Pattinare ? Bella battuta

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Mancavano due soli giorni alla gita.
Non vedevo l'ora.
Stavo beatamente dormendo quando qualcuno mi tirò via la coperta.
Aprì un occhio. « Chiunque mi abbia svegliato si prepari a scappare » sentì una risatina.

Mi alzai e aprì gli occhi. Un momento prima Ricky stava tranquillamente davanti al mio letto e un secondo dopo era già fuori dalla porta. Stava scappando.
Mi alzai di scatto e lo rincorsi.
« Pulceeee questa me la paghi! » Lo rincorsi per tutta la casa come Tom e Jerry.

Alla fine lo buttai sul divano e gli feci il solletico « hahhahah basta » disse tra una risata e l'altra con le lacrime agli occhi.
« Prima chiedi scusa e poi valuterò se lasciarti andare o no » dissi perfida.
« Ahahhah ok ok basta ti supplico sto morendo » lo torturai ancora un po', poi lo lasciai andare.

Ero così concentrata a torturare mio fratello da non accorgermi che nel salotto c'era Brit con una borsa gigantesca in mano. Scoppiò a ridere. « Perché non mi hai detto che c'era Brit? » Chiesi a mio fratello fredda.

Il poverino mi guardò impaurito « è quello che cercavo di dirti » sussurrò scappando di sopra. « Pappamolle » sibilai.
Brit venne a sedere accanto a me.
« Perché mi hai svegliata alle...? » Guardai l'orologio appeso alla parete.

Mi venne un'infarto «ALLE 8 DI MATTINA?!» Gridai furiosa. Mi sorrise innocentemente « volevo chiederti se ti andava di pattinare? »
« Stai scherzando vero? Ti prego dimmi che scherzi. » Non capiva.

« Tu vuoi che io pattini sul ghiaccio alle 8 mentre sono ancora rincoglionita? E poi sai che non sono.. come dire, propriamente compatibile con il ghiaccio » rise.
« Per questo ci sono io. »
« Intendi... solo noi due? » Non rispose.

Tanto sapevo già la risposta « no, non rispondere tanto so già cosa succederà. Arriverà Brian e te ne andrai con lui, lasciandomi da sola come fai sempre » mi prese le mani nelle sue.
« Non ti lascio mai da sola. Sei tu che da brava solitaria non stai con noi » ribatté sorridendo.

« Non mi va di fare la terza incomoda, grazie ma no grazie » mi alzai.
« Vado a vestirmi tu, fai come se fossi a casa tua » in un certo senso era così visto che passavamo molto tempo insieme.

Mi feci una doccia gelata e mi vestì.
Arrivammo davanti all'ingresso della pista di pattinaggio e andammo a noleggiare i pattini. Li indossai ma rimasi sulla panchina. Mi guardai intorno, ah eccolo lì.

Brian stava venendo da questa parte per prelevare la sua bella. « Ciao Er » lo salutai con la mano. Scesi in pista prima che quei due mi chiedessero di rimanere.

Siccome ero una completa frana sul ghiaccio andai a sbattere contro qualcuno che cadde rovinosamente a terra « cazzo che male » quella voce portava solo guai. « Tu? » Alzò la testa.

« Ecco chi mi ha fatto cadere. Non potevi che essere tu » gli feci la linguaccia e tentai di alzarmi peggiorando solo la situazione. Caddi di nuovo a terra. Mi faceva un male cane il fondoschiena.
« Che imbranata, dammi la mano. Su che ti aiuto » lo guardai male.

« Piuttosto che farmi aiutare da te rimango per terra. » Sorrise.
« Come vuoi » mi alzai. Ce l'avevo fatta. Oh no, scivolai all'indietro e caddi di nuovo.
Quel coglione ne approfittò per ridere.
« Idiota che hai da ridere? » sbottai acida.
« Sei proprio una frana. »
« Grazie tante hai detto qualcosa che non sapevo » ribattei massaggiandomi la parte lesa.

Brutto pezzo di stronzo questa te la faccio pagare.

Mi porse la mano ma io lo guardai sospettosa. « Vuoi alzarti si o no? » Chiese seccato.
« Hai nascosto qualche cosa che da la scossa? » Scoppiò a ridere.

Aveva una bella risata. « Niente scosse » mi fece vedere la manica. Afferrai il braccio e mi alzai.
« Niente grazie? » Mi sfotté.

« È solo per colpa tua che sono caduta » sgranò gli occhi dalla sorpresa.
« Ma se sei tu che mi sei venuta addosso » ghignò fintamente offeso. « Se non ti fossi piazzato in mezzo alla pista non ti sarei venuta addosso. »
« Beh in questo caso... » tolse la mano dal suo braccio.

