Epilogue

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Look into my eyes
You will see
What you mean to me
Search your heart
Search your soul
And when you find me there
You'll search no more.

There's no love
Like your love
And no other
Could give more love
There's nowhere
Unless you're there
All the time,
all the way.
[Everything I do, I do it for you; Brian Adams]


«Ashley guarda... c'è papà che ti sta salutando», disse Federico sperando che la bambina smettesse di agitarsi chiedendo di poter camminare e gironzolare liberamente per la spiaggia. «Fai ciao con la manina», aggiunse prendendole dolcemente il braccio per aiutarla prima di guardare Benjamin e salutarlo lui stesso, con gli occhi colmi di orgoglio e la certezza che anche quel giorno avrebbe conquistato il podio.
Erano passati alcuni anni da quando l'aveva visto gareggiare per la prima volta ma non si era mai abituato alle emozioni che provava quando lo osservava surfare, o all'adrenalina che gli scorreva nelle vene mentre tentava di intuire quale posizione occupasse in classifica.
Aveva imparato a capire come funzionassero le competizioni, sapeva riconoscere le manovre ben eseguite grazie alle lezioni che Benjamin aveva continuato a dargli ed era diventato molto bravo, surfando insieme a lui nelle spiagge migliori di Byron Bay. Spesso azzeccava i punteggi ma necessitava ancora del parere semiprofessionale di Dylan, che come gli altri non perdeva una sola gara.
Ognuno di loro aveva impegni lavorativi e personali ma nessuno mancava agli appuntamenti di Benjamin con il surf, nemmeno Riley e Chloe.
Il moro era nel pieno della sua carriera, aveva conquistato una medaglia dopo l'altra e waves on fire era diventata una delle scuole più prestigiose e conosciute di tutto il Nuovo Galles del Sud.
«Papà Ben!», strillò la bambina facendo voltare alcune persone sedute davanti a loro sugli spalti. «Gara», aggiunse aggrappandosi ai capelli di Federico.
«Sì tesoro... papà Ben deve fare una gara», disse fiero, tenendola in braccio.
«Ehi biondo», lo salutò Steven facendosi largo tra la folla. «Ciao principessa», disse ad Ashley facendole una carezza sulla guancia, allungando le braccia per prenderla e farle fare un finto volo in aria.
«Ciao Steve», rispose sorridendo, sciogliendosi nel vedere quanto sua figlia fosse legata al rosso. Non aveva mai capito il motivo ma tra loro si era instaurata da subito una splendida sintonia. «Rachel è andata un attimo al bar con Maya», lo avvisò inforcando gli occhiali da sole, prima di sbilanciarsi e aggiungere qualcosa che aveva sempre voluto dirgli. «Sarai un bravo papà Steven... vostro figlio sarà davvero fortunato ad avere due genitori come voi».
Steven si illuminò e il suo sguardo diventò lucido, istintivamente strinse Ashley più forte.
«Grazie», sussurrò emozionato. «Manca pochissimo ormai... ieri ho accompagnato Rachel a fare l'ultima ecografia e ho pianto come un bambino guardando nel monitor», disse sorridendo raggiante. «Ti dico una cosa ma non dirla a Benjamin... chiameremo nostro figlio Aiden», svelò facendo dondolare Ashley per farla ridere.
«È una cosa bellissima», affermò sentendo il cuore stringersi in una morsa.
«Abbiamo riflettuto molto e pensato a diversi nomi ma sapevo che Rachel non avrebbe mai cambiato idea... so quanto ci tiene», rispose fingendosi dolorante quando la bambina iniziò a divertirsi punzecchiandogli un orecchio. «Piccola dispettosa!», esclamò tirandole piano uno dei suoi codini facendole arricciare il naso decorato da una lieve pioggia di lentiggini.
«Steven!», strillò storpiando il nome. «Mettimi giù, voglio camminare», disse agitando le gambe.
«Dopo lo zio Steve ti porta a fare un giro sulla spiaggia ma adesso dobbiamo stare qui perché tra poco il tuo papà entra in acqua... non vuoi vederlo surfare?».
«Sììì... ondeeeee», rispose entusiasta, battendo le mani. «Dov'è papi?», chiese facendo ridere Federico.
«È lì amore», le rispose indicando Benjamin con il dito. «Vieni sulle spalle così vedi meglio?», le chiese ma la bambina scosse la testa.
«Steven è più alto di te papà», disse e il biondo si finse offeso mentre il rosso le diede il cinque, vantandosi compiaciuto.
«Forse dovrei iniziare ad essere geloso... tu e mia figlia che vi alleate contro di me, ti sembra normale?», scherzò roteando gli occhi.
«Beh biondo lasciatelo dire... ha obiettivamente ragione, sono più alto di te», gli fece notare strizzandogli l'occhiolino.
«È fin troppo sveglia per avere soltanto quattro anni», confermò scuotendo la testa. «La mia piccola peste», sussurrò sfiorandole la schiena.
«Siete una famiglia stupenda Federico», gli disse con dolcezza. «Si respira un'atmosfera bellissima a casa vostra e vedervi con lei è qualcosa di meraviglioso».
«Ben vorrebbe adottare un altro bambino, me ne parla da alcuni mesi... io ho un po' paura di come potrebbero cambiare i nostri ritmi ma soprattutto quelli di Ashley e sto temporeggiando però mi piacerebbe tantissimo allargare la nostra famiglia», confessò emozionato.
«Sono sicuro che riuscireste a trovare un equilibrio... scommetterei tutto su voi due, se c'è una coppia che può gestire qualsiasi cosa siete tu e Ben», lo incoraggiò stringendogli affettuosamente la spalla e Federico sorrise, gli faceva sempre uno strano effetto quando qualcuno faceva commenti di quel genere sulla sua relazione con il moro.
«Brad e Scott!», urlò Ashley entusiasta, cambiando leggermente la giusta pronuncia.
Si mise ad agitare le gambe per farsi mettere con i piedi per terra e correre incontro ai due; erano abbastanza vicini, così Steven la lasciò scendere senza lasciarle la mano finché Bradley non fu a pochi passi da loro.
«Ciao cucciola, ti sono mancato?», salutò prendendola in braccio prima di farla volteggiare girando su se stesso. «Tu mi sei mancata molto ma ti prego lascia stare i miei capelli», scherzò strizzandole affettuosamente una guancia.
La bambina rise e prontamente affondò le dita nei ricci del ragazzo, giocandoci come faceva sempre. Le piaceva soprattutto quando aveva lo chignon, si divertiva a toccarlo ripetendo quanto fosse morbido.
«Bentornati sposini», dissero Steven e Federico all'unisono, quando anche Scott fu abbastanza vicino. «Non vi vedo così tanto stanchi da questo viaggio infinito», aggiunse il rosso scrollando le spalle.
«Abbiamo trascorso tre settimane di totale relax in Nord Europa... questa luna di miele è stata incredibile, è l'adrenalina che ci impedisce di crollare», rispose Scott sfiorando la schiena di quello che da poco meno di un mese era diventato suo marito.
«Totale relax è un po' esagerato amore, abbiamo fatto un sacco di escursioni in mezzo alla natura camminando per ore ed ore», gli ricordò Bradley. «Ci siamo tutti? Stanno per iniziare?», chiese poi, lanciando un'occhiata alla spiaggia.
«Sì, le ragazze sono andate al bar ma dovrebbero tornare tra poco... eccole, le vedo arrivare», rispose Federico osservando Rachel e Maya avvicinarsi facendosi largo tra la folla. «Dovrebbe iniziare tra cinque minuti, non sto più nella pelle... Ben è elettrizzato da giorni, ci tiene tanto a questa gara e si è allenato duramente, spero che vinca».
«Gli altri surfisti sono bravi, alcuni hanno condiviso il podio con me durante la pausa di Ben dal surf e so che non gli renderanno le cose facili ma lui ha qualcosa che loro non hanno e lo sappiamo tutti... la grinta di quel ragazzo è fuori dal comune ed è la sua carta vincente», si intromise Scott. «E poi questa gara è speciale... non può non vincerla», aggiunse alludendo al fatto che quel giorno cadesse l'anniversario della morte di Aiden e che quella competizione fosse sulla spiaggia in cui era accaduto l'incidente.
Federico aprì la bocca per rispondere ma la sirena annunciò l'imminente inizio della prima batteria, facendo scendere il silenzio sugli spalti.
Tutti i presenti presero posto senza sganciare lo sguardo dal bagnasciuga e il biondo sorrise nel vedere sua figlia seduta sulle spalle di Steven, era entusiasta e impaziente perché ormai quello del surf era diventato anche il suo mondo e si divertiva a vedere il suo papà fare magie in acqua.
Benjamin la portava spesso con sé in spiaggia quando doveva allenarsi e giocava con lei tra le onde, la faceva salire sulla propria tavola e le parlava dell'oceano, le raccontava di Aiden e di tutto ciò che gli passava per la testa per poi lasciarla in braccio a Federico e surfare per entrambi, con il sorriso sulle labbra e la voglia di rendere la sua famiglia orgogliosa di lui.
«Fede, ha preso una marea di punti con questa manovra, è stata impeccabile... da manuale!», esclamò Dylan entusiasta, dando una gomitata al biondo. «Sono senza parole, il replay di questo momento di gara farà il giro di tutte le TV nazionali... era un'onda difficile che molti avrebbero domato con qualche movimento semplice ma senza spingersi oltre invece Ben ha rischiato perché sapeva di potercela fare e ha fatto benissimo, se avesse sbagliato avrebbe perso almeno una posizione in classifica, forse anche due ma è stato grandioso e ammetto che io una manovra del genere non l'avrei mai saputa fare così bene», aggiunse cercando lo sguardo di Scott.
Il surfista annuì, dandogli ragione.
«È vero... io per una mossa simile gli darei il punteggio massimo e sono certo che lo faranno tutti i giudici, sì è davvero superato e posso giurare di non aver mai visto un'onda così complessa essere domata con questa precisione... ogni movimento è stato pulito e aggraziato, non avrebbe potuto fare di meglio», confermò passandosi una mano tra i capelli. «Ha sempre un'energia incredibile ma oggi ha una marcia in più... non ho ancora abbastanza elementi per giudicare visto che mancano ancora due batterie ma se continua così questa gara sarà la migliore di tutta la sua carriera», disse e Federico sentì una fiamma di orgoglio divampare al centro del petto. Lo aveva visto con i suoi occhi quanto Benjamin si stesse impegnando quel giorno ma sentire il parere tecnico di Dylan e Scott gli fece sorridere il cuore.
Ebbe la voglia di stringere la loro bambina tra le braccia e le sfiorò una gamba, facendole leggermente il solletico.
Ashley sembrò capire le sue intenzioni perché sporse le braccia nella sua direzione e Steven la mise giù, strizzando l'occhiolino al biondo prima di accarezzare con dolcezza il pancione di Rachel.
«Andiamo da papà?», chiese la bambina giocando con i capelli di Federico.
«È ancora presto piccola, non ha finito... tra mezz'ora possiamo andare», le spiegò dando un'occhiata allo schermo, che segnava il nome di Benjamin al primo posto. «Hai visto quanto è stato bravo?».
«Tanto», rispose e il biondo rise sistemandole il vestitino blu che indossava.
«Ho fame, prendiamo i pop corn?», chiese posando la testa sulla sua spalla.
«Va bene però mi devi promettere che non mi lasci la mano, c'è troppa gente e il bar è lontano... fai la brava?».
«Io sono sempre brava... papà Ben me lo dice tutti i giorni», disse e Federico alzò gli occhi al cielo, appuntandosi mentalmente di rimproverare scherzosamente suo marito.
«Tu sei una brava furbetta... ecco cosa sei, una piccola peste», replicò accarezzandole la chioma rossiccia, trattenendo una risata.
Ashley era un vulcano di energie, sempre sorridente e con due occhioni verdi e vispi che sapevano conquistare chiunque.
Sorrideva in ogni momento e aveva una gran parlantina, adorava entrambi i suoi genitori e non aveva mai fatto domande scomode.
Semplicemente percepiva tutto l'amore che sapevano donarle e donarsi, sentiva che non le mancava nulla anche se da qualche settimana aveva iniziato a chiedere un fratellino o una sorellina facendo emozionare Benjamin. Era legatissima ad entrambi ma Federico non poteva negare la straordinaria sintonia che da subito si era creata tra lei e il moro, sapevano capirsi con uno sguardo ed era stato proprio lui a notarla il giorno in cui avevano scelto di adottarla... da quel momento Benjamin non aveva mai smesso di trattarla come una principessa e di viziarla un po' nonostante cercasse di non esagerare.
«Benjamin, stabile in prima posizione, si sta riscaldando per tornare in acqua e affrontare la seconda batteria», disse il commentatore facendo diffondere la voce attraverso gli altoparlanti nell'esatto momento in cui Federico e Ashley tornarono ai loro posti.
«Giusto in tempo biondo», commentò Bradley facendo una linguaccia alla bambina, che prontamente lo imitò e si nascose sulla spalla del padre.
«Era tutto calcolato... ormai potrei dirigerla io una gara», scherzò e Scott lo guardò storto facendogli una smorfia.
«Beh devo ammettere che stai diventando piuttosto bravo ma ora non esagerare... sei comunque un pivello», disse ironico e Federico rise prima di essere richiamato dalla figlia.
«Shhhhh... c'è papà», urlò allungando il braccio e il biondo si sciolse guardando i suoi occhi verdi illuminarsi.
Tutti ridacchiarono e rimasero con il fiato sospeso per la durata dell'intera batteria, era quella decisiva perché se Benjamin avesse mantenuto il suo posto nessuno avrebbe potuto superarlo.
«Ha vinto, ha vinto anche stavolta», quasi sussurrò Federico quando sentì la voce del giudice annunciare i punteggi, era incredulo ma non troppo... aveva piena fiducia in lui.
«Che gara spettacolare», commentò Dylan estasiato fissando il tabellone.
«Sono senza parole... sarebbe stato un onore per me fare il giudice in una competizione così bella», disse Scott, visibilmente colpito. «Sappiamo tutti quanto Ben sia bravo, non è una novità ma oggi davvero si è superato... confermo quello che ho detto prima, è la gara migliore della sua carriera e di gare straordinarie ne ha fatte moltissime», precisò facendo emozionare Federico, sempre più orgoglioso.
«Sono così fiero di lui», sussurrò stringendo Ashley. «Papà è stato bravissimo tesoro, tra poco andiamo a dirglielo... sei pronta?», le chiese mentre gli altri surfisti concludevano la competizione, consci di non avere alcuna speranza di salire sul podio ma comunque determinati a finire la gara al meglio.
«Sì andiamooooo», disse entusiasta, sgambettando impaziente.
Steven rise e le tirò i codini per distrarla, aiutando il biondo a tenerla impegnata finché la gara venne dichiarata ufficialmente finita e i surfisti furono liberi di allontanarsi.
«Ci vediamo dopo ragazzi», salutò Federico facendosi strada tra la folla con la bambina sulle spalle e un lampo di orgoglio negli occhi, impaziente di abbracciare suo marito.
Lo vide avvicinarsi e rimase abbagliato dalla sua bellezza, come la prima volta.
I capelli bagnati e in disordine gli circondavano il viso abbronzato e colpito da un raggio di sole, la muta slacciata e arrotolata in vita segnava alla perfezione le sue gambe toniche e diverse goccioline d'acqua si rincorrevano sul suo addome contratto e decorato da nuovi tatuaggi.
Sorrideva felice ed emozionato e Federico pensò che quel sorriso non avrebbe mai smesso di far attorcigliare il suo stomaco.
Lo vide abbassarsi e allargare le braccia per accogliere Ashley e gli si strinse il cuore, era una scena che amava guardare.
«Sei stato bravissimo papà», disse la bambina e Benjamin si rialzò stringendola forte mentre cercava gli occhi lucidi del biondo.
«Ti amo campione», sussurrò Federico sporgendosi per baciargli le labbra. «Mi hai fatto emozionare tantissimo oggi... che gara incredibile Ben», aggiunse sfiorandogli la base della schiena.
«Sono così stordito da tutto che non riesco neanche a parlare... tra poco arriveranno i giornalisti e io non so cosa dire», ammise sorridendo quando Ashley gli baciò la guancia. «Qualcuno in giuria ha detto che questa è la mia gara migliore».
«Lo pensa anche Scott», svelò il biondo.
«Non può essere un caso che sia successo proprio oggi e proprio qui... è come se il destino avesse mescolato tutte le carte!», esclamò incredulo. «Ho odiato questa spiaggia per anni rifiutandomi di venire anche solo a fare un bagno e lo sai quanto mi sono agitato quando ho scoperto che la competizione era stata spostata in questo posto... non può essere solo una coincidenza che abbia fatto la mia gara migliore proprio nel giorno dell'anniversario della sua morte e nella spiaggia che l'ha visto gareggiare per l'ultima volta», disse e sentì gli occhi farsi lucidi mentre cercava istintivamente la sua mano per stringerla.
Federico era in procinto di rispondere ma alcuni giornalisti li raggiunsero porgendo i loro microfoni a Benjamin, che lasciò Ashley in braccio al biondo nonostante le sue proteste, per rispondere a qualche domanda finché non furono abbastanza soddisfatti da lasciarlo libero.
«Congratulazioni Benjamin», disse Travis appena i suoi colleghi se ne andarono.
Era rimasto in disparte fino a quel momento per potersi ritagliare un attimo di tranquillità con il moro e la sua famiglia, lontano dalle telecamere.
«Grazie di cuore», rispose abbracciandolo. «So che non vedi l'ora di andare a festeggiare, sarà un'intervista davvero breve ma lo sai che ci tengo», lo avvisò prima di accendere il microfono e avvicinarglielo. «Benjamin hai appena vinto un'altra medaglia e sbaragliato tutti i tuoi avversari... come vivi la tua ennesima vittoria?», chiese e il moro sorrise.
«Ogni medaglia è speciale e l'emozione è sempre fortissima ma questa gara aveva un significato importante per me... qui mio fratello ha surfato per l'ultima volta e oggi sono esattamente quindici anni dalla sua scomparsa, infatti ero piuttosto scettico sul prendere parte a questa competizione ma ho seguito il cuore e ho fatto bene... lui era con me in ogni onda», rispose tranquillo, lanciando un'occhiata al cielo prima di ridacchiare sentendo la vocina di Ashley che lo stava chiamando.
La prese in braccio e Travis sorrise con dolcezza, ricordava la prima intervista fatta a Benjamin dopo l'adozione e le parole che il moro aveva speso per raccontare di quanto fosse cambiata la sua vita, erano state così belle da essergli rimaste impresse a distanza di anni.
«Lei è indubbiamente la tua fan numero uno», commentò strizzandogli l'occhiolino.
«Sì, mia figlia fa sempre un tifo incredibile e ammetto che sono particolarmente orgoglioso di sapere che le piace molto guardarmi surfare... spero che scelga di seguire le mie orme, io avevo la sua età quando è nata la mia passione per il surf», rispose sfiorandole la guancia facendola ridacchiare. «A volte quando la vedo giocare al mare rivedo me stesso da piccolo ma mi fa strano pensare che a soli quattro anni ero già innamorato di questo sport... lei si diverte tantissimo a nuotare e a fare la principessa sulla mia tavola ma per ora non mi ha mai detto di voler surfare e io non voglio forzarla in alcun modo, mi piacerebbe se lo facesse ma la lascerò libera di seguire qualsiasi strada voglia intraprendere», aggiunse e vide Federico emozionarsi, sapeva quanto amasse sentirlo parlare della loro bambina.
«Indubbiamente avrebbe l'insegnante migliore», constatò Travis. «Cosa provi sapendo che la tua famiglia ti guarda dagli spalti tifando sempre per te?».
«Gratitudine e felicità», rispose senza alcuna esitazione. «Mi emoziona molto sapere che loro due hanno piena fiducia in me e si emozionano ogni volta che mi vedono surfare nonostante mi guardino farlo quasi ogni giorno... so che posso condividere tutto con la mia famiglia ed è ciò che ho sempre sognato da quando quasi dieci anni fa sono tornato in acqua», precisò sentendo la voce spezzarsi sotto il peso dell'emozione. «Ashley e Federico sono il senso di ogni cosa e renderli orgogliosi e fieri di me è una gran soddisfazione... sono la mia felicità e questa medaglia è per loro e per mio fratello Aiden, che non so da dove mi stia guardando ma so che lo sta facendo», concluse e Travis spense il microfono prima di stringergli affettuosamente la spalla.
«Anche io sono fiero di te», disse sincero.
«E della splendida famiglia che hai», aggiunse allontanandosi, lasciando Benjamin libero di godersi le attenzioni delle sue persone preferite al mondo.
«Saremo sempre orgogliosi di te amore», sussurrò Federico cingendogli i fianchi mentre posava l'altra mano sulla schiena di Ashley, abbracciando entrambi.
«Grazie per aver sempre creduto in me, soprattutto quando io non riuscivo a farlo», rispose rubandogli un bacio. «Temevo che questa gara andasse male a causa delle mie preoccupazioni sulla location e il significato che questa data ha per me ma tu hai saputo calmarmi e le parole che mi hai detto in macchina mentre venivamo qui sono state importantissime... le ho ripetute nella mente quando mi stavo scaldando e poco prima di entrare in acqua, infatti al momento di afferrare la tavola per mettermi in posizione ero tranquillo», spiegò grato prima di ridacchiare perché Ashley aveva iniziato a reclamare la loro attenzione.
«Io crederò sempre in te amore e sarò lì, pronto a ricordarti quanto vali, ogni volta che ne avrai bisogno», replicò Federico.
«Papà mi porti in acqua?», chiese la bambina giocando con la medaglia al collo del moro. «Sulla tua tavola», precisò indicandola.
«Ti piace proprio fare la principessa eh», la prese in giro toccandole il naso.
«Sei tu che la vizi troppo», constatò ironicamente Federico.
«Non è vero», si difese ma l'occhiataccia del biondo lo costrinse ad ammettere la verità. «E va bene un po' è vero ma come posso resistere se mi guarda con i suoi occhioni e quell'espressione a cui è impossibile negare qualcosa?», disse scrollando le spalle.
«Come devo fare io con voi due?», finse di lamentarsi alzando lo sguardo al cielo.
«Ma smettila che ci ami tantissimo e poi vorrei ricordarti che anche tu cedi quando prima di addormentarsi ti costringe a finire il libro delle favole anche se non ne puoi più di leggere... o quando vuole un altro biscotto dopo che hai già ritirato il pacco da dieci minuti», gli ricordò compiaciuto.
«D'accordo, hai vinto», si arrese ridendo mentre il moro prendeva Ashley per mano e la tavola sottobraccio per raggiungere la riva.
Federico rimase fuori a scattare loro qualche foto e registrare un breve video per immortalare quegli attimi di pura gioia e di amore immenso. Poco dopo ripose il telefono in tasca e si sedette sulla sabbia con un enorme sorriso sulle labbra; Benjamin e Ashley ridevano schizzandosi a vicenda e il biondo sentì il cuore dilatarsi per le troppe emozioni che quei due insieme gli regalavano.
In quel preciso istante sentì che era arrivato il momento, non voleva più aspettare.
«Amore!», lo chiamò avvicinandosi, immergendosi fino alle ginocchia prima di camminare verso di loro. «Ti devo dire una cosa», annunciò emozionato, prendendogli la mano mentre Ashley, seduta sulla tavola, giocava con l'acqua. «Adottiamo un altro bambino Benjamin... so che ti ho detto di non sentirmi pronto e di avere paura ma ogni volta che ti guardo con lei io mi sciolgo, sei un papà eccezionale e sia io che Ashley siamo fortunati ad averti! Voglio un altro figlio con te, voglio rivivere tutte le emozioni che abbiamo vissuto da quando abbiamo scelto di adottare la nostra bambina e voglio che lei abbia un fratellino o una sorellina», disse tutto d'un fiato, osservando migliaia di emozioni diverse addolcire il viso del moro. «Voglio guardare i nostri figli giocare insieme, divertirsi, supportarsi e confabulare contro di noi per farci qualche scherzo, sentirli litigare per poi fare pace come se non fosse successo niente... voglio vivere, da genitore, quello che non ho mai vissuto essendo figlio unico! Voglio che tu possa rivedere, in loro due, quello che hai avuto con Aiden e raccontare ad entrambi quanto è bello crescere in due e avere la certezza di non essere mai soli».
Benjamin aveva gli occhi lucidi e istintivamente gli prese la mano, portandosela alle labbra per depositarvi un bacio leggero.
«Davvero lo vuoi Federico?», chiese con la voce tremante, mentre Ashley lo schizzava felice muovendo le gambe.
«Sì amore mio, sì... voglio un altro figlio», confermò annegando nel suo sguardo.
«Non potevi scegliere giorno migliore per dirmelo... hai sempre la straordinaria capacità di cogliere il momento giusto», sussurrò emozionato, attirandolo a sé. «Non vedo l'ora di rivivere tutto con te, è stato bellissimo adottare Ashley... stavolta saremo più preparati e spero che questo renda meno insidiosa la parte burocratica così da permetterci di vivere appieno il resto, senza troppe preoccupazioni», aggiunse ricordando quanto fosse stato importante avere uno l'appoggio dell'altro in quei mesi di documenti da firmare, telefonate, attese e tante paure che si erano sciolte in abbracci rassicuranti.
«Sarà un altro viaggio da affrontare insieme... con la certezza di avere un gran bel panorama da godersi alla fine della strada», rispose sfoggiando la sua vena poetica. «Io, te e la nostra piccolina», precisò sfiorando la guancia di Ashley, che non aveva seguito il discorso ma stava osservando entrambi con un sorriso sulle labbra e il suo immancabile sguardo vispo e attento, sempre pronto a catturare ogni dettaglio.
«Papà», strillò felice strizzando gli occhi per ripararsi dal sole. «Vi voglio bene», disse sorridendo, prima di tornare a concentrarsi sul fiocchetto rosa del suo costume.
«Anche noi tesoro», risposero all'unisono, emozionati come ogni volta che la bambina diceva quelle tre parole.
Federico le sfiorò la testa prima di appoggiare la mano sulla guancia di Benjamin e baciargli con dolcezza le labbra.
«Ti amo così tanto amore... mi hai dato tutto quello che ho sempre sognato», sussurrò felice, appoggiandogli la testa sulla spalla.
«Tu mi hai dato tutto quello che non sapevo di volere... una famiglia e un amore immenso, che non credevo nemmeno di meritare», rispose accarezzandogli la schiena mentre il cielo si fingeva di arancione e sfumature violacee. «Ti amo Federico», bisbigliò prima di baciargli la tempia e stringerlo forte a sé.
Era felice e orgoglioso di tutto ciò che aveva, alzò un'ultima volta lo sguardo al cielo osservando le nuvole per dedicare un pensiero a Aiden e sorridere consapevole che il suo fratellino sarebbe stato pienamente fiero di lui.
«Mi manchi così tanto che fa male ma spero tu possa respirare un po' della mia vita Den... sei sempre in ogni cosa», pensò e solo per un attimo gli occhi si sporcarono di lacrime ma poi sentì la vocina di Ashley che lo chiamava e tutto tornò al suo posto.
«Non voglio uscire, restiamo ancora», disse aggrappandosi al suo braccio.
«No tesoro, c'è troppo vento e stanno arrivando le onde grandi... le guardiamo dalla spiaggia, va bene?», rispose prendendola sulle spalle trascinando con sé la tavola.
«Ma tu stai sempre sulle onde grandi, perché io e papà non possiamo?», chiese imbronciandosi e Federico rise.
«Ecco, ora dalle torto se ci riesci», scherzò facendogli una linguaccia.
«Perché è pericoloso per chi non è un surfista come me... e poi tu sei piccola», spiegò sperando che quella risposta le bastasse.
«Ho quattro anni, non sono piccola!», si lamentò guardando il biondo. «Vero?», chiese tentando di convincerlo.
«Sei piccola e papà ha ragione, è pericoloso giocare tra le onde quando sono così alte... non hai nemmeno i braccioli», disse e la bambina sbuffò. «Ci mettiamo qui sull'asciugamano a guardarle e poi facciamo un bel castello di sabbia tutti e tre insieme», propose sapendo quanto le piacesse giocare vicino al bagnasciuga.
«Va bene papi», acconsentì quando Benjamin la mise giù facendola tornare con i piedi per terra.
Si sedettero a guardare l'oceano incresparsi sempre di più mentre il vento faceva danzare i loro capelli bagnati e giocarono ancora e ancora, senza stancarsi mai.
Il moro si incantò con lo sguardo a seguire i movimenti dell'acqua, pensando a quanto fosse affascinante il mare agitato.
Così caotico ma sempre capace di calmarlo.
Nessuno dei tre si accorse dei passi di Bradley, intento ad avvicinarsi per scattare una foto di nascosto e immortalare quel momento degno di nota in una fotografia da appendere alle pareti.
Il ritratto di una famiglia unita e felice, all'ombra di un tramonto dai toni delicati.
Si commosse guardandoli mentre sentiva le loro risate, era un quadro perfetto per rappresentare la felicità.
Click, l'amore in uno scatto indelebile.
Destinato a durare per sempre.

As free as the ocean | FenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora