Una vita normale

214 15 5
                                    

Una vita normale: Narcissa

È passato già parecchio tempo da quando la mia casa si è trasformata nel Quartier Generale dei Mangiamorte e la mia vita è, di conseguenza, radicalmente cambiata.
È una condizione più dura del previsto da sopportare.
Io ci ho provato con sincero impegno, ma evidentemente è troppo per me.
Provo ad affrontare il discorso con Lucius, forse mi illudo che lui possa e voglia sistemare la situazione.
Approfitto di un momento in cui siamo soli e ci troviamo in una delle poche stanze che ho riservato solamente a noi due per evitare di essere totalmente invasi.
È una stanza grande, in cui possiamo stare liberamente e comodamente, ma ormai mi sembra quasi diventa un rifugio, se non una prigione.
Tento di essere più diplomatica possibile.
"Lucius, la nostra casa sta diventando un porto di mare. Possibile che non si possa fare che così?"
Lui si volta verso di me, mi guarda con una lieve tensione.
Vado lo stesso avanti.
"Mangiamorte che vanno, Mangiamorte che vengono, Mangiamorte che si nascondono... e poi c ' è lui, quell' uomo.."
Esito per un attimo, ma poi glielo dico.
"A me mette timore."
Ho usato la parola timore, ma in realtà mi incute proprio terrore.
Non lo voglio dire a Lucius, voglio evitare problemi, se possibile.
Faccio una piccola pausa, vedo che mi ascolta e tace.
"Tu fai parte di questa congrega di maghi, o setta, o che dir si voglia, e tua è la responsabilità di tutta la situazione che si è venuta a creare, dimmi, non puoi fare nulla per liberarmi da questa situazione?"
In passato ero orgogliosa che Lucius fosse un Mangiamorte, mentre ora preferisco tentare di pensare ad altro.
Con le dita mi massaggio le tempie, mi sento una forte tensione alla testa.
Speravo mi dicesse che avrebbe in qualche modo risolto tutto, ma non è così.
Normalmente io e Lucius discutiamo poco e i litigi veri e propri sono piuttosto rari, inevitabilmente però certe volte capitano.
L'Oscuro Signore è sempre più spesso qui e passa sempre più tempo in questa casa.
È presente quasi tutti i giorni, a volte tutto il giorno; questo è ovviamente un grande onore soprattutto per la nostra famiglia.
Immagino come stiano le cose: Lucius potrebbe così diventare uno dei suoi più vicini Mangiamorte, scalzando persino Rabastan che non si fa mai vedere, o addirittura Rodolphus che sembra più preso dai suoi stravolgimenti emotivi che dai suoi doveri di Mangiamorte.
Io capisco molto bene Rod, mentre non è la stessa cosa per Lucius, che mette da parte i sentimenti e le priorità emotive e familiari.
Forse prova a scalare la vetta delle preferenze di quell'uomo incomprensibile e lunatico.
Praticamente lo ospita in casa sua e questo è un bel vantaggio sugli altri, che non hanno neanche più una casa da abitare, figuriamoci da offrire come Quartier Generale.
Per questo, forse, nonostante quello che l'Oscuro Signore reputa il tradimento più grande, cioè quello di aver rinnegato di appartenere ai Mangiamorte, Lucius potrebbe sperare di tornare comunque in auge.
Il suo silenzio è logorante.
"Lucius, rispondimi qualcosa, per piacere."
Ho un tono imperioso, sia per nervosismo che per disperazione.
Io comunque mi domando se mai ci libereremo veramente di questa terribile onta che è stato il tradimento e, sinceramente, penso non sarà mai davvero possibile.
Mio marito si sta solo illudendo.
"Senti Cissy, non chiedermi cose che già sai come stanno. Io non posso fare nulla e il fatto di avere qui il Signore Oscuro è un onore, non un disturbo."
Mi mordo le labbra e tengo a freno la lingua: certo non posso esternare il mio fastidio ad averlo qui.
Sarebbe un disastro.
"Non intendevo questo..."
"Cerca di avere pazienza, su, inoltre devi anche guardarti attorno: la persona più contenta di questa situazione che si sta creando, non sono certo io, ma è sicuramente Bella. Vorresti metterti anche contro tua sorella? L'intoccabile per eccellenza? Stiamo ospitando anche lei qui, ma io non me ne lamento."
Resto zitta, non so cosa rispondere. Mi sento in trappola e non lo sopporto, anche se so che mio marito ha ragione.
Forse dovrei stare solo più tranquilla.
So anche io che stiamo ospitando Bella perché l'ho voluto io, e lei non è esattamente una persona dimessa e discreta, più per carattere egocentrico e abitudine al comando, ma non accetto che lui sposti sempre il problema su altro.
Continuo a controbattere cercando di penetrare quella sua corazza di distacco e freddezza.
"Ma lei è mia sorella, siamo appunto parenti, ma tutti gli a altri che vanno e vengono non li conosco nemmeno. Capisco quanto sia utile per te, per la tua posizione, ma non capisci che ci stanno portando via la nostra libertà? Sembri cieco e sordo a tutto ciò che ti dico e ripeto. Sei poco lungimirante."
Lucius tace e non pare molto convinto di ciò che sto cercando di spiegargli.
Mi guarda, ma poi volta il viso verso il camino accesso e tace.
Vedo una lieve ombra di tristezza nel suo sguardo.
Probabilmente capisce il mio disagio, ma resta sulle sue posizioni.
"Io e Rodolphus siamo i più scettici a proposito di questa situazione, anche lui vedo che non è a suo agio."
Resta voltato non mi guarda in viso, ma scorgo un tono freddo e nervoso nelle sue parole.
"Hai una vera predilezione per Rod, tu. Vi capite così bene? Parlate sempre così volentieri insieme? Tanto che sei sempre pronta a capirlo, o a scusarlo per ogni cosa. E lui con te immagino. Possibile che non vuoi vedere che è uguale agli altri Mangiamorte, se non peggio."
Rifletto su Rod: è vero che ho una predilezione per lui, così istintivo e pazzo da fare tutto quel che gli piaceva.
Mi spiace vederlo nervoso per il comportamento di Bella nei confronti del Signore Oscuro. Lo capisco bene perché anche io sono nervosa per il comportamento che tutti qui hanno nei confronti del Signore Oscuro.
Tutti meno Rod.
"Non sono una Mangiamorte, per cui queste continue situazioni di tensione, duelli, piani, incantesimi, riunioni, segreti e intrighi mi agitano non poco, mi mettono paura e ansia. Vorrei tornare alla mia vita normale."
Stavolta mi guarda e pazientemente cerca di farmi capire il suo punto di vista.
"Lo so, Cissy, che hai certe esigenze, ma cosa devo fare? Ti ripeto che questo ci aiuterà a cancellare il tradimento di quindici anni fa. Tradimento che ha fatto comodo anche a te, o sbaglio?"
Fa una pausa significativa, poi riprende.
"Se la missione andrà in porto, se affiderà a me le fila dei Mangiamorte, non solo mi riabiliterò ai suoi occhi, ma avrò anche più credito di molti altri, chissà, potrei pure superare l'intoccabile Bellatrix."
Immaginavo avesse questo in mente, vuole diventare l'uomo più vicino al Signore Oscuro.
Cerco le parole per ribattere, ma è Rodolphus ad anticiparmi.
Mi volto nella direzione della sua voce: appostato come un lupo nel buio, lo vedo apparire sulla porta della stanza.
Ride in direzione di mio marito.
Capisco subito che ha sentito le parole di Lucius di poco prima.
Non avanza nemmeno verso l'interno della stanza, resta appoggiato allo stipite della porta e ci guarda.
"Non ti illudere, Lucius, potrai superare me forse, sempre se il Signore Oscuro ti affida una missione e se riesci a fare qualcosa di buono in essa, cosa non scontata. Scordati però di surclassare lei agli occhi di lui. Non c'è la farai mai, anche se te lo farà forse credere, ti illuderà, ti prenderà in giro e poi ti farà cadere miseramente nella cruda realtà, ovvero che noi, rispetto a lei, per lui, non siamo nulla. Svegliati cognato mio."
Fa una pausa lo guarda con sguardo torvo.
"Come l'hai chiamata? L'intoccabile? Magari fosse stata davvero intoccabile."
Scuote la testa e fa una smorfia.
Io lo osservo, non capisco bene a cosa si riferisce.
Le parole di Lucius interrompono il silenzio.
"Che fai? Ti metti ad origliare adesso?"
Si alza dalla poltrona su cui era seduto e si avvicina a me, senza togliere lo sguardo da Rod, il quale continua a scuotere la testa con sufficienza.
"Comunque mi sembra che le cose tra lui e tua moglie non siano più come un tempo, posso surclassarla ormai."
Rod alza le spalle.
"Mi duole dirtelo, ma non potrai surclassarla per il semplice fatto che lei è di gran lunga più abile e potente di te, lo è più di tutti noi messi insieme."
Fa una pausa.
"Inoltre..."
Si ferma di nuovo.
"Cosa? Parla, su, Rodolphus."
Lui sospira.
"Inoltre, mi duole ancora di più dirlo, ma quanto vuoi che riesca a sostenere questa situazione di stallo? Solo perché è più nervoso e arrabbiato di un tempo credi che resterà solo per sempre? Mio malgrado conosco bene la situazione dato che l'ho vissuta in passato, ti dò qualche settimana per fare i tuoi sciocchi tentativi di surclassarla. Dopo di che sarà ancora più impossibile di quanto lo sia già ora."
Restiamo zitti a quelle parole che chiaramente raccontano fatti personali di Rod, Bella e il Signore Oscuro. Cose che io non ho mai sentito dire così palesi.
"Inoltre, caro cognato, io non origlio, non ho sentito nulla delle tue conversazioni, né mi interessano, tranquillo. Sono entrato solo e semplicemente per comunicare a Cissy che non sarò a cena qui con voi stasera."
Avrei chiesto volentieri dove andasse così solo, ma poi preferisco non dire nulla e annuisco con un sorriso un po' triste nella sua direzione.
Lui mi saluta con la strafottenza ed eleganza che lo contraddistinguono e si dilegua nel buio come era venuto.
Lucius, accanto a me, sbuffa leggermente e si volta.
"Come fa a piacerti un tipo simile non lo capisco."
Scuoto la testa.
"Non mi piace, non cercare di cambiare discorso. Io sto dalla tua parte, però non posso nemmeno essere felice e serena in questa situazione."
Amo mio marito, gli starò comunque accanto. Da quando eravamo giovani, gli sono sempre stata vicina nelle sue scelte. Non ci siamo certo fatti mancare l'affetto e l'appoggio reciproco, anche quando mi ha resa partecipe del fatto che voleva diventare un Mangiamorte.
A quel tempo ero giovane, non capivo le ripercussioni, i rischi, i doveri e le varie implicazioni che questa grande decisione avrebbe avuto su di noi. Vedevo solo la gloria e la moda del momento.
Ora invece mi pesa enormemente.
Non vorrei commettere altri errori e per questo desidero che mio figlio ne resti fuori, che conduca la sua vita come prima, con la scuola, lo studio, gli amici, senza avere a che fare con queste storie.
"Hai pensato a come faremo quando Draco tornerà per Natale?"
Mi guarda in modo interrogativo come se fossi fuori dal mondo.
"Draco sarà onorato di incontrare l' Oscuro Signore, sarà orgoglioso di suo padre, una persona potente e forte."
Capisco che Lucius voglia farsi vedere bravo e forte agli occhi di nostro figlio, ma non riesco nemmeno ora ad essere d'accordo con lui.
Io sono nata nella grande casata dei Black e ho sempre sentito di dover essere all'altezza di qualcosa, non vorrei dovesse essere così anche per Draco.
Le aspettative, il doversi sentire all'altezza, sono cose orribili per un ragazzo, anche se non è facile rendersene conto.
Inoltre non desidero per mio figlio un futuro da Mangiamorte, non desidero né che lui conosca e né che resti in balia del Signore Oscuro.
Scuoto la testa delusa e rassegnata. Non so più che dire, allora parla lui.
"In ogni caso, Cissy, quando il Signore Oscuro prenderà il potere, tutto tornerà alla normalità. Tutti torneremo alla solita vita di sempre e anzi meglio di prima. Ciò deve invogliare entrambi, sia te che me, a sopportare, almeno per il momento, questi piccoli inconvenienti."
Per me non sono piccoli inconvenienti, è anzi una minaccia che sta incombendo su di noi. Mi sforzo molto di capire il suo punto di vista ogni volta che posso e vorrei che lui si sforzasse di capire il mio.
Invece è troppo orgoglioso di questa situazione e non ne vede bene i lati negativi, d'altra parte, penso, potrebbe farci ben poco anche se volesse.
Cammino avvicinandomi a lui, sento che cerca una riappacificazione.
"Cerchiamo di tenere duro questa volta, Cissy, anche se è scomodo. Passato questo momento, ci riempirà di onori. Al contrario, se cediamo, se la prenderebbe di certo grandemente e nessuno sa di cosa è capace, dove può arrivare, capisci anche tu questo, no?"
Annuisco tristemente, al momento non riesco a fare altro.
Provo ad abbracciarlo. Sento che mi stringe tra le sue braccia affettuosamente.
Ci sono alcuni momenti, quando siamo in camera da letto, la sera, vicini e insieme, allora mi pare che tutto sia tornato in ordine, che abbia ripreso un suo senso.
Ritrovo la nostra intimità, il nostro amore e i nostri piccoli segreti, le tenerezze.
Sembra che il resto del mondo, i problemi, i pensieri, tutto sia chiuso finalmente al di là della porta e lontano da noi.
Fuori dal nostro letto, fuori dalla nostra stanza, lontano dal calore del camino. Allora penso che non ci sia nulla di preoccupante che incombe inesorabilmente su di noi.
È solo un' illusione purtroppo.
Ci sciogliamo da quell'abbraccio e ci allontaniamo lentamente. Nulla è stato risolto e io cercherò di seguitare ad avere fiducia cieca in lui e nelle sue scelte, anche se mi è sempre più difficile.
Lo saluto e mi dirigo verso il salone per dare ordini agli elfi per la cena, non ho molta voglia, ma cercherò di fare tutto bene e velocemente.
Mentre esco, vedo Bella seduta sulle scale che danno accesso al secondo piano della villa. Appena mi vede si alza subito e viene nella mia direzione.
"Cosa ci facevi lì seduta per terra, Bella?"
Mi si affianca e insieme ci dirigiamo nel salone.
I capelli le stanno lentamente ricrescendo e deve aver preso qualche chilo, ora il suo aspetto è più gradevole.
"Volevo parlarti un momento, ma Rod mi ha chiesto di aspettare, perché eri impegnata con tuo marito. Mi ha proprio tenuta lontana, io comunque non volevo interferire."
Sorrido.
Rod è stato come sempre elegante e discreto a permettermi di mantenere la mia privacy: sicuramente lui ha capito di cosa stessi discutendo con Lucius.
"Va tutto bene, vero Cissy?"
La guardo: se solo sapesse cosa dicevo prima e di cosa mi lamentavo, reagirebbe malissimo.
"Sì tutto bene, niente di serio, non preoccuparti."
Vedo che tace per cui provo a cambiare discorso.
"E tu tutto bene, Bella? Ti ha detto Rod che non mangerà con noi?"
Lei alza le spalle e annuisce, vedo che resta zitta e titubante.
Poi parla velocemente.
"Invece sai se il Signore Oscuro ci sarà a cena?"
La guardo a lungo: non ho voglia di parlare di quell'uomo, ma dopo la conversazione di prima, la curiosità è tanta.
"Allora me lo dici come mai ti interessa così tanto? L'altra volta hai evitato il discorso, ma ormai è evidente come ti interessa. Comunque, sì, lui ci sarà."
Spero non colga la nota stonata nella mia voce quando affermo che lui sarà presente. Dopo qualche attimo di silenzio, comunque, vedo che è totalmente impegnata a pensare ad altro.
Le vengono le lacrime agli occhi, ma cerca di trattenersi dal piangere.
"È così cambiato dopo tutti questi anni..."
Riesce solo a dire questo poi si zittisce.
Ci fermiamo nel corridoio illuminato dalle candele.
Attendo che si riprenda un po' e torni a parlare.
"Sai, prima mi dedicava molto del suo tempo e molte delle sue attenzioni. Ora devo sempre faticare per vederlo e per poter discorrere con lui come si deve."
Mentre parla non mi guarda in viso, guarda invece il pavimento e sembra molto triste.
Probabilmente sta evitando volutamente di dirmi come stanno le cose fino in fondo e mi dà una versione edulcorata della storia.
Non la voglio forzare e, per dirla tutta, in questo momento, sono presa anche io da altri problemi.
Però noto che va avanti, per cui le lascio lo spazio necessario.
"Ti chiedo sempre di lui, Cissy, perché ho bisogno di stare con lui."
Questa frase mi spiazza, non la aspettavo più ormai. Pensavo non facesse confidenze.
Non posso fare finta di nulla, anche se non sono più così sicura di volerlo sapere.
"Ma te ne sei innamorata?"
Resta zitta, sempre senza guardarmi, le candele dei lampadari ballano intorno a noi, sembra che il fuoco attorno doni un tremolio dolce e agitato allo stesso tempo, aspetto con pazienza di sentire la sua risposta.
Alza il viso sempre come se stesse per piangere, ma non piange.
"No potrei mai dire di amarlo, Cissy, perché, vedi, per lui l' amore non esiste."
La guardo dritta negli occhi forse per capire qualcosa che a me sembra senza senso, ma lei non aggiunge altro e riprende a camminare, lasciandomi lì ferma a riflettere.
Mi affretto per raggiungerla.
"Non ho chiesto cosa pensa lui, Bella, ho chiesto cosa pensi tu. Se te ne sei innamorata."
Allora rallenta, si ferma e mi guarda un po' stupita.
"Cissy... io lo amo da sempre, da quando l'ho conosciuto e non ho mai smesso di amarlo, mai."
La guardo, non so cosa dire, cosa rispondere. Non posso dire che non lo avevo mai intuito... però sentirselo dire così è strano.
"Lo amo da quando ero una ragazzina e lui un uomo controverso e ambizioso, lo amo da quando mi insegnava le arti oscure. Anche lui mi voleva, allora, ero la sua donna... ma adesso non so cosa succede, è cambiato."
Ripenso per un attimo a quei tempi, penso a mia sorella tanto giovane, che nonostante tutto era davvero diventata la sua amante e stava con lui.
Penso a come abbiano fatto a stare insieme, così talmente diversi e lui particolare, così difficile da trattare: a me ogni cosa di quell'uomo è sempre apparsa incomprensibile ed estranea.
Sicuramente per lei non è lo stesso, evidentemente avevano instaurato un rapporto speciale.
Mi sentii triste per lei.
"Adesso le cose non vanno più?"
Si impensierisce.
"Non lo so... è diverso, è sempre solo e cupo e non mi fa mai avvicinare del tutto. Però lo vedo che certe cose non sono cambiate, sento che non è così distante come vuole apparire."
Mi guarda con occhi tristi.
"È difficile, Cissy, da quando ci siamo rivisti dopo tutti questi anni sembra tutto più difficile. Lui soprattutto."
Figuriamoci se posso capire lui, ma non capisco nemmeno mia sorella come abbia fatto ad innamorarsene fino a questo punto.
Di nuovo si allontana da me, che per altro non riesco a risponderle nulla, non riesca ad aiutarla in nessuno modo.
Mi affetto a raggiungerla aumentando il passo, ma anche vicine restiamo in totale silenzio camminando assieme.
L'unica cosa che riesco a fare è cingerle le spalle in segno di affetto e comprensione.
Anche se la comprensione sono ben lungi dal provarla davvero.

Sgath, che significa oscuritàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora