«Congratulazioni amore mio», sussurrò Federico circondando le spalle di Benjamin mentre uscivano dalla stanza in cui il moro aveva appena firmato l’ultimo documento necessario per aprire la sua scuola di surf. «Adesso è ufficiale, puoi realizzare il tuo sogno».
«È successo davvero Fede?», chiese incredulo, appoggiando la schiena al primo muro disponibile. «Mi confermi che ho appena messo una firma importantissima che renderà reale tutto ciò che ho sempre desiderato?», aggiunse emozionato.
«Te lo confermo, è tutto vero», disse sorridendogli. «Basta con la burocrazia, i dubbi e le decisioni da prendere… hai tutti i permessi e un locale in affitto, devi soltanto realizzare che sta succedendo sul serio amore», precisò rubandogli un bacio. «Sono fiero di te e non vedo l’ora di vedere la tua scuola aprire al pubblico anche se ci vorrà ancora un po’ di tempo».
«Più tardi chiamo i fornitori, così chiedo conferma per la data di consegna delle tavole e di tutto il resto… devo sentire anche il ragazzo che si occupa dell’insegna perché aspettava che fossi sicuro e ora lo sono, so che è il nome giusto», rispose senza alcuna traccia di esitazione nella voce. «Waves on fire… mi piace tantissimo, non so se piacerebbe anche a mio fratello perché non avevamo mai parlato di come chiamare la nostra scuola però volevo qualcosa che rappresentasse anche lui», quasi sussurrò incurvando le labbra.
«È bellissimo amore, me ne sono innamorato appena me l’hai detto la prima volta… sono sicuro che Aiden approverebbe! Suona molto bene, è legato al surf e ha all’interno un riferimento al fuoco che rappresenta il nome di tuo fratello quindi è perfetto… è la scelta giusta e l’idea di creare un logo che unisca le onde ad una fiamma è straordinaria perché si differenzia dalle altre scuole della baia… sembrano tutte uguali e con nomi banali ma la tua sarà diversa e so che andrà alla grande», lo incoraggiò prendendogli la mano per guidarlo fuori dall’edificio. «Ora andiamo a festeggiare, non accetterò un no come risposta… proviamo quel nuovo ristorante vicino al faro e poi ci facciamo una passeggiata lì, che ne dici?», propose felice.
«Dico che è un’ottima idea e che tu sei di una dolcezza incredibile quando vuoi festeggiare i miei traguardi», rispose posando la testa sulla sua spalla. «Condividerlo con te rende ogni mio successo ancora più bello, vederti felice per me mi riempie il cuore di gioia».
«Capisco benissimo cosa intendi perché è la stessa sensazione che provo io quando i ruoli sono invertiti Ben», replicò giocando con le sue dita strette nelle proprie. «Tu mi hai guardato realizzare un sogno e ora sono io a provare questa emozione, entrambi abbiamo avviato un’attività realizzando un nostro desiderio ed è meraviglioso perché ci siamo supportati a vicenda e ora possiamo ammirare il risultato dei nostri sforzi».
«Lo è così tanto che mi sembra impossibile che stia accadendo davvero», commentò dando voce alle sue emozioni. «Ho immaginato questo momento per anni e nella mia testa era molto diverso da com’è ora ma nonostante tutto sono felice, anche se non è andata proprio come volevo perché manca Aiden e questo sogno avrebbe dovuto viverlo insieme a me».
«Ma lui lo vive con te Benjamin… è nel nome della scuola di surf e in ogni onda che insegui, è nel progetto che hai realizzato seguendo quelle poche idee che avevate avuto da piccoli… sono sicuro che è orgoglioso di te, anche se non può dirtelo».
«Anche stavolta hai spaccato tutto Bibi», sussurrò. «Mi direbbe così… me lo diceva sempre, ogni volta che raggiungevo un obiettivo ripeteva questa frase prima di abbracciarmi».
«Amore...», disse senza aggiungere altro, cingendogli le spalle con un braccio per attirarlo più vicino mentre gli lasciava un bacio tra i capelli.
Benjamin arrestò i suoi passi e cercò un abbraccio, aveva bisogno di sentire il calore di Federico e di respirare il suo profumo.
Lo strinse forte incastrando la testa nell’incavo del suo collo, prima di rubargli un bacio leggero e riprendere a camminare con la mano stretta nella sua e un ritrovato sorriso sulle labbra.
«Questo posto è veramente meraviglioso, sono nato e cresciuto qui ma ogni volta me ne innamoro», affermò quando raggiunsero il faro. «Guarda che colori spettacolari… sembra una cartolina», aggiunse notando l’armonia perfetta tra l’azzurro del cielo terso e le sfumature dell’oceano, illuminandosi come un bambino di fronte ad un panorama mai osservato prima.
Federico sorrise e si innamorò due volte: di Benjamin e del mondo guardato attraverso i suoi occhi brillanti e colmi di meraviglia.
«Perché non provi a dipingerlo?», chiese elettrizzato. «Sono sicuro che verrebbe benissimo amore, sei bravo anche se credi il contrario».
«Grazie per la fiducia ma non credo che ci riuscirei, eccetto qualche paesaggio molto semplice ho dipinto soltanto quadri con lo stile dell’arte moderna facendo solo schizzi, linee e figure geometriche… mi piacerebbe provare ma è difficile rendere giustizia ad una bellezza così», rispose sorridendo. «Mi è sempre piaciuto dipingere ma non ho mai preso lezioni perché sarebbe stato impossibile incastrare qualcos’altro nella mia routine fatta di surf, scuola e compiti», raccontò senza alcun rimpianto. «Avevo davvero poco tempo libero ma ero contento, surfare mi rendeva felice e non mi importava se dovevo allenarmi anche nel weekend o se spesso passavo le serate a studiare… riuscivo a mantenere un buon ritmo, ho sempre avuto ottimi voti a scuola nonostante la mia priorità fosse l’oceano e la mia carriera da surfista, non mi sono mai pentito di niente», precisò mentre camminavano per raggiungere il ristorante che li accolse con un delizioso profumo di pesce fresco.
«Ogni volta che ti sento parlare del surf mi emoziono Ben», ammise scrollando le spalle. «Forse perché io una passione così forte non l’ho mai avuta… ho fatto diversi sport e avuto molti hobby ma niente di serio e un po’ mi dispiace perché davvero, vorrei aver provato ciò che tu provi quando sei sulla tavola… qualcosa di così forte da farti dimenticare tutto il resto, persino la fatica e i sacrifici, le giornate sfiancanti e infinite fatte di impegni talmente gratificanti che non pesano», spiegò quando si sedettero al tavolo. «Mi succede con il lavoro e ogni tanto con la corsa o la palestra ma non è la stessa cosa».
«Magari non l’hai ancora trovata la tua passione amore», disse sorridendo. «Può succedere in qualunque momento… e poi tu sei pieno di energie, hai una vitalità incredibile e ci sono tante cose che ami fare anche se non ne preferisci una in particolare».
«Hai ragione», confermò riflettendo sulle sue parole. «Ormai sei proprio saggio», disse serio prima di fargli una linguaccia nell’esatto momento in cui il cameriere si avvicinava al tavolo.
Arrossì a dismisura e finse indifferenza, finché il ragazzo tornò in cucina e loro due scoppiarono a ridere come bambini.
«Avresti dovuto vedere la tua faccia Federico», lo prese in giro. «Comunque mi stavi soltanto facendo una linguaccia, niente di così imbarazzante», precisò senza riuscire a smettere di ridere.
«Sì ma che tempismo pessimo», rispose scuotendo la testa.
«Così impari a sfottere», lo rimbeccò compiaciuto prima di versare il vino nei loro bicchieri e brindare alla mattinata che si era conclusa al meglio.
«Ad un altro sogno realizzato… nell’attesa di realizzare il prossimo amore, magari insieme», disse Federico sorridendo. «Ti amo», aggiunse baciandolo da lontano, senza neanche toccarlo.
«Ti amo anche io stronzetto», rispose felice guardando il sole illuminare il viso sorridente del suo fidanzato, accorgendosi che ogni volta che lo guardava si innamorava un po’ di più di lui.
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As free as the ocean | Fenji
FanfictionOgni persona vive il dolore in modi diversi. C'è chi lo combatte e reagisce, rialzandosi più forte di prima e portando con orgoglio le proprie cicatrici, dimostrando che si può rinascere dalle ceneri. E poi c'è chi lo assorbe fino a farlo diventare...