Lord Voldemort: Il calore del suo corpo
Finalmente mi siedo e prendo del tempo solo per me.
Coordinare azioni, piani e Mangiamorte vuole dire avere continuamente a che fare con loro e questo, per me che cerco solo solitudine, è il lato più disturbante della situazione.
Il mio nuovo corpo e la mia nuova vita funzionano invece perfettamente. Non ho riscontrato nessun imprevisto e nessun cedimento, di questo sono molto soddisfatto dato che sono stato proprio io a pensare e a preparare l'incantesimo in ogni suo particolare.
Soltanto ciò che riguarda quel ragazzo è andato storto.
Non mi capacito di ciò. Non capisco questo assurdo fenomeno che fa sì che, davanti a me, lui si salvi sempre.
Chiudo gli occhi e mi massaggio le tempie, poi lentamente accendo il fuoco nel camino.
Prendo un attimo di riposo.
Per diverso tempo il mio pensiero fisso è stato come liberarmi del ragazzino sopravvissuto.
Era diventata un'ossessione ormai.
Ora però mi sento più tranquillo, provo a sbarazzarmi di quel pensiero ricorrente.
Sono più rilassato nel mezzo della notte, nel silenzio, solo davanti al fuoco.
Il pensiero di quel ragazzo svanisce lentamente e il mio cervello per un attimo si libera di tutto, poco dopo però si sintonizza verso un'altra incredibile ossessione.
Un'ossessione molto più piacevole della prima.
Lei.
Guardo quel fuoco e vedo lei.
Non ho mai un po' di pace. Mi ritrovo a pensare a come liberarmi anche dell'immagine di Bellatrix: nei momenti liberi come questo, mi distraggo e lei mi entra prepotente nella mente.
Così, senza che ne abbia il minimo controllo.
In un primo momento ho persino ipotizzato fosse il nuovo corpo che sfuggiva alla mia volontà, ma non credo sia possibile.
La mia mente è sempre restata in mio totale possesso anche sotto forma di spirito.
Allora perché di questi pensieri?
Probabilmente è colpa sua, che ormai mi è sempre davanti, mi perseguita, mi guarda, mi parla, vuole stare accanto a me.
Me la trovo attorno ovunque io sia.
Dunque ormai anche quando non c'è, mi resta il pensiero di lei.
Giorno dopo giorno, un lento incremento di questo fastidioso fenomeno.
Come sia possibile che io la tolleri ancora nonostante sia così presente mi è sconosciuto.
Certo, dipende dalla sua sconfinata bravura e dal suo grande potere.
Non solo.
Anche dalla sua innegabile femminilità.
Talvolta mi soffermo a guardarla attentamente, non posso farne a meno.
È proprio cambiata e si è fatta ancora più interessante.
Quella pelle, per esempio, coi segni ancora ben visibili di Azkaban.
Per me.
Le labbra, pallide, ma provocanti.
Per me.
Lo sguardo, oscuro, appassionato e perso.
Perso a pensare a me.
Quel seno che mi mostra con audacia, innocenza, vivacità.
Candida e maliziosa.
Maledetta tentatrice.
Quel corpo che mi chiama e che mi desidera, così mostrato, così impudico e impuro.
Un'attrazione totale.
Basta.
Chiudo gli occhi e tolgo la vista del fuoco. Tutto è nero ora nella mia mente. Torno padrone dei miei pensieri e allontano lei dalla mente.
Riprendo le fila delle situazioni da gestire e quelle da sistemare.
Il ragazzino sopravvissuto, come me ne libero?
Quando la profezia verrà recuperata avrò delle risposte alle mie domande?
A questo sto pensando quando sento bussare alla porta. La fatica per scacciare Bella dalla mia mente non è valsa a molto dato che ora è qui a volermi disturbare.
Le dico di entrare perché so già che è lei, nessun altro ha desiderio di avvicinarsi a me dopo la mia rinascita.
Sembra che anche coloro che erano i miei Mangiamorte più vicini abbiano un certo terrore nel solo avere a che fare con me.
Io non li cerco più come un tempo, anzi mi irritano.
Per lei invece sembra non essere cambiato nulla, né il mio atteggiamento, né la mia intolleranza e brutalità.
Se anche la tratto male, non si stanca, non si abbatte, non si allontana mai, non mi lascia mai da solo.
"Mio Signore, scusatemi, posso entrare?"
Infatti eccola, come avevo immaginato è proprio lei e, come è solita fare, chiede di starmi accanto.
La guardo ferma lontano da me, accanto alla porta. Attende una risposta.
Il silenzio si fa lungo e inquieto tra noi, la lascio in trepidante attesa.
La vedo che soffre di questa incertezza, ha paura che le dica di no, ma io attendo ugualmente a luogo e mi piace che senta altrettanto lungamente quel dolore.
Aspetto finché non ce la fa più e mi incalza.
"Mio Signore, fatemi restare con voi, solo pochi attimi. Fatemi godere anche solo della vostra compagnia in silenzio."
La faccio pregare ancora qualche volta prima di accennare distrattamente ad un sì col capo.
Allora non perde tempo e si avvicina silenziosa, resto a guardarle i suoi movimenti sinuosi, la bella veste nera, originale e ricercata.
I capelli che ha dovuto tagliare perché erano un disastro, ora si appoggiano vezzosamente sulle spalle.
Si è lamentata tanto di quei capelli. Mentre a me piacciono proprio così.
Le guardo anche nella scollatura con interesse: prima il seno che si scorge appena, poi il collo invitante.
Indugio lì per alcuni momenti finché si accomoda sul tappeto, ai miei piedi.
Già dalla prima volta in cui è stata qui, pensavo restasse imbarazzata dalla mancanza di un'altra poltrona, invece l'ho vista sedersi proprio lì, ai miei piedi, con tale naturalezza, che ho pensato non desiderasse altro.
Questo atteggiamento mi ha eccitato parecchio, tanto che quando mi ha chiesto di appoggiarsi al mio ginocchio l'ho lasciata fare.
Anche questa ormai è diventata un'abitudine. Sento il calore del suo corpo fra i vestiti, vedo il fuoco ardere forte nel camino, tanto da illuminare entrambi.
Le rare volte che voglio parlare io, allungo la mano verso le sue spalle per farla voltare.
A quel tocco osservo sempre che sotto il vestito i capezzoli le diventano duri, premono sui pizzi e sulla lana.
Non porta il reggiseno, diventa bello guardarla e vedere l'effetto che ho su di lei.
Normalmente invece parla lei, a lungo, mentre io la osservo.
Quando la tratto bene mi riempie di tutto ciò che è desiderabile.
È fedele, è premurosa, è abile, è potente, è solerte, è capace.
Ubbidisce, sempre.
Non sgarra mai.
È dolce...
Che motivi ho, dunque, per risentire così tanto il suo pensiero nella mia testa? O della sua presenza accanto a me?
Il motivo è che mi distrae da me stesso e dai miei piani.
È lei che mi ha distratto troppo, quando ho fallito con quel bambino.
È con lei che stavo sempre.
Con lei che scopavo sempre.
Che parlavo, che ridevo anche.
È lei che mi aveva fatto nascere quel sentimento che provavo.
Non voglio nemmeno pronunciare il nome di quel sentimento.
Per questo devo starle lontano.
Improvvisamente, proprio mentre sto riflettendo su ciò, a riprova che ho proprio ragione, lei si volta verso di me e alza leggermente la voce per concludere il suo discorso, per attrarre meglio la mia attenzione.
"Ecco, mio Signore, questo ho imparato sulle profezie, capite? Quindi, secondo me, proprio in funzione di ciò, è bene agire come vi ho detto."
Resta voltata, in attesa di un mio intervento, di una risposta alle sue parole.
Mentre si volta si scosta anche leggermente, finendo proprio davanti a me, fra le ginocchia,
L'unica cosa che mi viene in mente avendola lì, non è risponderle, tanto più che non ho ascoltato una parola di ciò che ha detto, ma è come potrei riempirle quella bocca in pochi attimi, come fargliela usare in altri modi di gran lunga più piacevoli che non siano le sue teorie e le sue intuizioni.
Stringendole quei capelli vezzosi tra le mie mani le darei un ritmo perfetto, per poi riempirla tutta del mio sperma, nella bocca, sulle labbra, sul viso.
"Cosa dicevi, Bella? Ripeti, perché non ti ho ascoltato."
Lei riprende a parlare, le presto un minimo di attenzione in più rispetto a prima per poterle rispondere in seguito, ma continuo a guardarla.
Soddisfa i miei desideri e bisogni, sia sessualmente che in tutto il resto, per questo l'avevo scelta un tempo.
Vedo e osservo i suoi modi di fare da purosangue, mai cambiati del tutto, nemmeno dopo anni di galera.
Mi piace quel suo modo di essere, una donna che vuole e che comanda e lo sa fare molto bene.
Solo a me, suo maestro e padrone, si sottomette e lo fa totalmente e meravigliosamente.
Vedo che mi guarda in attesa di una risposta da parte mia, di nuovo.
Avevo scordato quanto fosse cocciuta.
"Sì, penserò sicuramente a quello che mi dici, Bella, sai che ho in gran conto la tua opinione."
Sembra soddisfatta della risposta, che per altro è anche sincera.
Resta però voltata a guardarmi, ad adorarmi, come dice lei.
Ora quasi tutto il suo corpo sfiora le mie gambe. È una provocazione continua la sua.
Sento e penso alle sue movenze. È sensuale, provocante, sa essere scatenata dove serve e quando serve per un uomo come me.
Una sgualdrina purosangue.
La più purosangue di tutte, la migliore.
La migliore anche da sporcare, da umiliare e vessare.
Quante cose le farei fare, a quante richieste la farei ubbidire, a quante punizioni dovrebbe sottostare con quel carattere forte e risoluto che ha.
Prima era una ragazza, era più facile piegarla è già era bello, ora che è una donna fatta, segnata da anni di galera e da anni di esperienza, sarebbe ancora meglio.
Si vede dagli occhi e dagli atteggiamenti che è ancora più depravata, soprattutto si vede quanta voglia ha.
Ora ci sarebbe sicuramente molto più gusto a stare con lei.
Accetterebbe qualsiasi tipo di richiesta da me, perché mi adora e perché non ha paura, non ha mai avuto paura di niente e sarebbe bello sentirgliela provare intensamente, prima di farla venire in un amplesso di fuoco.
Sarebbe molto bello giocare con lei.
La voglio mia, nelle mie mani, in balia delle mie fantasie.
Vedo che mi guarda con quelle labbra socchiuse, quel seno che mi sfiora.
Non è semplice resistere.
Non voglio avere nessuna distrazione in un momento così delicato e quindi la tengo lontana, ma noto che alla fine le distrazioni le ho ugualmente e anche di più.
Forse farei meglio a prenderla ora e sbattermela qui per terra, davanti a questo fuoco vivo.
Mi avvicino a lei, quel tanto che basta per farle capire le mie intenzioni, che intenzioni non sono, è solo l'istinto che ha la meglio sulla ragione.
Lei subito si allunga verso di me, sospira, noto tanto quel bel seno che ha.
Il rosa dell'aoreola fa capolino a sinistra del vestito, ha ancora i capezzoli duri, ancora più duri, che spingono forti sul tessuto.
È come se mi chiamassero a morderli e succhiarli.
Mi avvicino ancora e infilo una mano nella scollatura. Era da tanto che volevo farlo. Le tocco i seni, le tocco incessantemente il destro, poi l'altro, le stringo il capezzolo, la tocco con forza, le faccio male, la avvicino a me.
È calda come il fuoco, è la mia puttana, la mia sgualdrina purosangue.
Non ne vede l'ora di averlo dentro, lo vedo bene da come si pone in quel momento.
Mi sale sulle ginocchia desiderosa.
Del resto anche io non ne vedo l'ora di metterglielo dentro con forza, me la sistemo bene davanti a me con poco garbo, lei sospira contenta dei miei modi violenti.
Le sono sempre piaciuti.
La tocco, sento che è bagnata, tesa, pronta.
La guardo e capisce perfettamente che ha vinto lei, che la desidero lì e ora è che sto per farla godere all'inverosimile.
E invece no... destino vuole che qualcosa, o meglio qualcuno, ci impedisca di farlo.
Lucius Malfoy bussa e chiede di entrare.
Mio malgrado scoppio a ridere.
Sarà la frustrazione.
A quell'ora non doveva esserci nessuno in giro.
Lei rimane ferma, mi guarda, sembra che le sia caduto il mondo addosso.
Poi però mi sorride e fa per allontanarsi rassegnata. Io però la stringo per i fianchi affinché non si liberi.
"Resta qui, Bella, facciamo capire che ci ha disturbati."
Lei ride, un po' languidamente e un po' amaramente.
"Io posso continuare anche con lui davanti, mio Signore."
Le do una sculacciata forte.
"Quanto sei sfacciata. Non devi distrarmi se un Mangiamorte deve parlarmi di una missione importante."
Lei resta per attimo ferma davanti a me, col seno scoperto, sempre con quel sorriso invitante.
È tutta rossa in viso e ansimante.
Di nuovo devo costringermi a non scagliarmi su di lei e scoparla immediatamente e violentemente lì sul pavimento.
Malfoy, o non Malfoy.
Strappandole i vestiti di dosso. Facendola urlare talmente forte da sentirsi in tutta la casa e lasciar perdere le notizie di Lucius.
Resto fermo, ma la guardo ancora.
"Come desiderate, mio Signore. Allora faccio come volete e resto qui con voi, perché mi state stringendo e non mi lasciate."
Si scosta i capelli dal collo e senza coprirsi si accomoda meglio sulle mie ginocchia e io me la tengo lì, con le mani sui suoi fianchi e sulle sue cosce.
Intanto rispondo anche a Lucius, là fuori che ancora aspetta.
"Entra."
La guardo ancora.
Mi piace questa cosa che se ne sta così come l'ho lasciata io, col vestito scostato e il respiro concitato: è come se ubbidisse ad un mio ordine che non ho nemmeno avuto bisogno di esprimere.
Ovviamente quando Malfoy entra, rimane parecchio interdetto e imbarazzato.
"Scusatemi, posso tornare dopo, se preferite."
Mi viene da ridere.
"Non ti sconvolgere, Bella mi stava solo salutando, stava andando via."
La guardo, lei mi guarda e mi sorride. È felice per quel poco che è successo, senza fare storie si alza con grazia e si ricompone guardandomi con un desiderio che non ha eguali.
Mi saluta piegando la testa di lato, con grande sensualità.
"Vi auguro la buonanotte, mio Signore."
Non le stacco mai gli occhi di dosso, la saluto con un sorriso appena accennato.
Lei poi si allontana e fa un gesto di saluto distratto al cognato.
Mi appoggio allo schienale e mi concedo un momento per riprendermi anche io.
Quando la sento chiudere la porta finalmente respiro, non è stato davvero semplice resisterle anche dopo essere stati interrotti da Malfoy.
Alzo lo sguardo verso di lui.
"Quindi, cosa volevi dirmi?"
Lui mi parla di come sta organizzando le cose, di qualche novità dell'ultima ora.
Lo ascolto a stento.
Non riesco a non pensarla.
Sta diventando un gioco tra noi, un gioco eccitante e perverso, io comando, lei ubbidisce, lei mi tenta, io la rifiuto e adesso che la voglio, arriva qualcuno ad interrompere.
Gli eventi sono strani e mettono alla prova la mia stessa volontà di controllo, duplicando l'eccitazione del momento.
Ma ora basta.
Devo tornare a pensare alle cose serie.
Non posso permettermi altri errori.
Devo capire come liberarmi del ragazzo sopravvissuto.
Provo ad ascoltare le chiacchiere di Malfoy.
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Sgath, che significa oscurità
Fiksi Penggemar**Completa** I segreti che racchiude il piccolo frammento di anima rimasto nel corpo del Signore Oscuro.. L'amore infuocato, dirompente e disperato di Bellatrix.. I cambiamenti nel cuore e nella mente di Narcissa.. La dolce e ambigua presenza di Pit...