Se sperava che cadessi così, si sbagliava di grosso, mi aggrappai al suo braccio e lo trascinai con me a terra.
Eravamo a pochi cm di distanza, non riuscivo a distogliere lo sguardo.
Quei cazzo d'occhi color nocciola erano peggio di calamite.

Scossi la testa per cancellare quei pensieri idioti, lui però continuava a guardarmi insistentemente. « Che c'è? Ho qualcosa sulla faccia? » Chiesi allarmata.
« No, è che sei bella» sussurrò a malapena.
« Come? Credo di aver sentito male. » Scosse la testa come per cancellare i pensieri e sorrise malizioso.

« Ti piace cadermi addosso eh? Non riesci a stare lontano da me. » Aveva cambiato argomento, astuto.
« Nemmeno nei tuoi sogni » dissi alzandomi e andandomene, lasciandolo lì da solo come un pollo.

Mi tolsi quegli stupidi pattini e andai a restituirli. Avevo sete, non avevo fatto nemmeno colazione per colpa di quell'ingrata della mia migliore amica, così andai a prendermi un cappuccino alla caffetteria.

Mi sedetti ad un tavolo e aspettai il mio cappuccino « è libero questo tavolo? » Chiese una voce maschile. Alzai la testa e incontra due occhi blu scuri come la notte.

« Si è libero » si sedette di fronte e mi sorrise.
« Anche tu sei venuta per pattinare? » Chiese con tono dolce.
« Sinceramente mi ci hanno trascinato » risposi sorridendo.

« Allora siamo in due » era simpatico, niente a che fare con quel pezzo di ghiaccio di White.
« Posso sapere come ti chiami? »
Mi sorprese. « Eryn, tu? »
« Bel nome, io mi chiamo Erik. »
« Niente male neanche il tuo » mi sorrise.

Aveva i capelli neri tenuti all'insù da un ciuffo.
« Come te la cavi con il pattinaggio » ne se uscì curioso.
« Veramente... » sorrisi fintamente imbarazzata. « Sono un pericolo vivente quando si stratta di pattinare » ammisi.

Ammettere che non ero brava in qualcosa mi costava molta, molta fatica.
Il mio cappuccino era arrivato così ne bevvi un sorso « ma no dai, secondo me hai bisogno solo di qualcuno che ti insegni. »

« Forse hai ragione ma dove lo trovo un insegnante disposto ad insegnare a una che è completamente negata con il ghiaccio? » chiesi sconsolata.
« Ce l'hai di fronte » disse contento.
« Dici sul serio? » Chiesi.
« Non scherzo su cose che possono fare male » ridemmo.

« Già, sono caduta un paio di volte. Ho il fondoschiena a pezzi. »
« Una volta che avrai imparato non accadrà più » mi convinse.
« Ma ti avverto sono proprio un caso senza speranze » dissi ridendo.
« Mi piacciono le sfide » uscimmo dalla caffetteria e ci dirigemmo alla pista.

Mi prese per mano e mi fece vedere i movimenti giusti.
Una volta capiti mi lasciò la mano per vedere come me la cavavo « impari in fretta » mi fece l'occhiolino.

« È tutto merito dell'insegnante » dissi ridendo.
« No dell'allieva che è intelligente e bella.»
« Grazie per il complimento ma... » andai a sbattere contro qualcuno.

Non di nuovo « Ward ancora tra i piedi stai? Si vede proprio che non riesci a stare lontano da me » ghignò.
« Senti, idiota se tu non guardi dove vai non è mica colpa mia » esplosi arrabbiata.
« Sei tu che non ci sai andare sui pattini » mi sfotté.
« Non ci sapeva andare vuoi dire » lo corresse Erik.

White lo guardò scocciato. « E tu chi sei? » chiese seccato.
« Un mio amico » intervenni.
« Dì al tuo amico di non intromettersi. Ah e ci vediamo stasera a casa tua Ward » sorrise andandosene.

Stasera a casa mia? Cosa c'era stasera che io non sapessi? « È un tuo amico? » chiese Erik sorridendo.
« Se avessi amici come lui sarebbe la fine del mondo » ammisi scuotendo la testa contrariata.


***ANGOLO AUTORE***

Ho scritto il capitolo il più lungo possibile spero vi piaccia e continuate a seguire la storia.
Chi vi piace di più :
Il misterioso Erik o il nostro Will.
Fatemi sapere baci alla prossima.
E vi prego perdonatemi per eventuali errori ma non sono a casa e scrivo dal cellulare. :-) by Bell

Odio + Amore = Fisica AttrazioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora