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Kyle

"Kyle sono io, apri" sentii dire dopo che qualcuno ebbe bussato ripetutamente alla mia porta.

Visto lo stato mentale in cui ero, avrei preferito fingere di non esserci, ma dato che la voce era quella di Charles, andai ad aprire.

Tutta quella storia mi aveva portato ad allontanarmi proprio da tutti, quindi vederlo lì per me mi faceva strano... mi faceva bene.

Speravo solo non avesse intenzione di darmi addosso, perché in tal caso  sapevo già che sarei scoppiato come una bomba ad orologeria.

"Cosa vuoi?" Domandai quindi subito sulla difensiva, poi andai a stendermi nuovamente sul letto in attesa.

Lui entrò chiudendo la porta dietro di sé e si appoggiò alla scrivania con le braccia conserte e lo sguardo serio.

"Non lo so Kyle. Dimmelo tu" rispose allora con fare ovvio e alzai gli occhi al cielo.

Come non detto.

"Cosa devo dirti? Sto bene. Non ho nulla che non va" affermai quindi, tagliando subito corto.
Non avevo la benché minima voglia di una discussione intima.

"Ah quindi quando hai tirato quel pugno al muro qualche ora fa, eri nel tuo mood normale?" Chiese allora lui, aggrottando le sopracciglia con fare retorico.

Dal mio canto sbuffai e mi passai le mani tra i capelli per calmare l'agitazione.

"Non ho voglia di parlarne" bloccai quindi subito la discussione, sentendo già la testa formicolare.

"Se non vuoi parlarne va bene, ma pensi di continuare così? A tenerti tutto dentro? A fingere che non ci sia nulla?" Domandò allora, girando una sedia per sedersi proprio di fronte a me.

"Non sto fingendo nulla, Charles. Non torturarmi per favore" lo implorai quasi, sfregandomi il viso nervosamente.

"Sì che fingi. Fingi dal momento in cui  sei cambiato e nessuno ha capito il perché! Spiegati almeno!" Esclamò alzando di colpo il tono di voce, ed io non ci misi molto a scoppiare.

"Dio Charles! Cosa volete tutti da me? Mi avete stancato tu e le tue amichette del cazzo" sbraitai quindi all'istante. Solo il pensiero di Maëlle fece ribollire il sangue nelle mie vene.

"Ma che ti prende? Perché tanta rabbia?" Domandò allora con fare accusatore.

"Cosa mi prende?" Risposi quindi esasperato, concludendo con una risatina amara.

"Mi prende che la mia vita fa schifo Charles. Tutto fa schifo" affermai alzando il tono di voce per sfogarmi.

"Mi sto per laureare, ho voti eccelsi, un futuro brillante davanti, le ragazze mi piovono addosso eppure mi fa tutto schifo" spiegai alzandomi per scaricare un po' di rabbia.

"Dio santo! Non ho un orgasmo soddisfacente dalla notte dei tempi! Scopo anche due o tre volte al giorno, ma non sono soddisfatto!" Gridai mettendomi nervosamente le mani tra i capelli.

"È solo questione di sesso allora?" Chiese constatando con la faccia corrucciata la mia collera.

"No! Non è questione di sesso! Il sesso non funziona perché è la mia mente a non funzionare. Niente più soddisfa i miei neuroni. Non riesco a pensare, non riesco ad agire. Voglio solo far scomparire questi pensieri negativi che condizionano la mia vita e tornare ad essere quello di prima" confessai urlando a pieni polmoni quello che per un mese mi ero tenuto dentro.

"E quindi? Hai intenzione di fare qualcosa a riguardo?" rispose subito con aria dura. A quel tono, sollevai il mento per guardarlo meglio e lessi la mia stessa collera nei suoi occhi.

Fine Line Between Sex And LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora