Capitolo 58

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Ashlee P.o.v

Sento solo un forte dolore. La testa, i fianchi, le braccia... un dolore lancinante. Percepisco delle voci, ma non riesco a vedere nessuno.

"Dove mi trovo?" provo ad aprire gli occhi, tuttavia non ci riesco. L'ultima cosa che ricordo è di me nella macchina di Blake e lui completamente terrorizzato. Non voglio immaginare ora come si senta, avrà fatto qualcosa a Lucian? Non voglio che si metta nei guai per colpa mia. Gli altri avranno saputo cosa mi è successo? Nathaniel come avrà reagito? Mamma... papà... Jake. Non può vedermi così, dopo tutto quello che gli sta succedendo, non credo riuscirà a sopportare anche questo. Continuo a sentire delle voci, le quali poco alla volta diventano più chiare.

"L'intervento è andato molto bene, dovrà portare il gesso per un paio di mesi e le bende sulle ferite dovranno essere curate almeno due volte al giorno."

"Se è andato tutto così bene come dice perché è ancora svenuta?" domanda con tono nervoso Jake. No no no, non deve stare qui.

"Jake tesoro calmati" lo ammonisce dolcemente mia madre.

"Ha subito un forte trauma cranico, ma la sua attività cerebrale è normale e non ci sono edemi. Dobbiamo solo aspettare riprendere conoscenza quando sarà il momento." Spiega con calma il dottore. Le voci si allontanano sempre di più e nel mentre sopraggiunge l'oscurità, che mi sottrae dal dolore.

Ho come la sensazione che un centinaio di massi siano stati depositati sopra al mio corpo; è tutto pesante e dolorante la testa, gli arti, le palpebre che si ostinano a rimanere chiuse. Sono in completa balia del dolore, vorrei urlare per scacciarlo, ma la mia bocca non accenna ad aprirsi. Riemergo lentamente dall'incoscienza, come se fossi sott'acqua e piano piano stessi risalendo fino ad arrivare alla superficie. Quelli che prima sentivo come suoni diventano voci.

"Jake da quanto tempo sei qui?" - domanda Blake con voce preoccupata – "dovresti riposarti un po', ti manca poco per diventare uno zombie." Cerca di sdrammatizzare, però lo sento dalla voce che si sta sforzando.

"Non la lascio" dice con voce rotta e percepisco delle piccole gocce sul dorso della mia mano.

"Starò io acconto a lei. Dopo tutto è il minimo che possa fare" replica Blake. Non dirmi che si sta dando la colpa per quello che è accaduto?

"No, Blake. Voglio esserci quando aprirà gli occhi e tu devi smetterla di torturarti in questo modo. Nessuno ti da la colpa, hai fatto tutto il possibile. Solo perché faceva parte del tuo gruppo non potevi immaginare che avrebbe avuto una reazione del genere. So benissimo che se anche solo avessi avuto un minimo dubbio, avresti fatto di tutto per fermarlo." Afferma Jake in tono fermo.

"Dovevo capirlo che c'era qualcosa che non andava. Era troppo ossessionato" riprende Blake con la voce che gli trema. Blake... non è stata colpa tua. Ma perché non riesco a muovere un muscolo? Sento un rumore assordante e dei passi. Jake deve essersi alzato.

"Ascoltami... te lo dirò solo una volta. Smettila di incolparti per qualcosa che andava al di fuori del tuo controllo. Tu le hai salvato la vita, se non ci fossi stato tu, a quest'ora non voglio immaginare cosa le sarebbe potuto succedere. Quindi dacci un taglio o giuro che ti prendo a pugni e ti faccio ragionare per una buona volta" ribatte seriamente

"Non sarebbe carino se Ashlee si svegliasse e ci vedesse fare a botte" risponde in modo divertito Blake e sento che anche Jake sghignazza.

"Se succedesse credo che ci inseguirebbe per tutto l'ospedale." ribadisce.

"Vero. Davvero Jake, non hai una bella cera. Se proprio non vuoi tornare a casa, almeno esci a prendere un po' d'aria. Rimango qui con Lee e per qualsiasi cosa verrò subito a chiamarti" lo rassicura. Qualche secondo dopo sento della porta della stanza aprirsi e richiudersi segno che Jake gli ha dato ascolto.

UN BACIO TRA AMORE E ODIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora