24 Agosto 1992
Leilah prese il suo solito zainetto nero e lo mise in spalla; il padre continuava a intimarle di fare più veloce e stava iniziando sempre di più ad innervosirsi – l'ansia di rivedere finalmente i suoi amici la stava divorando.
Erano passati quasi del tutto quei tre lunghi mesi d'estate e proprio come si aspettava, le sembrarono una vita; per tutta l'estate si era scritta quasi ogni settimana con i suoi amici, o meglio, Ron ed Hermione... pensò che gli zii di Harry non gli avessero dato neanche il permesso di inviare una lettera e forse era proprio Harry che le mancava più di tutti, complice il fatto di non averlo mai sentito.
Sapeva che lei e suo padre quest'anno non sarebbero dovuti andare fino al Paiolo Magico, ma non capiva in che altro modo potessero raggiungere Diagon Alley per comprare il nuovo materiale scolastico; scese in fretta le scale per raggiungere il piano inferiore e vide suo padre posizionare una forchetta sul pavimento del piccolo salotto, lo guardò con aria interrogativa.
« Si attiverà tra un minuto » disse William Broadmoor guardando ansioso l'orologio che portava al polso.
« Cosa? »
« Dobbiamo fare una breve fermata prima » concluse il padre, rivolgendo un grande sorriso alla figlia che continuava a non capire.
« Ci siamo. Metti la mano sulla forchetta » aggiunse.
« Cosa? » ripeté Leilah, ancora più confusa.
« Adesso! » le urlò il padre, lo imitò e si lanciò sulla forchetta sul pavimento.
Non aveva mai provato una sensazione talmente strana, come se un gancio gli si aggrappasse all'ombelico e come se si sentisse strattonare da qualsiasi parte; si sentì vorticare violentemente e strinse subito gli occhi ma dopo qualche secondo, percepì il contatto con l'erba secca e la terra dura.
Si girò di scatto verso il padre che sembrava essere atterrato senza cadere, a differenza sua; si rimise in piedi e cercò di scrollarsi di dosso un po' della terra che le aveva sporcato i jeans chiari.
« Che cos'era? » domandò curiosa.
« Una Passaporta »
Si rese conto che erano appena atterrati vicino a un garage malandato, nel piccolo cortile di una casa che aveva diversi piani e sembrava reggersi in piedi solo per magia; quando iniziarono ad avvicinarsi, notò un insegna rovinata fissata a terra vicino all'entrata, con su scritto: "La Tana".
Vide la signora Weasley aprire la porta e annullare la piccola distanza che li separava; Leilah l'abbraccio forte e solo allora realizzò che quella doveva essere casa di Ron e, mentre la donna salutava gentilmente suo padre, vide sbucare fuori dalla porta due ragazzi identici che la raggiunsero per abbracciarla – ricambiò la loro stretta e dopo essersi distaccata un poco, notò alle spalle dei due gemelli Ron, e inaspettatamente, Harry.
Corse subito ad abbracciarli, stringendo forse Harry leggermente di più.
Riabbracciarli fu come respirare una boccata d'aria fresca.
Furono raggiunti dalla signora Weasley che mise una mano sulla sua spalla e disse:
« Vieni, entrate a fare colazione ».
La cucina era piccola e ricolma di vari oggetti, al centro era posizionato un tavolo di legno con delle sedie e ognuno prese posto in una di esse; la signora Weasley si muoveva per tutta la cucina preparando uova e salsicce per la colazione e gettando occhiate furenti ai figli. Leilah se ne accorse ma non capì il motivo; solo quando il padre chiese ad Harry come fosse arrivato la signora Weasley sbottò:
« I miei figli hanno volato con una macchina non regolamentare per tutto il paese... chiunque avrebbe potuto vedervi... potevate esservi schiantati. »
Leilah si voltò verso i gemelli seduti di fronte a lei, intuendo che sicuramente fosse stata una loro idea e in tutta risposta si guadagnò una loro risata che confermava la sua teoria; alzò gli occhi al cielo mentre la signora Weasley aggiungeva qualche uova e un paio di salsicce nel piatto di ognuno.
« Il cielo era coperto, mamma » disse Fred.
« Non parlare con la bocca piena! » lo ribeccò la madre.
La signora Weasley aspettò che tutti i piatti si svuotassero, poi agitò la bacchetta magica verso i piatti da lavare e quelli volarono verso il lavandino iniziando a pulirsi da soli. D'un tratto, si sentì sbattere la porta di ingresso da cui fece il suo ingresso il signor Weasley che crollò su una sedia della cucina.
« Che nottata! » commentò guardando il signor Broadmoor, probabilmente era a conoscenza dell'arrivo in casa dell'amico « nove ispezioni, nove! » raccontò esasperato all'uomo seduto al suo fianco.
Ma Molly Weasley si intromise subito:
« Questa notte i tuoi figli hanno volato con la tua macchina fino a casa di Harry e poi sono tornati indietro! » gridò lei.
« Ma davvero? » disse Arthur Weasley eccitato, per poi proseguire.
« Ed è andato tutto bene? V-voglio dire, a-avete fatto molto male ragazzi... molto molto male » concluse, guardando lo sguardo infuriato della moglie.
Leilah poco dopo, seguendo le indicazioni della donna, si diresse in quella che doveva essere la camera da letto della più piccola dei Weasley: Ginny, che qualche minuto prima era scesa al piano di sotto per poi correre via subito dopo alla vista di Harry.
Bussò alla porta di legno, la piccola Ginny aprì piano per accertarsi di vedere prima chi fosse e dopo, lasciò tranquillamente entrare Leilah.
« Non ci siamo ancora presentate, io sono Leilah » le disse sorridendo e porgendole la mano.
« Ginny » rispose lei timidamente ma stringendo prontamente la mano della ragazza.
« E così tra qualche giorno inizi il tuo primo anno » le disse, lei annuii.
Leilah si sorprese quando entrambe iniziarono in fretta a fare conversazione. Aspettò che Ginny si vestisse e poi raggiunsero il resto della famiglia; avrebbe voluto chiedergli se avesse una cotta per Harry ma decise poi di non farlo almeno per il momento, non le sembrava il caso, anche perché si erano appena presentate e non voleva risultare troppo curiosa o invadente.
La signora Weasley afferrò un vaso di fiori posizionato sulla mensola del camino, ricolmo di una bizzarra polvere scintillante che Leilah conosceva e che non vedeva l'ora di utilizzare. Aveva letto qualcosa al riguardo su qualche libro.
La donna porse il vaso ad Harry che sembrò imbarazzato.
« Dopo di te, Harry caro ».
Harry guardò la famiglia e imbarazzato, rivelò che non aveva la più pallida idea di cosa fare. Fred si propose il primo ad andare, in modo da poter far vedere ad Harry come utilizzare la Polvere Volante dentro il vasetto di fiori.
Fred prese dal vaso un pizzico di polvere, si avvicinò al fuoco del camino e la gettò tra le fiamme; dal camino si sollevò una fiammata verde smeraldo, il ragazzo ci saltò dentro, urlando: « Diagon Alley » e scomparve all'interno delle fiamme.
« Posso farlo io? » chiese Leilah impaziente, sentiva l'adrenalina scorrere nelle vene e non poté più aspettare. Guardò prima suo padre, come per chiedere il permesso, e in seguito la signora Weasley, ed entrambi acconsentirono.
Si avvicinò alla donna che teneva il vaso stretto tra le mani, affondò la mano tra la polvere scintillante e ne afferrò una manciata; la gettò nel fuoco che si era rimpicciolito e questo tornò alto e di un vivido colore verde, pronunciò forte e chiare le parole « Diagon Alley » e con un brivido di paura si gettò tra le fiamme verdi, scomparendo.
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Mezzosangue
Fanfiction•Completa• [IN REVISIONE] Leilah Broadmoor e Draco Malfoy si disprezzano sin dai primi anni di scuola. Lei sempre amabile e cortese, lui l'esatto opposto, arrogante e perfido. Tuttavia il tempo passa e la giovane studentessa, lentamente, impara a...