P.o.v Blake
La suoneria del mio telefono si propaga per l'intera stanza provocandomi una fitta dolorosa alla testa. Sbuffo mentre cerco di arrivare al comodino dove la sera precedente ho appoggiato – anzi lanciato- il mio cellulare. O almeno dove credo che sia dato che comincio a muovere la mano, ma non lo trovo.
"Cazzo! Pure a nascondino si deve mettere a giocare?" commento con voce roca. Alla fine lo trovo a terra oltre il comodino, guardo chi è per poi rispondere.
"Perché mi chiami a quest'ora del giorno? Sai che prima delle dieci non voglio sentire nessuno. Soprattutto dopo la serata passata ieri." Dico con voce irritata.
"Buongiorno anche a te amico. Volevo chiederti se sei ancora sicuro di non voler venire alla festa, dato che hai organizzato tutto tu" replica in tono retorico il mio caro amico Brian.
"Se avessi cambiato idea, non credi ti avrei chiamato io?" gli domando in tono esasperato alzandomi a malavoglia dal letto
"Vuoi parlarne?" mi chiede e la sua domanda mi lascia un attimo interdetto, alle volte dimentico che lui mi conosce meglio di quanto mi conosca io.
"Di cosa?" fingo di non capire.
"Di qualsiasi cosa ti abbia reso talmente asociale e quasi distruttivo nei tuoi confronti. Riguarda tuo padre?" mi domanda con cautela, sa che l'argomento è molto delicato per me.
"Ormai lo stronzo è parte integrante dei miei problemi in un modo o nell'altro, ci ho fatto l'abitudine. Comunque non c'è niente che io debba dirti, va tutto come al solito." Ribatto come se nulla fosse.
"Alle volte mi chiedo se tu mi credi stupido" - lo sento sbuffare dall'altra parte del telefono – "almeno vieni in discoteca, ci saranno tutti e vorremmo festeggiare insieme a te stronzo" mi rimprovera.
"Se accetto mi lascerai dormire in pace e non mi tartasserai con le tue domande inutili?" propongo
"Va bene. Cercherò di trattenere il mio istinto d'amico, però dovrai venire o diventerò molto insistente tanto da fartene pentire"
"Oh no che paura" esclamo fingendomi spaventato.
"Molto divertente. Ti dirò solo quest'ultima cosa, per qualunque problema sai che puoi venire da me, l'affronteremo insieme qualsiasi cosa sia successa. Non affrontare tutto da solo hai me e i ragazzi, ti saremo vicini per qualunque cosa." Ribatte con tono serio questa volta.
"Aspetta vado a prendere i fazzoletti, mi hai fatto commuovere" rispondo fingendo dei singhiozzi e di asciugarmi delle lacrime, anche se lui non può vedermi.
"Alle volte sei proprio un coglione" mi insulta ma posso sentire dalla sua voce che sta sorridendo. Alla fine ci salutiamo e chiudo la chiamata ributtandomi di conseguenza nel letto. Non ho voglia di andarci a quella stupida festa e saper di dover incontrare lei, perché so perfettamente che appena la vedrò le mie parole nei suoi confronti non saranno delle più belle. Se solo ci ripenso mi viene voglia di prendere a pugni qualcosa, anche se so che attenuerà solo di poco la mia furia. Ho messo a nudo i miei sentimenti e lei ha pensato solo a scappare e non mi ha degnato nemmeno di una risposta. Non voglio pensare al fatto che dopo la mia rivelazione le siano venuti i sensi di colpa nei confronti di quel Math. Dopo quello che le ha fatto passare, Dopo averla consolata ed essergli stato vicino, i suoi pensieri sono rivolti a quello stronzo.
Sono stato solo un passatempo per lei ecco tutto, quindi perché dovrei continuare a starle dietro? Sono Blake Collins e posso trovarmi ragazze dieci volte meglio di quella ragazzina. Dovrei ricominciare ad essere menefreghista come lo ero prima, fare sesso solo per puro divertimento, senza legami.
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UN BACIO TRA AMORE E ODIO
RomansaLei Ashlee Evans, una ragazza di 17 anni, una famiglia perfetta, degli amici pronti a sostenerla in tutto e con un grande sogno nel cassetto pronta a realizzarlo nei migliori dei modi ma... Lui Blake Collins un ragazzo di 19 anni, un padre complic...