Quella mattina di settembre, come in ogni altro stato, le scuole furono aperte e gli studenti, chi senza voglia e chi con del sonno arretrato, si ritrovarono dinnanzi al cancello dell'istituto comprensivo di Holmes Chapel. Ognuno di loro aveva un diario -chi lo aveva per i segreti, chi per scrivere cose senza senso, chi per disegnare e chi per i compiti, e Harry Styles rientrava nella prima categoria; quella dei segreti.
Harry, in quel diario vecchio e con una copertina floreale, scriveva pensieri sulla sua famiglia -soffermandosi anche su alcuni litigi, e sul divorzio dei suoi genitori, sulle sue nuove e vecchie cotte, sui suoi amici, su sé stesso. Non lasciava a nessuno il piacere di sapere con esattezza le sue parole e neanche Niall, il suo migliore amico, aveva mai avuto il permesso di leggerne qualche rigo. Aveva pensato, inizialmente almeno, che l'amico ci scrivesse qualcosa di cattivo, sia nei suoi confronti che verso gli altri, ma poi si era reso conto che Harry Styles era la persona più genuina e buona del mondo e che quindi non avrebbe mai fatto una cosa del genere.
Certo, anche lui aveva le proprie antipatie, ma la rabbia non durava mai più di qualche minuto o di qualche ora. Il ragazzo tutto ricci e fossette teneva ad assicurarsi che, nonostante battibecchi e urla, le persone a cui voleva bene sapessero dei suoi sentimenti verso di loro. Ad esempio, una volta litigò con sua sorella Gemma e passarono solo dieci minuti prima che sua madre Anne, fornita di pazienza e un amore incondizionato, le desse una lettera scritta da una personcina poco alta. Quel foglio bianco era stato macchiato dai pastelli più colorati che Harry possedesse, e a lettere cubitali c'era scritto; "sono arrabbiato con te. Non ti parlerò domani e dopodomani. Ps. ti voglio ancora bene" e mai niente fu più veloce della corsa che fece Gemma verso il suo fratellino, che solo in un secondo momento venne riempito di coccole e scuse.
Tutte le persone che lo conoscevano sapevano che non ci si poteva arrabbiare con quel faccino da bambino che si ritrovava ed era impossibile odiarlo con le sue fossette. Niall puntalizzava sempre quanto profonde fossero e, in caso di apocalisse, diceva che sarebbe potuto sprofondare in quei profondi folchi e sopravvivere.
Non c'era giorno in cui l'irlandese non avesse fatto ridere Harry e non c'era giorno in cui i due non si punzecchiassero. Era così bello il loro rapporto, così intimo, che chiunque li vedesse da fuori aspettava prima che finissero di parlare per poi intromettersi.
«Che palle, Nì. Non ho voglia di studiare.» si lamentò il riccio, ricevendo in risposta una gomitata scherzosa.
«Ma adesso potrai vedere Tomlinson.» lo schernì il biondo ed Harry non poté che arrossire.Il riccio aveva una cotta per Louis Tomlinson da prima del periodo estivo, ma mai era riuscito a catturare l'attenzione del liscio. Il ragazzo, essendo due anni più grande di lui, era sempre in compagnia dei ragazzi dell'ultimo anno e quindi, quando c'era una festa, Harry sapeva di non essere nella lista degli invitati.
«E tu potrai vedere Lola, ma mi sembri scocciato comunque dall'inizio dell'inferno.» puntualizzò, mettendosi sulla difensiva e incrociando le braccia al petto.
Niall lo guardò di sottecchi, scoppiando in una fragorosa risata che fece girare quattro gruppi di ragazzi verso di loro. Harry tossì in imbarazzo, dando dei colpetti sul braccio dell'amico (quello era un segnale per farlo smettere, ma ovviamente l'irlandese non lo colse).
«Io chiederò a Lola di uscire, tu quand'è che ti farai avanti con T-» e non finì la frase, poiché Harry gli premette una mano sulla bocca per farlo ammutolire. Le sue guance erano l'unico indizio che potesse far dubitare Louis di qualcosa, ma d'altronde come poteva solo pensare che ci fosse qualcosa fuori posto se non l'aveva neanche sfiorato con lo sguardo?
Fu quando il ragazzo li sorpassò senza troppi problemi, andando poi verso il suo migliore amico, Zayn Malik, che Harry ricominciò a respirare normalmente, sgonfiando le guance e dando aria ai polmoni.
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Sunflower; Larry Stylinson.
Fanfiction"Hai bisogno di qualcosa, riccio?" "Sì. Del diario, per precisare, poiché è mio" "Non ho intenzione di restituirtelo, riccio. Mi hai ben capito? Adesso puoi ritornare dal tuo amico biondo -per cui hai speso ben due pagine, fantastico, e smetterla di...