Capitolo 51

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"Amore ho finito gli allenamenti, per tutto il tempo non ho fatto altro che pensarti. Sto venendo da te, devo vederti assolutamente, non riesco a stare qualche minuto di più senza di te. Incontriamoci alle 6:30 del pomeriggio al parco vicino casa tua" 

Questo è quello che Nathaniel mi ha scritto appena dieci minuti fa e sono ancora qui ad impazzire per trovare qualcosa di carino da mettere, non che sia una cena o quant'altro; però voglio rendermi quantomeno decente. Dopo venti minuti passati a fissare l'armadio decido finalmente cosa indossare, mi rinfresco velocemente e indosso un semplice maglioncino grigio lungo fino alla vita, un jeans nero a vita alta e un paio di converse.

Faccio per prendere la borsa ma sento il mio cellulare squillare, non perdo tempo per tirarlo fuori e rispondere perché so già che è Nathaniel, mi vorrà avvisare che è arrivato. Quindi senza guardarlo lo blocco e corro via.

Chissà cosa mi vorrà dire, per non poter aspettare così tanto deve essere davvero importante. Non sarà che avrà avuto dei ripensamenti sull'organizzazione della festa? Magari non vuole più partecipare e vuole fare solo qualcosa con me; potrebbe aver accettato per gentilezza e per non sembrare scorbutico e guastafeste.

Mio Dio, quest'ansia mi sta uccidendo, devo assolutamente sapere che cosa gli sta passando per la testa. Nel frattempo sono arrivata ma di lui non c'è ancora nessuna traccia, ma fa sul serio? Calmati Ashlee, magari avrà avuto solo un imprevisto, non è il tipo di ragazzo che ti da buca o non ti avvisa se non può più venire.

Aspetto per altri cinque minuti, ma nell'attesa mi sono mangiata quasi tutte le unghie delle dita, così alla fine decido di chiamarlo e nell'accendere il mio telefono vedo una chiamata da parte di Blake. Per quale motivo mi ha chiamata? Oggi dovevo chiedergli se sapeva qualcosa su mio fratello, ma fra tutte le cose che sono successe non ci ho più pensato e adesso non ho il tempo per potergli parlare, così chiamo Nathaniel ma senza ricevere risposta

Chiudo la chiamata e comincio a camminare cercando di farmi passare il nervoso. È strano che stia facendo ritardo non è da lui, sono sicura che ci sia una spiegazione per questo suo ritardo, perché non mi ha avvisata? Passato qualche minuto e non vedendolo arrivare riprovo a chiamarlo, ma come prima non mi risponde. Chiudo la chiamata e allo stesso tempo sento dei passi alle mie spalle, non faccio in tempo però a voltarmi che qualcuno mi tappa la bocca e mi trascina via. Comincio a dimenarmi per il panico e per liberarmi dalla sua presa, però è troppo forte e quindi i miei sforzi sono tutti inutili. Alla fine arriviamo in un punto nascosto del parco e vengo buttata a terra nemmeno fossi un oggetto. L'urto mi provoca una fitta di dolore al fianco e al braccio sinistro, mi alzo la manica per controllarlo e vedo uscire un po' di sangue dal gomito.

"Stronzo mi hai fatto male!" gli urlo e nel frattempo cerco di tamponare la ferita con un fazzoletto.

"Credimi è il minimo che ti meriti. Ringrazia che mi sto trattenendo." Mi risponde una voce che ormai conosco fin troppo bene.

"Lucian! Ma cosa ti dice il cervello?" continuo ad urlargli. Intanto cerco il mio telefono per chiamare qualcuno, ma mi accorgo di averlo perso probabilmente durante la colluttazione. Lo sento avvicinarsi e come sollevo la testa verso di lui con una mano mi afferra con forza per i capelli.

"Le tue stupide urla mi stanno parecchio infastidendo. O ti decidi a chiudere la bocca o lo farò io molto volentieri." Replica in tono irritato, nel frattempo continua a stringermi e tirarmi i capelli provocandomi una fitta di dolore. Provo a rialzarmi in tutti modi,

"Maledizione lasciami andare... lscia..." non termino la frase che sento un colpo sulla guancia, la quale comincia a bruciarmi e a farmi male. Il colpo è stato talmente forte che mi ha fatto sbattere per terra.

UN BACIO TRA AMORE E ODIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora