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Maëlle

Quando il mattino successivo aprii gli occhi, mi ritrovai subito quelli di Camille puntati addosso.

"Ben svegliata tesoro mio! Come hai dormito?" Disse subito con un entusiasmo sorprendente. Sentivo dal tono di voce però quanto fosse nervosa.

"Come un sasso. Per una volta..." mormorai allora, passandomi una mano tra i capelli.

"Guarda qui cosa ho per te!" Continuò poi, mettendomi sotto al naso una busta di carta bianca.

"Mi hai comprato un cornetto?" Domandai allora abbozzando subito un sorriso.

"Non io. Kyle" affermò e un'ondata di brividi al ricordo della serata precedente mi invase.

"Li ha lasciati fuori la porta, poi mi ha mandato un messaggio dicendomi di recuperarli prima che qualcuno li rubasse e di non dirti che fosse stato lui a comprarli. Ma io ovviamente non l'ho ascoltato" disse tutto di colpo con un sorriso smagliante sul volto e lo sguardo diabolico.

Non avevo proprio idea di come e quando Camille avesse deciso di smettere di odiare Kyle. Da un giorno all'altro aveva cambiato radicalmente modi di fare e non riuscivo a capacitarmene.

O Kyle era andato a parlarle e aveva usato il suo sorriso compratore, o aveva sbattuto la testa a terra e non se ne era accorta.

Lasciai però perdere e mi concentrai sul gesto di Kyle. L'idea che si fosse alzato dal letto con l'idea di portarmi degli zuccheri mi mandava in poltiglia il cervello.

Afferrai quindi raggiante un cornetto e lo addentai subito. Sapevo con certezza che fosse vegano. Kyle era estremamente attento e preciso.

Senza contare che poi, con tutto quello che avevo vomitato, mi ero svegliata con una fame assurda.

"Tu non me la racconti giusta" dissi allora a Camille, quando terminai la prima metà.

"Io? Perche?" Domandò fingendo di essere presa alla sprovvista.

"Non lo so. È successo qualcosa ieri sera e non me lo ricordo?" Domandai allora stranita. A parte lo svenimento, mi
sembrava di ricordare tutto.

"Tolto il fatto che se fosse stato per me e per Paul saresti morta dici?" Domandò allora retoricamente e ridacchiai al suo modo di fare.

"Sono svenuta, non stavo morendo" risi scuotendo la testa.

"Ma comunque. Io non avrei mai pensato a tirarti la lingua e alzarti le gambe" commentò lei facendo spallucce.

"Tirarmi cosa?" Esclamai allora, portandomi istintivamente una mano alle labbra.

"Cosa vuoi che ne sappia. Kyle ti ha tirato la lingua per paura che durante lo stato di incoscienza ti si bloccassero le vie respiratorie. Anche se eri solo svenuta potevi morire asfissiata" raccontò con enfasi ingurgitando l'ultimo pezzo del suo cornetto ed io feci scorrere la mano dalla bocca al collo.
Solo al pensiero mi si bloccò lo stomaco.

Sorrisi allora come un'ebete e mi grattai la testa ripensando a come si era anche preso cura di me mentre stavo male.

Per quanto fosse stronzo, sapevo dentro di me che Kyle mi voleva veramente bene. Da un lato quindi, non fui tanto sorpresa di risvegliarmi tra le sue braccia. Inconsciamente mi aveva dato due anni di motivi concreti per cui fidarmi ciecamente di lui.

Solo in quel momento infatti, mi resi conto che tra tutti era stato l'unico ad essere rimasto. Magari Paul aveva gli stessi problemi di Camille col vomito.

"Cosa ridi? Ho passato il peggior quarto d'ora della mia vita" Esclamò poi con fare teatrale. Tuttavia sapevo bene che non mentiva.

"Ma lo hai detto tu stessa, c'era Kyle con me" la consolai quindi con lo stesso tono di voce sperando che mi dicesse qualcos'altro.

"Si ma Kyle non è mica medico. Pensa che stavo talmente male che ad un certo punto mi ha detto 'vedi di non svenire pure tu che tanto non ti salvo'" rispose scuotendo la testa falsamente arrabbiata.

"Ti ha detto proprio così?" Domandai allora scoppiando a ridere. Kyle non era solito avere certi toni. Non con me e Camille almeno.

"Beh più o meno. Il senso comunque era quello" replicò confermandomi quanto sospettassi.

"Sembra preferire stranamente te a me" continuò poi con nonchalance e ridacchiai nuovamente.

"Ti ha per caso anche pagata per fargli pubblicità?" Domandai allora, rendendomi conto di come non facesse che elogiarlo in ogni sua frase.

"Magari. Anzi, adesso che mi ci fai pensare glielo propongo" commentò con enfasi scuotendo la testa.

"Comunque adesso, parlando seriamente, come stai?" Chiese poi con serietà, e andò a buttare il sacchetto di carta nel cestino.

"Sono ancora un po' stordita, ma mi sento meglio" ammisi legando i capelli in una coda.

"Ne sono felice" sussurrò quindi con franchezza, prima di infilarsi sotto le coperte accanto a me.

"Pensi di andare da un medico?" Chiese poi, titubante.

"Se continuo così, penso di non avere scelta" risposi, cercando di intendere che magari più in là avrei fatto qualcosa. Dentro di me ero sicura che il malessere fisico era dovuto al fatto che stessi male mentalmente a causa della storia con Kyle. Per questo un medico non mi avrebbe aiutato.

"Sei... sei insomma arrabbiata per il fatto che non ti abbia aiutata?" Balbettò poi quando calò il silenzio e ridacchiai subito a quel pensiero tanto sciocco.

"Spero tu non mi stia facendo davvero questa domanda Cam. Ti conosco, e so che hai problemi con i soggetti vomitanti. Come potrei mai arrabbiarmi con te?" La rassicurai quindi all'istante, sdraiandomi accanto a lei.

"E poi sei rimasta con me finché non mi sono svegliata e mi hai lasciata in mani sicure" conclusi con dolcezza, accarezzandole i capelli.

"Ti prendi cura di me ogni giorno" sussurrai alla fine, e sorrise abbracciandomi stretta.

"Ti voglio bene" rispose qualche secondo dopo e ricambiai all'istante.

Le volevo un bene dell'anima.

Fine Line Between Sex And LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora