Brusche cadute

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La sala comune dei Grifondoro si trovava in una delle torri, era un ampia stanza accogliente e a pianta rotonda piena di soffici poltrone, pouf e tavolini bassi. Il pavimento era ricoperto da un tappeto rosso e oro e le pareti tappezzate di drappi e arazzi dai colori della Casa.

Leilah era lì.
Con un libro tra le mani, se ne stava comodamente seduta sul soffice divano rosso posizionato davanti al grande camino in marmo. Erano passati solo pochi giorni dall'inizio delle lezioni ma lei era già troppo entusiasta.

Qualche giorno prima aveva spedito il suo primo gufo ai genitori, raccontando di quanto fosse incredibile quel castello, per aggiornarli sulla Casa in cui l'avevano smistata e per raccontare delle lezioni e dei suoi nuovi amici. Il signor Broadmoor fu comunque molto felice e fiero della figlia Grifondoro, della sua amicizia con il figlio di un suo caro amico e pure della conoscenza con Harry Potter.
Scrisse quella lettera ai genitori con tanto entusiasmo, come se tutte le preoccupazioni che la attanagliavano prima di arrivare lì non fossero mai esistite.

Raccontò della conoscenza con i fratelli di Ron. Di Hermione, la ragazzina un po' saputella dagli occhi marroni e i folti capelli castani, divenuta la sua compagna di stanza. Di Harry, che nonostante fosse il ragazzino più conosciuto e tanto famoso della comunità magica pareva sempre gentile, disponibile e un buon amico.

Le lezioni erano già iniziate da due settimane e quel giovedì pomeriggio per gli alunni del primo anno, si sarebbe tenuta la prima lezione di volo. Avrebbe dovuto essere la lezione più attesa della settimana invece fu quella che riuscì a sollevare un lamento di protesta generale, tutto ciò perché l'avrebbero affrontata insieme ai Serpeverde.

Leilah - come chiunque altro - aveva aspettato con ansia le lezioni di volo. Sentiva crescere l'agitazione a ogni minuto e anche la paura di fare figuracce sotto gli occhi di tutti.
Fred e George durante la colazione avevano provato a tranquillizzarla con alcune delle loro solite battute, ma l'unica cosa che riuscirono a ottenere fu agitarla maggiormente.

«Proprio quello che desideravo: rendermi ridicolo a cavallo di una scopa sotto gli occhi di Malfoy» commentò Harry.

Lei era terrorizzata all'idea di doversi sollevare in aria o di fare una brutta figura mentre magari il resto dei suoi compagni era molto più capace. Persino Hermione era ansiosa quel pomeriggio; gli aveva confidato di non amare tanto l'altezza. Alle tre e mezzo corsero giù per la scalinata d'ingresso, Leilah continuava a torturarsi il labbro inferiore tra i denti e giocherellava ininterrottamente con alcune ciocche ricce dei suoi capelli.

I Serpeverde erano già arrivati e per terra c'erano anche venti scope disposte in fila. Arrivò l'insegnante, Madame Bumb, una donna bassa dai capelli corti e grigi e degli insoliti occhi gialli.

«Benvenuti alla prima lezione di volo!»

«Be' cosa state aspettando?» sbraitò. «Ciascuno prenda posto accanto a una scopa. Mettetevi alla sua sinistra, stendete la mano destra sulla scopa e dite "Su!"»

La scopa era vecchia e alcuni rametti sporgevano fuori formando strani angoli. All'unisono si udirono le voci di ogni studente; lei si rilassò quando vide che non era l'unica preoccupata e che non riuscì subito a far sollevare la scopa. A Harry saltò immediatamente in mano, quella di Hermione si limitò a rotolare per terra e quella di Neville non si era neppure mossa.

Draco Malfoy fu uno dei primi a riuscirci senza troppa fatica e sembrava che non fosse la prima volta che avesse a che fare con una scopa.

Leilah ripetè "su" più e più volte prima di riuscirci, quando a un tratto la scopa gli saltò in mano e lei la strinse forte, finalmente soddisfatta. Ron, accanto a lei invece pronunciò la parola "su" con talmente tanta energia che la scopa si alzò di scatto e lo colpì forte in pieno volto.

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