italiano è una delle lingue più difficili», intervenne Davide. «Ci sono degli alunni stranieri nella classe in cui insegno e non fanno altro che ripetere quanto sia complicato impararla... non sforzarti e non affrettare nulla, con noi va benissimo l'inglese perché ti capiamo alla perfezione e riusciamo anche a farci capire».
«Lo so ma vorrei imparare qualcosa... a Fede manca molto poter parlare nella sua lingua, anche per questo vorrei migliorare così potrebbe farlo con me ma i verbi mi creano difficoltà incredibili e devo ammettere di essere piuttosto impaziente... so che ci vuole tempo», rispose scrollando le spalle. «Mi sento un po' a disagio perché non capisco nulla quando sento parlare in italiano, mi sembra di essere in una bolla... invece voi in Australia capivate tutto perché l'inglese lo conoscete», spiegò giocando con gli strappi dei suoi jeans.
«Amore con noi puoi stare tranquillo, parleremo sempre in modo che tu possa capire e se dovesse capitare qualche situazione con altre persone in cui non riesci a seguire i discorsi farò il possibile per tradurre e non farti sentire escluso», disse il biondo sfiorandogli impercettibilmente il braccio. «Sei carino lo sai?», sussurrò al suo orecchio facendolo sorridere.
«Dai smettila di farmi arrossire davanti ai tuoi, mi vergogno!», si lamentò sottovoce.
«Mh, non credo di poterlo fare... se tu non fossi così adorabile magari potrei riuscirci», ribatté toccandogli la punta del naso. «Siamo quasi arrivati a casa... non vedo l'ora di mostrartela e farti vedere camera mia», aggiunse realizzando che pur avendo percorso centinaia di volte quel tratto autostradale non lo sentiva più familiare come invece considerava le stradine ombreggiate di Byron Bay.
Quel pensiero in parte lo rattristò e si sentì solo, era tornato in Italia dopo quasi un anno e non aveva nessuno da avvisare, nessun amico che lo stava aspettando per organizzare una rimpatriata.
«Ehi amore va tutto bene?», chiese Benjamin facendolo tornare al presente.
«Sì Ben, non preoccuparti... ne parliamo dopo», disse calmo, prendendogli la mano per giocare con le sue dita facendole incastrare alle proprie. «Sono felice di essere qui con te», aggiunse sorridendogli con dolcezza.
Non aveva bisogno di altro, poteva rincorrere diversi pensieri e provare un po' di nostalgia ma l'unica cosa importante era la presenza del moro al suo fianco.
Gli bastò guardarlo negli occhi per sentirsi meglio e il suo cuore perse un battito quando Benjamin gli dimostrò che sapeva leggergli dentro.
«Pensavi che tornare qui ti avrebbe fatto un altro effetto ma non è stato così e ti senti un po' scombussolato, vero?», sussurrò mentre Davide apriva il garage. «Credo che non ci sia nulla di sbagliato se ora senti che casa tua è Byron Bay... qui ci sei nato e cresciuto ma non era il tuo posto, l'importante è che tu lo abbia compreso e sia riuscito a trovare un luogo in cui stare bene anche se dall'altra parte del mondo... dall'altra parte del mondo con me».
«Se ci sei tu è casa mia ovunque siamo», rispose rubandogli un bacio leggero e scese dall'auto lanciando un'occhiata al vialetto, immergendosi nei ricordi.
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As free as the ocean | Fenji
FanfictionOgni persona vive il dolore in modi diversi. C'è chi lo combatte e reagisce, rialzandosi più forte di prima e portando con orgoglio le proprie cicatrici, dimostrando che si può rinascere dalle ceneri. E poi c'è chi lo assorbe fino a farlo diventare...