Notte insonne

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Notte insonne: Narcissa

Mi rigiro nel letto, una,due, tre volte. Mi copro, mi scopro, provo a rilassarmi e a pensare a qualche bel ricordo. Niente: questa notte non riesco proprio a dormire.
Apro gli occhi e vedo solo oscurità attorno a me, il respiro di Lucius accanto che dorme, i rumori lievi e conosciuti della casa a tarda notte.
Resto ancora immobile, provo di nuovo a rilassarmi, il tempo passa. Minuti, ore... non saprei dire, ma no, è proprio impossibile, non riesco a prendere sonno.
Pensieri e ansie mi assalgono. Questa notte va così.
Mi sembra stiano succedendo tante cose tutte insieme, tutti accadimenti veloci che si susseguono senza che sia possibile controllarli. Tutto accade in segreto, coperto dal silenzio dell'oscurità, tutto manovrato da un'entità oscura e pericolosa.
È qualcosa che percepisco fortemente questa notte, mentre sembra che tutti dormano.
Non appena fa buio molti abitanti della casa sono attivi: si muovono idee, parole, sentimenti, odi e passioni. E mi sembra di percepirle, tutte queste cose, in maniera empatica, troppo distintamente, troppo potentemente.
Le cose si stanno muovendo, e lo fanno velocemente.
Molto velocemente.
Mi siedo nel letto, tanto è impossibile tentare di dormire, sento un brivido di freddo.
Il Signore Oscuro vuole quella profezia e la vuole in fretta. Non esita a punire chiunque non è stato in grado di seguire i suoi piani ed eseguire i suoi ordini.
La punizione ovviamente non è lieve, ma come sa punire lui: violento, inesorabile, senza pietà.
Prendo lo scialle accanto al letto, il freddo è troppo intenso per restare in camicia da notte. Prima di alzarmi definitivamente guardo al mio fianco, sul lato sinistro del letto.
Lucius seguita a dormire tranquillo.
Io invece lo pensò intensamente, so che ora tocca a lui, sta mandando avanti il piano finale, affiancato da tentativi ed errori di altri Mangiamorte. Anche lui soggetto a terribili punizioni, dunque, nel caso dovesse sbagliare.
Non oso pensare a cosa potrebbe accadergli e devo convivere con questa paura.
Sarebbe stato maglio davvero se la missione fosse stata affidata a Bella. Lei, bisogna riconoscerlo, è molto più brava, molto più abile e potente. Ha anche ampiamente dimostrato di riuscire nelle imprese più pericolose, e di uscirne senza neanche un graffio; inoltre non viene mai punita, neanche quando risponde al Signore Oscuro, si permette di contraddirlo, di dare la sua opinione contraria. Lui accetta sempre ciò che lei fa e dice: è la preferita.
Si vede, lo è sempre stata, ma ora è più chiaro e plateale che mai.
Bella non si tocca: il più potente e prezioso gioiello dell' Oscuro Signore.
Quindi, mi domando perché la missione non se la sbriga lei, che per altro lo desidera tanto. Perché il suo Signore non l'ha affidata direttamente alla sua bella? Non so.
Sospiro, cerco di frenare rabbia e frustrazione, ma non è facile. Mi alzo definitivamente dal letto e decido di scendere per un bicchiere d'acqua, o un tè, qualcosa per rilassarmi un po'.
Apro la porta lentamente, ho cura di non fare rumore, scendo altrettanto lentamente e silenziosamente le scale che portano al piano terra. Sono guardinga: questa casa non la sento più mia e ho paura di fare brutti incontri per i corridoi.
Mi fa davvero paura pensare di incontrare lui... nel buio, di notte, in questa grande casa.
Mentre scendo vedo una luce ancora accesa, mi sporgo dalle scale sempre senza fare rumore, il cuore mi batte talmente forte che ho paura che si senta il rimbombo nell'atrio.
Osservo bene senza farmi vedere. Mi allungo tenendomi stratta alla ringhiera delle scale.
Per fortuna scorgo la sagoma di Rodolphus: fermo sul divano, davanti al camino di una delle sale della villa.
Immediatamente tiro un grosso sospiro di sollievo.
Busso leggera ed entro nella sala. Il suo sguardo è cupo e ha in mano un bicchiere mezzo vuoto. È lì solo, in piena notte, quasi completamente al buio.
Penso sia evidente che soffre per lei.
Mi dispiace vederlo così, ho sempre sentito questo strano trasporto nei suoi confronti, non riesco ad ignorarlo e andarmene, decido di fargli compagnia, sicuramente servirà anche a me.
"Ciao Rod, ti disturbo?"
Lui si volta e mi guarda, non si aspettava che ci fosse qualcuno in giro.
"Bevi ancora nonostante l'ora tarda?"
Mi avvicino a lui e lo guardo con un sorriso comprensivo.
Anche lui mi guarda, anzi mi pianta proprio gli occhi addosso.
La sua tristezza quando alza quegli occhi castani verso di me, lo sguardo un po' perso e abbandonato in solitudine, il suo stare appoggiato e imbronciato sul divano, come quando da ragazzino litigava con mezza scuola, ognuna di queste cose mi fa intenerire, mi sembra di capirlo sempre troppo bene.
Mi sorride e fa segno di sedermi accanto a lui.
"Ciao, Cissy, cosa fai alzata alzata a quest'ora?"
Mi accomodo a fianco a lui, sento subito il calore del fuoco scaldarmi il viso.
Lui mi mostra il bicchiere che tiene stretto con quelle sue mani forti ed eleganti allo stesso tempo.
"Bevo nei momenti in cui posso bere, di giorno ho da fare altre cose impegnative."
Annuisco senza parlare.
Curioso: entrambi probabilmente odiamo l'Oscuro Signore, eppure siamo qui a servirlo e a struggerci dal dolore, dalla paura, dalla gelosia, dall'orgoglio e dall'invidia.
"Restiamo un po' insieme, Rod, ti va? Non ho proprio sonno questa notte."
Annuisce, riempie il bicchiere e me lo porge.
"Solo se mi fai compagnia anche tu. Non è divertente bere da soli."
Storco subito il naso a quell'odore pungente. Lo guardo scuotendo la testa.
"Ero scesa per un bicchiere d'acqua, o al massimo un tè."
Fa una smorfia eloquente e torna a porgermi il suo bicchiere. Mi porge proprio il suo, non ha voglia di alzarsi per prenderne un altro pulito.
Tentenno un pochino, ma alla fine accetto.
Bevo appena un sorso.
Lui scuote la testa, se lo riprende e beve ancora, poi lo riporge a me.
Stavolta provo a fare come lui.
"Sai che equivale più meno ad un bacio, bere dallo stesso bicchiere, intendo."
Ridiamo entrambi di questa mia sciocca trovata.
"Quando ero ancora poco più che una bambina, invidiavo tanto mia sorella, mi piacevate davvero molto voi due insieme, avrei voluto fare la stesse cose che facevate voi. O anche essere al posto di Bella."
Noto che diventa un po' più triste, ma non lo dà a vedere. Anzi, prova a fare il simpatico.
"Hai visto? Ora ci siamo baciati! Alla fine hai ottenuto quello che volevi!"
Ridiamo ancora. Poi lui svuota il bicchiere e mi guarda.
Solitamente non parla mai di sé, proprio mai, invece in quel momento, con mio grande stupore, inizia un discorso che non mi aspettavo.
"Sai, Cissy, ieri sera ho fatto l'amore con Bella. Non solo quello, è rimasta con me e abbiamo parlato tanto, come non capitava da anni, da quando, più o meno, ci eravamo appena sposati, poco prima che iniziasse questa storia con l'Oscuro Signore."
Fa una piccola pausa, mi vede interessata e dunque riprende.
"È stato davvero bello, quasi magico, per qualche istante ho persino avuto la speranza che lei mi amasse ancora. Anche se poi sono stato io a rovinare tutto, sono stato pessimo con lei. Mi andava di litigare, di trattarla male. Ogni tanto mi piace vederla piangere, mi piace vederle le lacrime che rigano il suo viso sempre tanto sicuro e crudele, è una cosa che mi eccita e che mi ripaga di mille dolori che mi infligge lei col suo comportamento."
Mi guarda dubbioso.
"Ti dispiace se ti racconto queste cose su tua sorella?"
Scuoto la testa: so bene com'è fatta Bella e immagino anche quanto dolore possa provare una persona nell'amarla.
"Parlami pure liberamente, Rod, mi fa piacere ascoltarti."
"Era davvero come ai bei tempi, quando eravamo sposati da poco. Quando, dopo essere stati insieme, uscivamo sulla terrazza, incuranti del freddo, a ridere, a guardare la luna e le stelle, nella notte buia e silenziosa."
Sorride ripensando a quei momenti del passato.
"Tu lo ricordi sicuramente, Cissy. Eravamo uniti allora, felici, pazzi scatenati, giovani e belli. Eravamo tutto insieme.
Ci eravamo sposati per via del sangue, dell'eredità magica, ma avevamo un legame speciale, da sempre."
Fa una pausa, ci scambiamo uno sguardo eloquente, so bene di cosa parla, mi rendo conto di tutto, bastava vederli dall'esterno quei due, erano splendenti e distruttivi come il fuoco. Terribilmente affascinanti.
Lo invito a continuare.
"Come ti dicevo però, nel profondo sono sempre arrabbiato con lei, volevo farle male, litigare.
Le ho chiesto a bruciapelo a chi pensasse quelle rare volte ormai che facevamo l'amore lei ed io. Il suo silenzio, le sue mancate rassicurazioni, mi diedero semplicemente la conferma alle mie supposizioni: pensava al Signore Oscuro. È stato così umiliante e doloroso per me vedermelo ribadire. Non ci ho più visto, l'ho aggredita.
- Pensi a lui non è vero?-
Lei continuava a tacere, la mia rabbia invece montava velocemente.
- Scopi ancora con lui? -
Non mi capacitavo che, dopo tutti quegli anni che erano stati lontani, dopo come si è ridotto lui morendo e resuscitando, dopo come si è ridotta lei in prigione, dopo tutto ciò, quei due ancora continuassero a volersi e desiderarsi.
Ero infuriato, Cissy, ero geloso, non sapevo nemmeno io perché, dato che ormai non è una novità il suo rapporto con lui.
E sai lei cosa ha fatto? Cosa ha risposto?"
Lo guardavo attenta, ho scosso la testa, non potevo nemmeno immaginare una conversazione simile con Lucius, ero affascinata, ma anche disgustata dallo strano rapporto tra quei i due.
"Lei ha voltato lo sguardo verso di me, era piacevolmente sorpresa della mia domanda. Mi ha risposto, tutta esaltata, se sul serio pensassi possibile un'eventualità simile.
Io ero sempre più sconvolto e arrabbiato, non ho più potuto nascondere la mia gelosia.
- Certo che penso a questa eventualità: lo vedo bene come ti guarda. Vedo tu come ti fai guardare, come ti rivolgi a
lui -
Ho fatto una pausa poi ho continuato ad infierire.
- Da te me lo aspettavo anche, ma da lui no. Invece ti vuole, eccome se ti vuole, anche più di prima. Ci hai fatti finire tutti in prigione per anni. Solo guadagnarci una scopata col tuo Signore.
Gli piace il sacrificio, gli piace come ti sei ridotta per lui. Gli piace vederti rovinata. Gli piace sapere cosa hai fatto e sei pronta a fare per lui. Tu ci rovinerai tutti solo per lui. Anzi, lo hai già fatto. -
L'ho aggredita veramente, Cissy. Raramente mi sono sentito tanto arrabbiato come in quel momento, forse mai, di sicuro, mai con lei.
E sai lei cosa è stata capace di rispondermi?
- Davvero mi guarda? In maniera da renderti geloso? -
Questo mi ha risposto."
Vedo che tace e si accascia sul divano. Aveva davvero bisogno di sfogarsi.
Gli metto una mano sulla spalla, cerco di fargli capire che gli sono vicina, io voglio bene a Bella, ma so benissimo che con lei non è facile.
Poi Rod alza di nuovo il viso e sorride. Dopo poco continua a parlare.
"Allora ci siamo guardati in maniera furiosa, violenta, interrogativa, appassionata, anche disperata, nessuno di noi due vuole mai cedere. Siamo troppo maledettamente simili lei ed io.
Sono volati insulti di ogni tipo. Terribili, orrendi, per farci male a vicenda, ferirci, distruggerci.
Mi faccio paura da solo, ma mi fa paura anche lei. È da sempre così fra noi: terribili litigate, per ritrovarci a piangere l'uno nelle braccia dell'altra."
Guarda dritto il fuoco, scuote lentamente la testa. Vorrei incoraggiarlo a parlare, ma taccio e attendo i suoi tempi.
"Succedeva sempre che si faceva la pace, fino a che non è arrivato lui a mettersi tra noi e a separarci per sempre.
Succede ancora così: abbiamo rifatto l'amore... per fare pace.
Però ormai è chiaro che sia tutto diverso, finito l'orgasmo siamo stati lì muti, al caldo della camera, nel letto disordinato, con le coperte attorcigliate dappertutto che ci scaldavano. Perché, di freddo, ne abbiamo patito fin troppo ad Azkaban."
Fa un'altra pausa, ora parla con maggiore difficoltà, fatica a trovare le frasi giuste, gli provocano sicuramente sofferenza.
"Lo sappiamo entrambi che ormai è finito tutto, non sappiamo nemmeno noi cosa esattamente ci tenga ancora legati. Non ci sia,o parlati più e il mio unico pensiero è stato che lei si sarà immaginata di farlo con l'Oscuro Signore, altrimenti non sarebbe venuta a quel modo, sono sicuro."
Rod a quel punto fa una pausa e finisce l'ultimo sorso di whisky Incendiario, fa una piccola smorfia. Poi riprende a parlare lentamente.
"Mi sono poi assopito, ma il sonno era leggero, ho sentito lei che mi ha accarezzato per un attimo i capelli. Mi ha dato un bacio sui capelli. Non l'aveva mai fatto prima d'ora, lei non è esattamente il tipo affettuoso, lo sai..."
Altra breve pausa, poi termina con voce arrabbiata, ma rassegnata.
"Comunque, che mi ami, è pura illusione. Sai ora dove sta? A parlare col Signore Oscuro. In piena notte, in mezzo a questa oscurità, nel loro posto solitario e appartato. Sempre là con lui, davanti a quel maledetto fuoco. Dovrei esserci abituato, dovrei accontentarmi del secondo posto: una piccolissima scheggia del suo cuore. Come una scheggia che ti si conficca nella carne e non se ne va più."
Lo guardo, non so cosa rispondergli, mi ha quasi commossa. Il tempo insieme a lui è volato, il suo racconto non mi ha stupita, sapevo già di quanto anche loro fossero pieni di problemi, ma non mi ha mai annoiata.
"Raccontami pure, Rod."
Mi guarda, sembra sorpreso che io sia ancora lì e gli chieda di sfogarsi ancora. Sembra quasi che non abbia mai parlato in vita sua, che ora gli escano tutte le parole mai dette, esattamente come un fiume in piena.
"È che volte, accontentarmi, è più difficile di altre. Soprattutto quando mi guarda ed è ancora così bella. Anche se ricordo che lo era molto di più, prima. Adesso si è rovinata e sappiamo tutti in nome di chi."
Altra pausa, resta pensieroso un momento, lascia il bicchiere vuoto lontano, sul tavolino, tornado ad appoggiare la schiena sul divano, vicino a me.
Mi guarda, si avvicina, mi guarda ancora e non si muove. Non capisco le sue intenzioni, magari è solo ubriaco, mi dico. Poi si allontana di nuovo.
"Tu non sei come lei, non sembrate sorelle, lei mi dà il tormento, non la sopporto più, la odio davvero tanto. Sarebbe stato meglio sposare te. Se solo avessi saputo che ti piacevo, allora..."
Ridiamo di gusto, finalmente sollevati entrambi da quella serata così cupa e oscura.
"Però ti piace proprio essere tormentato e tormentarla. Sai cosa penso infondo? Che ti piace proprio perché è egoista, crudele, forte e con lei non la sai spuntare. E ti piace stare qui a pensare che lei è di là con un altro, davanti al fuoco a parlare. Sei matto Rodolphus, lo sei sempre stato e sempre lo sarai. Sei matto quanto lei e solo tu la puoi sopportare. E infondo lo sai bene quanto lei ti sia legata, anche se dici di non sapere il motivo."
Mi guarda, forse non mi crede.
"Infine, io no, non sono cattiva come Bella, non sono così egoista e crudele, non mi piacerebbe nemmeno esserlo, ma ti assicuro che una come me ti annoierebbe a morte, non ci sai stare buono e tranquillo tu."
A queste parole lo vedo sorridere ancora. Sincero, sollevato.
Si alza a fatica e mi guarda dall'alto, con quel fisico distrutto e lo sguardo sfatto: ha un che di affascinante Rodolphus, non capisco come faccia Bella a preferirgli quell'altro.
"Scusami se ho monopolizzato la conversazione con questa storia, non volevo annoiarti."
Io in realtà gli sono grata, ho capito di non essere sola, in molti soffrono e tengono duro in questa casa.
"Mi ha fatto piacere stare con te, Rod."
"Notte Cissy, sei sempre bellissima."
Questo è il modo di Rod per salutarmi e dirmi grazie.
"Buona notte anche a te, Rod."
Poco dopo fa di nuovo capolino dalla porta.
"Se vedi Bella che si libera e la smette di fare la gatta innamorata, dille di venire in camera mia e dille soprattutto che sono ubriaco e ho voglia di scoparla."
Scuoto la testa. Lui con me si annoierebbe davvero, ma io con uno così come farei a stare?
"Glielo dirò dovessi incontrarla, Rod. Però dubito fortemente che, se sa che sei ubriaco e ti rivolgi così, vorrà venire da te."
Lui ride, sincero, allegro.
"Cissy, tu non conosci tua sorella fino in fondo."
Rido con lui e lo guardo allontanarsi, questa volta davvero.
La chiacchierata con Rodolphus, mi ha risollevata, mi ha fatto ridere, mi ha stupita. Lui riesce a reagire alle cose più brutte sdrammatizzando, usando qualche semplice sciocca battuta.
Io dovrei farmi più coraggio, essere più come lui.
Eppure, ci provo e riprovo, ma non ci riesco.

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