[22] It's Kill or be killed

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1000 anni fa l'odore di morte era quello che infestava le terre ed i campi.
Cadaveri sparsi per ogni dove, alcuni integri ed alcuni a pezzi.
Tutti gli eserciti si facevano a guerra, ormai senza alcun motivo.
Un giovane ragazzo dai capelli castani era in piedi, su una pila di cadaveri.
Aveva in mano una spada, ormai consumata dal sangue.
Il ragazzo respirava a fatica ed era esausto, chiuse per un attimo gli occhi e le sue gambe cedettero, facendolo rotolare sulla pila di cadaveri e facendolo cadere su di un altro letto di cadaveri.
Il ragazzo era sporco di sangue dalla testa ai piedi, ormai non sapeva neanche se quel sangue fosse suo o dei nemici che aveva ucciso.
Il rumore degli zoccoli di cavallo che si avvicinavano gli fece aprire gli occhi, ma le sue gambe ormai avevano ceduto, quindi non riuscì ad alzarsi.
I rumori dei passi dei cavalli si fermarono, ed un uomo dai capelli lunghi e neri scese da uno di questi cavalli.
L'uomo fece un paio di passi verso il ragazzo, oscurandolo con la sua ombra.

Sei stato tu a fare tutto questo?

Chiese l'uomo, senza ricevere alcuna risposta.
Il ragazzo aveva gli occhi stanchi, quasi rassegnati, mentre guardava negli occhi l'uomo di fronte a lui.
All'uomo bastò uno sguardo agli occhi del ragazzo per trovare la risposta lla sua domanda.
L'uomo si inginocchiò e tese una mano al ragazzo, suscitando stupore negli uomini che lo stavano accompagnando a cavallo.

Il mio nome è Augustus Erikk III, Il leader del Wandereich.
Anche conosciuto come "Sua Maestá".

Il ragazzo spalancò gli occhi dallo stupore e dal terrore che quest'uomo aveva suscitato nella sua anima.
Il Wandereich era l'esercito più potente del mondo degli spiriti, avendo sottomesso la maggior parte delle popolazioni con guerre violentissime.
Era sempre stato descritto come una persona fredda e senza cuore, ma per qualche motivo il ragazzo percepì del calore nelle parole di quell'uomo.
Il ragazzo si fece forza e si alzò, tremante, e afferrando la mano dell'uomo tornò a reggersi in piedi, senza più sentire la fatica.
Alle spalle dell'uomo conosciuto come "Sua Maestá", il ragazzo notò quello che sembrava un bambino con degli strani occhi viola sul cavallo bianco da cui era sceso l'uomo dai lunghi capelli neri, ma la sua attenzione fu riportata all'uomo che aveva davanti, quando quest'ultimo gli fece una domanda.

Sua Maestà:Come ti chiami?

Il mio nome è Kishibe.

Rispose il ragazzino, ancora intimidito dall'uomo che aveva di fronte e che si era alzato.

Sua Maestà:Non hai un cognome?
Kishibe:No, sono cresciuto sul campo di battaglia, non ho mai conosciuto i miei genitori...questo nome mi è stato affibiato da uno dei banditi che mi ha costretto a lavorare per lui.

L'uomo rimase in silenzio per un attimo, prima di sorridere al ragazzo.

Sua Maestá:Possiedi delle notevoli abilitá, vorresti entrare a far parte del Wandereich?

La richiesta sbalordì il ragazzo, lasciandolo pensante per un attimo.
Un ragazzo dai capelli per metá bianchi e per metá neri scese da uno dei cavalli che era fermo dietro a quello di Sua Maestà, avvicinandosi a lui e fermandosi proprio in mezzo a lui e al ragazzino.

I Party di Alessandro Can't Fear Your Own WorldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora