21⚪

87 3 0
                                    

"Cosa vuoi?" Domandai subito sulla difensiva, sapendo già che non mi avrebbe lasciato scappare.

"Possiamo parlare?" Chiese subito lui con il fiatone per la corsa su per le scale dell'anfiteatro.

"Abbiamo già parlato una settimana fa. Non ho più niente da dirti" risposi allora con freddezza. Dentro di me però, sentivo ardere le fiamme dell'inferno.

"Hai parlato tu una settimana fa. Vorrei parlare io adesso" disse in modo deciso, aggiungendo un "per favore" finale.

Presi allora un profondo respiro e lo seguii dentro un'aula vuota, pronta per un'ennesima sfuriata.

"Cosa vuoi Kyle? Nessuna ti soddisfa e torni strisciando da me?" Domandai con tono sprezzante non appena rimanemmo da soli in quella stanza scura.
Lui allora subito si portò una mano sul viso, sicuramente con l'intento di calmarsi e non rispondere alle mie provocazioni.

"Possiamo provare a parlare senza scannarci?" Propose allora e alzai gli occhi al cielo facendo schioccare la lingua sotto al palato.

"Quello che si altera per primo sei sempre tu. Comunque vai. Illuminami, ti ascolto" ribattei incrociando le braccia al petto.

Era incredibile come non appena mi trovavo davanti a lui, riuscivo a cacciare una grinta mai vista prima. Era come se lui riuscisse a tirare fuori il meglio ed il peggio di me, e quella cosa mi spaventava.

"Io... io ho pensato molto in queste ultime settimane..." iniziò a dire, scompigliandosi i capelli per il nervosismo.

"Fammi indovinare, dopo un mese e mezzo ti è venuta un'illuminazione improvvisa e ti sei reso conto che sono io la donna della tua vita?" Domandai allora in modo sarcastico, aggiungendo una risatina amara come sottofondo.

"Maë...lle" mi pregò però lui, ricordandosi di non utilizzare diminutivi e invitandomi dolcemente ad ascoltarlo.

"Se è questo il discorso che ti sei preparato e che vuoi farmi, te lo risparmio dicendoti subito che tanto non ci credo. Se invece vuoi ribadirmi che stai bene da single, ti risparmio anche questo perché non me ne frega un cazzo. In entrambi i casi penso che la discussione si possa chiudere qua" spiegai allora con un'arroganza fuori dal comune, prima di alzare i tacchi e dirigermi verso la porta.

Non volevo starlo a sentire. Principalmente perché avevo paura che mi rifiutasse di nuovo ferendomi all'inverosimile, ma anche perché tanto, qualsiasi cosa mi avesse detto, non l'avrei creduta davvero. Lo avevo visto fin troppo bene giorno dopo giorno entrare ed uscire dai bagni con ragazze diverse, ridere sereno con altri ragazzi e così via, il tutto mentre io sprofondavo nelle mie lacrime.

"Maë puoi starmi a sentire per una volta? Solo una volta, poi se vuoi non ci parliamo più" disse allora con l'esasperazione nel tono di voce. Mi prese poi per un polso e mi invitò a tornare esattamente dove ero prima.

A quel gesto, obbedii come un'automa, sia perché per quanto mi sforzassi, sentire il mio nome pronunciato dalle sue labbra mi mandava in poltiglia il cervello, sia perché il contatto della sua mano sul mio polso mi fece rabbrividire. Era troppo tempo che non avevo un contatto con lui.

Tuttavia non lasciai che quelle sensazioni mi destabilizzassero, quindi rincarai subito la dose.

"Il problema sai qual è Kyle? È che io, oggi martedì 13 marzo, non riesco a trovare nemmeno una sola buona ragione che giustifichi questa chiacchierata tra me e te.
Non ti sei degnato di parlarmi per un mese e mezzo. Ti ho visto fare la bella vita circondato da persone di continuo. Hai passato cinque settimane nella serenità più totale non degnandoti di sapere come stessi. Quindi, cosa potresti mai volermi dire?" Spiegai, facendo riaffiorare settimane di collera incontrollata.

Fine Line Between Sex And LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora