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Maëlle pensa ai dolci. Maëlle pensa a quei fottutissimi dolci- mi rimproverai mentalmente quando ormai il mio cervello era andato in sciopero.

Erano bastati i suoi occhi verdi spenti e arrossati per far crollare qualsiasi briciolo di voglia di ricominciare.

Affranta e demoralizzata mi passai quindi più volte le mani tra i capelli cercando di alleviare quel forte mal di testa che mi attanagliava.

"Maë tutto bene?" Domandò di colpo Paul, vedendomi in uno stato pietoso.

"Sì scusa, sono solo indecisa su cosa scegliere" mentii sollevando lo sguardo nella sua direzione. Lui allora sorrise e mi porse il menu gentilmente.

Lo ringraziai con un sorriso e cercai nella lista il primo dolce affiancato dalla scritta vegan.

"Prendo questo" decretai poi, indicandoglielo con un dito.

"Mmm, la Tarte Amandine alle pere" lesse con fare compiaciuto, mentre io mi allarmai di colpo.

"Cosa? Le mandorle? Allora no" esclamai, strappando via nuovamente il menu.

"Sei allergica alle mandorle?" Ridacchiò allora lui divertito.

"Oh no. Ma non mangio mandorle. Sai che la crescita dei mandorli richiede una grande quantità di acqua? Una mandorla, per esempio, per giungere a perfetta maturazione richiede oltre tre litri di acqua! Sai che ci sono buone probabilità che nel 2050 l'acqua sarà una risorsa scarsa per 5 miliardi di persone? Anche se viviamo nel lato privilegiato del mondo, bisogna pensare al futuro" spiegai quindi con enfasi, ma tutto ciò che ottenni fu solo una risatina sotto i baffi.

"Non lo sapevo. È interessante" si arrampicò poi sugli specchi quando notò il mio sguardo tagliente.

"Molto. Quindi niente mandorle. Prendo una tarte tatin" dichiarai guardandolo male.

Qualche minuto dopo arrivò un cameriere e gli passammo le ordinazioni.

"Sei bella oggi sai?" Disse di colpo Paul, allungando un braccio sullo schienale della mia sedia.

Vuoi rimediare eh- pensai guardandolo di sottecchi.

"Solo oggi?" Lo stuzzicai quindi, sentendomi comunque lusingata da un complimento del genere.

Era la prima volta che un ragazzo mi faceva la corte per così tanto tempo prima che gliela dessi.

O meglio, era la prima volta che decidessi di non darla ad un ragazzo bello e apparentemente interessante per così tanto tempo.
In genere, bastava che mi piacesse fisicamente per guadagnare il mio consenso nel giro di tre o quattro giorni.

Era da un mese invece che Paul pazientava. E se non gli era passata la voglia dopo avermi vista in modalità apatica e deprimente, voleva dire che gli interessavo davvero.

Magari era giunta l'ora che mi decidessi a svoltare pagina.
Magari stare con lui mi avrebbe finalmente tolto dalla testa Kyle.

Non era questione di fare chiodo schiaccia chiodo. O forse era esattamente così, ma preferivo far finta che non lo fosse per avere la coscienza apposto.
Fatto sta che decisi di concentrarmi su di lui.
Magari era davvero interessante.

"Sei bella sempre, ma oggi particolarmente" sussurrò con fare ammiccante, assaggiando la sua torta anch'essa vegana e senza mandorle prima di farmi un occhiolino.

Gli sorrisi e lasciai poi perdere quel complimento concentrandomi sul suo dolce.

"Sei vegano anche tu?" Domandai allora con un sopracciglio aggrottato. Volevo capire se lo facesse solo per fare colpo o meno.

"Vegetariano. Ma quando posso, evito anche i derivati" rispose con aria sincera e gli sorrisi soddisfatta.

Kyle mangiava carne manco fosse stato un uomo primitivo del polo nord.

"Da quanto?" Domandai quindi curiosa. Per la prima volta mi interessavo a lui e mi stava pure simpatico. Nelle ultime settimane, mi ero semplicemente limitata a scherzare e fare battutine.

"Da un anno circa. È stato tutto molto progressivo. Ammetto che all'inizio facevo fatica. Poi mi ci sono abituato. Ad oggi non mi manca più" rispose con un sorriso a fior di labbra.

"Ti capisco" commentai quindi. Io stessa avevo avuto difficoltà i primi tempi.

Tuttavia, era meno difficile privarsi piuttosto che vivere costantemente con i sensi di colpa.

"Sai, mi hanno detto che hanno aperto un nuovo ristorante vegano/vegetariano nel 16esimo arrondissement, potremmo andare se ti va" proposi poi, sentendomi completamente a mio agio nel prendere le redini della situazione.
Era bello, simpatico e pure attento all'ecologia. Se era solo un po' lento, ci avrei pensato io a dargli la spinta.

"Assolutamente. Domani sera?" Rispose quindi subito, non perdendo l'occasione ed approvai con leggerezza.

Meritavo anch'io di stare bene.

E poi, non avevo un orgasmo come si deve da un mese. Dovevo recuperare o la crisi di astinenza mi avrebbe portata a cadere nuovamente nel loop "scopiamoci il primo belloccio che mi trovo davanti".

Continuammo a chiacchierare quindi per un po', finché lui e Camille si alzarono. L'una per andare in bagno, l'altro per pagare coi soldi che aveva raccolto.

Io invece, rimasi a contemplare il tavolino sporco davanti a me.
La mia testa mi diceva che quella era la cosa giusta da fare.
Il mio cuore continuava a lottare per impedire a chiunque di prendere il posto di Kyle.

Ma la cosa peggiore era che questa continua lotta interiore mi consumava da dentro.

Passavo dall'essere estremamente positiva all'essere totalmente negativa nel giro di pochissimo tempo.

Oscillavo di continuo tra il -oddio che tipo interessante è Paul- al -senza che ci speri Maë, non sarà mai uguale a Kyle.

"Maë tutto bene?" Domandò quindi di colpo Charles, quando nell'alzarmi un capogiro mi fece fare un passo all'indietro.

Ci mancava che quella tortura mentale mi consumasse anche a livello fisico.

"Sì sì, mi gira solo un po' la testa. Non capisco cos'ho" borbottai tra me e me, sentendomi di colpo con la testa nel pallone.

"Non hai finito nemmeno il dolce. Devi mangiare cazzo" intervenne subito Camille che ne frattempo era tornata dal bagno.

"Cam sto bene, mi sono alzata solo troppo in fretta. Non essere paranoica" le dissi quindi massaggiandomi le tempie.
Lei alzò gli occhi al cielo e si voltò per uscire dalla pasticceria arrabbiata.

Charles a sua volta mi lanciò un'occhiata poco convinta, poi la seguì.

Io allora sbuffai e mi aggrappai al braccio di Paul che nel frattempo non si era sentito di dire nulla. Un po' perché troppo timido, un po' perché non credendosi in diritto di farlo.

Sbuffai mentalmente anche a quel gesto, dato che avrei preferito dicesse o facesse qualcosa, e mi limitai a far finta di nulla.

Riprenditi Maë- riuscii solo a pensare.

Fine Line Between Sex And LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora