Incastri perfetti

4.7K 214 131
                                    

13 Giugno 1997

L'umore di Leilah già da qualche giorno si poteva definire completamente sotto terra, si stava avvicinando l'estate: il periodo che tutti gli studenti aspettavano con ansia, per lei invece, erano i mesi peggiori, poiché significava stare lontano dai suoi amici e non poter utilizzare la magia.
Significava aver concluso il suo sesto anno di scuola e avvicinarsi al settimo ed ultimo anno; pensare al futuro fuori dalle mura di quel castello che considerava una vera e propria casa, le metteva sempre ansia, tristezza e soprattutto, una grande paura.

Quel giorno in particolare, il suo umore sembrava essere peggiore degli altri giorni, perché la sera dopo si sarebbe tenuta - come ogni anno - la cena di fine anno scolastico e l'assegnazione della Coppa delle Case.

« Perché questa faccia? » gli chiese Ron, seduto accanto a lei.

« Come perché » domandò fingendosi offesa da quella domanda.
« Domani è il nostro ultimo giorno di scuola, non ci vedremo per tre mesi! » concluse facendo il labbruccio.

« Potete sempre venire a trovarmi, alla Tana » disse Ron, rivolto ai suoi tre amici.

« Io ho in programma di raggiungere Sirius, per qualche giorno » affermò Harry mentre mangiava le uova che aveva nel piatto argentato.

Sirius Black, il detenuto scappato dalla prigione di Azkaban qualche anno fa, era riuscito ad entrare a Hogwarts, generando il panico tra gli studenti, professori e pure gli abitanti del villaggio vicino. Solamente così però, Harry ebbe la possibilità di scoprire che Sirius fosse suo padrino e che in realtà, non aveva mai commesso quelle atrocità per cui l'avevano rinchiuso dodici anni in prigione. Soprattutto, Sirius non aveva mai tradito i genitori di Harry e questa era la cosa che più gli premeva far sapere al ragazzo; da allora, tra i due continua ad esserci un ottimo rapporto.

« Porgigli i nostri saluti » disse contenta Hermione.

Quella mattina passò fin troppo velocemente, era sempre così pensò Leilah: il tempo passava lentamente quando non avresti voluto e invece, passava troppo rapidamente quando avresti voluto non finisse mai.

La confusione nella Sala Comune dei Grifondoro stava iniziando a darle fastidio, parlavano e ridevano tutti a gran voce, felici che il giorno dopo fosse finalmente l'ultimo; fece un bel respiro provando a isolare la mente da tutto quel gran baccano, ma provarci la stava portando solo ad innervosirsi ancora di più.
Chiuse gli occhi e iniziò a respirare profondamente, sentì formarsi un familiare nodo alla gola, segnale che le lacrime stavano minacciando di uscire, provava il bisogno di isolarsi e di passare qualche momento da sola, così cercò di ricacciare giù le lacrime per dire all'amica che si stava allontanando per qualche minuto, senza farla preoccupare troppo. Sapeva che Hermione non l'avrebbe mai lasciata sola se avesse visto che stava male.

Perché stava piangendo poi?
I suoi pensieri volarono subito al ragazzo biondo platino Serpeverde.
Aveva provato in tutti i modi possibili a non pensarci e soprattutto, a non guardarlo quando lo vedeva durante le lezioni o in Sala Grande, non si era più presentata neppure ai loro incontri dentro la Stanza delle Necessità.

« Hermione » disse provando a mantenere un tono calmo e sicuro.
« Ho bisogno di stare un po' da sola. Vado a cercare un posto tranquillo ».
Dopo aver convinto l'amica che stava bene e che voleva semplicemente passare del tempo da sola, si avviò verso il cortile esterno del castello, respirando l'aria fresca a pieni polmoni.
Era una bella giornata, il cielo era totalmente azzurro, privo di nuvole grigie e il sole splendeva regalando un inizio di aria estiva, ancora non troppo calda.

Non aveva programmato un posto specifico dove poter andare, poiché aveva desiderato solo di allontanarsi da quella folla chiassosa; nonostante il castello di Hogwarts fosse incredibilmente grande, non c'erano molti posti dove poter stare da soli ma immediatamente, le venne in mente l'unico luogo che conosceva ove sapeva di poter rilassarsi: il molo, cominciò allora a incamminarsi in quella direzione.
Arrivata lì, si sedette sul legno a gambe incrociate, fissando la grande distesa di acqua del lago; non indossava la sua solita divisa scolastica, aveva dei semplici abiti babbani: jeans blu e una semplice maglietta a maniche corte.

MezzosangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora