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Terminai nel giro di cinque minuti. Mi misero un cerottone e subito tornai da Kyle.

Non appena mi vide si alzò dalla sedia e mi venne incontro circondandomi con un braccio prima di baciarmi la fronte.

Inconsciamente, pensai che mi sarei potuta far bucare una vena tutte le mattine pur di ricevere lo stesso trattamento.

"Com'è stato?" Sussurrò portando un braccio intorno alle mie spalle mentre tornavamo all'auto. Braccio che questa volta non tolsi.

"Ha pizzicato. Ma penso che non mi uscirà nemmeno un ematoma" risposi sorridente e annuì soddisfatto.

"Tra quanto hai i risultati?" Domandò poi, quando ci sedemmo in macchina.

"Due o tre giorni credo" risposi allacciando la cintura.

Lui annuì e guidò fino alla nuova destinazione.

Quando arrivammo, sgranai gli occhi per la bellezza del café. Non ero mai venuta in un posto tanto bello in tutta la mia vita. Lo stile era barocco, molto colorato e raffinato.

Prendemmo subito un tavolo e come una bambina in una fabbrica di caramelle, battei le mani felice.

Kyle sorrise a tanto entusiasmo e si sedette sul divanetto accanto a me.

Ordinai una mezza baguette con confettura di albicocche ed un tè alla menta, mentre lui prese un cornetto vegano ai frutti di bosco.

Non appena il cameriere andò via, mi girai nella sua direzione e lo guardai stranita.

"Cornetto vegano?" Domandai quando mi osservò con fare interrogativo.

"Mi ispirava" rispose con semplicità e ridacchiai scuotendo la testa.

Poi, afferrai il cellulare dalla mia tasca e sbloccai lo schermo per scrivere a Camille che non ero morta dissanguata.

Non appena si illuminò però, notai che Paul mi aveva chiamata.

"A proposito di Paul, cosa gli hai detto sabato sera?" Chiesi allora al diretto interessato che nel frattempo sbirciava sul mio cellulare con poca discrezione.

"Chi io? Nulla. Perché?" Domandò allora con la sua solita faccia tosta.

"Perché è venuto a lamentarsi con me dicendomi che lo hai trattato male" spiegai guardandolo con aria ammonitrice.

"Non mi pare proprio. Gli ho solo detto di non guardarti le mutande" si difese allora lui schioccando la lingua sotto al palato.

"E lui?" Domandai allora divertita dal suo modo di raccontare. Nel frattempo, ci portarono anche le nostre ordinazioni.

"Niente. Spero per lui che abbia obbedito. Sennò devo andargli a spaccare pure la faccia" sputò velenoso, e ridacchiai più forte.

"Non ha risposto nulla?" Insistetti, dato che sapevo ci fosse qualcos'altro sotto.

"Mi ha risposto che sei la sua ragazza, come se questo gli desse il diritto di guardarti in mezzo alle gambe anche quando non puoi acconsentire" rispose scuotendo la testa arrabbiato.

"Allora io ho solo ribadito che non lo sei, dato che effettivamente non lo sei e che quindi non poteva, punto. Fine" concluse allungando un braccio dietro di me, sullo schienale del divanetto.

"Anche tu mi hai guardato le mutandine, eppure non sono mai stata la tua ragazza" lo provocai allora, mordendomi involontariamente il labbro, prima di addentare la mia mezza baguette.

"Non c'entra niente. Io e te andavamo a letto" sbottò allora lui infastidito.

"Anche io e Paul andiamo a letto" ribattei allora io, decisa a rigirare il coltello nella piaga. Lui in tutta risposta dovette bere un sorso di tè per mandare giù il boccone di cornetto incastrato nella sua gola.

Fine Line Between Sex And LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora