Maëlle
"Sei agitata?" Domandò Camille mentre fissavo il mio profilo attraverso lo specchio cercando di indossare degli orecchini.
"No perché?" Risposi quindi sincera.
Non ero mai agitata prima di uscire con gli uomini. Avevo sempre io il comando della situazione. Io decidevo se far andare bene o far andare male la serata. Io muovevo i fili.
Perché mai avrei dovuto essere agitata allora?
"Immaginavo" ridacchiò allora lei, prendendo una spazzola prima di passarmela delicatamente tra i capelli lunghi.
"Sei elettrizzata allora?" Provò a cambiare termine per capire il mio stato mentale.
"Nemmeno. Non sono in modalità apatica come nei giorni precedenti, ma non sprizzo nemmeno euforia da tutti i pori" risposi quindi con franchezza, passando un filo di rossetto vegetale sulle mie labbra.
"Lui ti piace?" Continuò l'interrogatorio spazzolandomi i capelli ondulati.
"Sì. Sembra a posto" affermai con decisione controllando poi l'orologio per non essere in ritardo.
"Ne sono contenta. Meriti di stare bene e Paul sembra molto simile a te" sussurrò poi con sincerità e le sorrisi abbracciandola.
"Non ti prometto nulla, ma magari mi aiuterà a mettere da parte i pensieri che da oltre un mese mi circolano costantemente per la testa" dissi poi con sincerità.
Paul mi piaceva, ma stare con lui non mi faceva nemmeno lontanamente stare bene come quando stavo con Kyle.
Tuttavia volevo dargli e darmi una possibilità. Magari una volta presa confidenza si sarebbe rivelato anche meglio.
Diciamo che le basi c'erano. Il resto era tutto da vedere.
Lei allora annuì, più elettrizzata di me per quell'appuntamento e mi abbracciò forte prima di lasciarmi uscire dalla porta della camera.
***
"Hey piccola, sei bellissima" si complimentò subito Paul non appena mi vide. Se in altri contesti avrei apprezzato immediatamente tutte quelle lusinghe, in quel momento invece riuscivo a sentire solo lo stomaco bruciare.
Solo Kyle mi chiamava in quel modo.
Ingoiai quindi a fatica la saliva che mi era rimasta in gola e sorridendo promisi a me stessa di smetterla immediatamente.
Ero con Paul e non mi sarei fatta rovinare la serata dai ricordi nostalgici. Ma soprattutto, l'ultima cosa che volevo fare era mettere i due a paragone continuamente.
Presi quindi un profondo respiro e lo seguii fino all'auto cercando di sembrare quanto più pacata possibile.
Poi, sia la musica rilassante che la vista della città di Parigi scorrere fuori dal mio finestrino, mi aiutarono a mettere da parte i cattivi pensieri.
Prima ancora di rendermene conto infatti, arrivammo al ristorantino che da qualche settimana avevo voglia di provare.
Chiedemmo un tavolo per due e subito ci fecero accomodare tirando fuori il menu dei sogni.
Per una volta, non dovevo stare attenta a cercare l'unica pietanza senza carne e derivati. Per una volta potevo scegliere seriamente tra una varietà di piatti diversi senza dover apportare decine di modifiche."Guarda quanta roba!" Esclamai quindi con gli occhi sognati.
"Cavolo, non lo avrei mai detto" confermò lui entusiasta.
Passammo quindi qualche minuto in più del normale a scegliere il piatto perfetto, poi passammo le ordinazioni.
"Allora, raccontami qualcosa di te" prese qualche secondo dopo la parola lui.
Sorrisi allora felice che si interessasse e riflettei per capire da cosa cominciare."Cosa studi esattamente? Perché ti ho vista più volte nel corridoi ma non so se sei di passaggio o se hai appena fatto lezione" disse quindi, notando la mia indecisione.
"Frequento il secondo anno in MPRC cioè metodologie e pratiche del restauro e della conservazione dei beni culturali. È una branca della storia dell'arte specializzata nel conservare e rattoppare opere d'arte molto antiche" sintetizzai ridacchiando da sola nel sentirmi usare certi termini. Mi avessero sentita i miei professori, sarei stata ammonita per il resto della vita.
"Wow, alla Sorbona fanno corsi di questo genere?" Rispose lui con ammirazione e di conseguenza fece aumentare il mio orgoglio.
"Certo, c'è tutto un dipartimento di storia dell'arte molto prestigioso" affermai quindi con soddisfazione. Parlare della mia carriera universitaria mi metteva sempre di buon umore.
"Non lo sapevo. Ho sempre ammirato i restauratori di opere d'arte. Mettere mano su gioielli così preziosi implica una responsabilità enorme" disse con fare visibilmente sincero e interessato, al che non potei fare a meno di spiegare un po' in cosa consistevano le nostre lezioni e i laboratori di pratica.
Quando gli raccontai di aver messo mano su alcuni quadri del Louvre poi, non riuscì a contenere l'entusiasmo.
"Tu invece? In che dipartimento sei?" Domandai una volta aver esaurito le informazioni più rilevanti da raccontare.
In effetti, raccontata così sembrava qualcosa fuori dal mondo, insomma, quante persone sulla faccia della terra avevano avuto il privilegio di restaurare un Goya?
Tuttavia le mie storie giungevano rapidamente ad un termine; non potevo entrare nei dettagli poiché chi non era del settore e chi non aveva una minima cultura in storia dell'arte non avrebbe capito molto.
Con Kyle sì però. Con Kyle passavamo le ore a parlare di restauri, a testare nuovi materiali in laboratorio, a ideare nuove tecniche meno invasive.
Anche se si stava specializzando nel restauro di opere diverse dalle mie, il campo di base era lo stesso.Non appena però il mio cervello pensò a lui, subito una serie di sensori d'allarme si accesero.
Smettila Maëlle. Smettila subito- mi rimproverai mentalmente.
"Io studio diritto insieme a Samuel e Matisse. Molto meno appassionante, ma dovuto a forze maggiori" spiegò, abbozzando un sorrisino e scuotendo le spalle.
"Forze maggiori?" Domandai quindi, assaporando gli ultimi pezzi dell'insalata di tofu che nel frattempo era arrivata al tavolo.
"Diciamo che i miei genitori mi stanno molto addosso e hanno scelto loro per me. Ma infondo, dopo quasi cinque anni, mi ci sono quasi abituato" spiegò con leggerezza e un sorriso sul volto. Tuttavia mi si strinse il cuore.
Non avrei mai sopportato che qualcuno decidesse per me. Sin da piccola ero sempre stata indipendente, cocciuta e autoritaria. I miei genitori quindi, avevano lasciato ogni tipo di presa dal momento in cui non portavo problemi a casa.
Finché non fumavo, non bevevo e non mi drogavo, a loro stava bene qualsiasi mia scelta. Certo, non si risparmiavano consigli di vario genere, tra cui "tesoro con la storia dell'arte finirai per non trovare lavoro" ma alla fin fine, avevo sempre fatto quello che mi andava."Hai un animo sempre positivo tu" commentai quindi, asciugandomi le labbra una volta finito il mio piatto.
Lui sorrise al mio complimento, forse non cogliendo fino in fondo il valore che io stessa davo a quelle parole, ma non me ne preoccupai, non ero solita esternare pensieri profondi.
Continuò allora raccontandomi un po' quello che effettivamente studiava lui e nonostante fosse estremamente noioso, il suo modo di fare impedì ai miei neuroni di addormentarsi.
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Fine Line Between Sex And Love
ChickLitLei forte, indipendente, anticonformista e amante del sesso; Lui la sua copia esatta se non per i 20cm di altezza in più; Maëlle e Kyle, due scopamici in un università prestigiosa nel cuore di Parigi. _____________ Tratto dal Capitolo 1 《Quella stor...