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"Sei un coglione" esclamai quando ben tre ore dopo uscimmo dall'anfiteatro con i neuroni consumati da tante informazioni.

"Non mi ringraziare bambolina, so che ti è piaciuto" rispose ridacchiando sfacciatamente.

"Che sia la prima e l'ultima volta. Ti avverto" lo minacciai quindi, lanciandogli un'occhiataccia.

In tutta risposta scoppiò a ridere e mi baciò una fronte prima di dileguarsi insieme a Charles e alcuni altri ragazzi.

Io svoltai l'angolo e ricominciai a prendermi a pugni mentalmente.

Dov'era finito il mio buon senso?

Camille aveva ragione, stavo oltrepassando tutti i limiti. Insomma, ero sempre stata una donna indipendente, con un fegato da vendere.

Come diavolo mi riducevo a pendere dalle sue labbra come un burattino. Come potevo bramare così intensamente le sue mani sul mio corpo? Come riuscivo a dare priorità a lui quando il mio unico scopo di vita fino ad allora era quello di laurearmi a pieni voti e costruirmi una carriera degna di nota?

E lui, diamine lui era tutto fuorché un manipolatore.

Eravamo stati fin troppo chiari otto mesi prima. Solo tanto buon sano sesso.

In cosa diavolo si era appena trasformato quel patto nella mia testa?

Tormentata e affranta da tutti quegli interrogativi mi diressi in mensa e pranzai con Sam ed alcuni ragazzi del mio corso. Né Kyle, né Camille, né Charles sembravano nei paraggi.

Fortuna che ero una persona socievole e avevo conoscenti in ogni dipartimento universitario.

La mia indole libertina in tal senso mi aveva aiutata.

Stavo simpatica pressoché a tutti. Soprattutto ai ragazzi.

Quanto alle ragazze o mi adoravano o mi detestavano. Non tutte concepivano il mio modo di essere e quindi alcune mi guardavano con sospetto. Tante invidiavano il mio corpo prosperoso e il fatto che avessi sempre dei ragazzi a girarmi intorno. A me però, non era mai interessato il pensiero di nessuno fuorché quello delle persone a cui volevo bene, ed erano poche.

Mangiai quindi la mia insalata di rucola, carote e patate, con Samuel, Matisse e alcuni loro amici molto simpatici e subito notai lo sguardo di un certo Paul fissarmi più del dovuto.

Ridacchiai alle loro battutine sentendomi completamente a mio agio e mi divertii a ricambiare le occhiatine di Paul con discrezione.

Il mio lato egocentrico adorava sentirsi gli occhi puntati addosso.

Poi quando ne ebbi abbastanza, mi congedai schioccando un sonoro bacio a Sam e Mat.

Svuotai quindi il mio vassoio e presi i libri intenzionata a passare un bel pomeriggio di studio matto e disperato.

Nel bel mezzo dei miei pensieri però, prima che potessi raggiungere la biblioteca, il mio cellulare vibrò nuovamente.

Accesi il diplay e non ebbi bisogno di leggere l'intestatario per sapere chi mi avesse scritto.

A parte il nostro giochino di stamane, spero davvero tu stia meglio. Tienimi aggiornato e se hai bisogno chiama.

Lessi con il solito pizzico di adrenalina.

Paul ormai era solo un vecchio ricordo.

-Porca miseria, perché deve essere tutto tanto difficile?- pensai quindi e infilai nervosamente le dita tra i capelli. Non poteva essere il tipico stronzo, arrogante e strafottente? Doveva capitarmi quello dolce, protettivo e premuroso?

Scossi poi la testa e tirai un profondo respiro. Dovevo smettere di pensarci. Dovevo smettere di torturarmi.

Priorità allo studio.

Mi bastava solo concentrarmi su quello e tutto sarebbe andato bene.

Decisi quindi di non rispondere e mi fiondai tra i libri di testo.

***

Quando calò il buio verso le sei di pomeriggio, mi feci cogliere dalla stanchezza e decisi di interrompere lo studio tornando al dormitorio.

Prima di varcare la soglia della camera però ricevetti un ennesimo messaggio da Kyle. Il mio cuore tornò a pompare velocemente e con foga tirai fuori il cellulare dalla tasca e lessi il suo messaggio.

Ho appena ordinato la pizza. Vieni da me tra mezz'ora?

Ecco, ecco perché pendevo dalle sue labbra.

Com'era possibile resistere ad un ragazzo del genere?

Maledissi mentalmente qualsiasi parte del corpo che decidesse di andare in fibrillazione ogni volta che si trattava di lui ed entrai in camera affranta.

"Hai fatto di nuovo sesso con Kyle?" Subito domandò Camille vedendo la mia faccia, così alzai gli occhi al cielo.

"Ciao anche a te coinquilina. Io sto bene e tu? Mi sei mancata quest'oggi. Come sono andate le lezioni?" Ironizzai posando tutti i miei libri sulla scrivania.

"Okay non hai decisamente fatto sesso con Kyle" rispose allora con un ghigno sul volto.

"Wow Maëlle, sono 24 ore che non scopi con nessuno, congratulazioni!"imitai la sua voce in modo terribile.
"Dai dillo. So che muori dalla voglia di dirlo" la provocai quindi.

"Ti sbagli. Sono al contrario molto fiera di te" ribatté però lei con fare saccente, al che la guardai con aria affranta.

"Non dovresti. Mi sono lasciata fare un ditalino stamattina. Per di più durante la lezione, in pieno anfiteatro, con altre 300 persone" ammisi, sentendomi immediatamente arrabbiata con me stessa per essermi lasciata andare così facilmente.

"Almeno non ci hai fatto sesso" decretò allora, pensando forse di farmi risalire il morale. La guardai, poi scossi le spalle affranta.

"Oh no. Lo conosco quello sguardo Maë. Non dirmi che stai andando da lui" continuò quindi, leggendomi nel pensiero prima che ammettessi i miei piani per la serata.

"Si ma voglio mettere le cose in chiaro Cam. Ci ho pensato in queste settimane e sono arrivata alla conclusione che devo rispettarmi. E l'unico modo per farlo è prendere atto che le mie emozioni nei suoi riguardi sono cambiate e che quindi non posso continuare a tormentarmi. Voglio parlargliene e capire la cosa migliore da fare" le spiegai con enfasi, certa di essere arrivata ad un punto di non ritorno.

"Va bene. Se senti che è la cosa giusta, io sono qui a sostenerti. Per qualsiasi cosa io ci sono sempre" sussurrò allora, accarezzandomi un braccio con dolcezza.

Le sorrisi e dopo essermi data una sistemata raggiunsi Kyle nella sua camera.

Fine Line Between Sex And LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora