«Capisci cosa hai fatto?!» Digrignò i denti, sincerandosi che non vi fossero altre orecchie nei paraggi.
«Pensi che io lo volessi?» Lauren ricambiò lo sguardo cagnesco di Shawn con altrettanta determinazione.
«Potevi evitarlo, tu..» Si passò una mano sulla bocca, sradicando parole troppo incaute. «Ti avevo detto di non farlo, ma tu non mi hai ascoltato.» La sua ira si nutriva della sua impotenza. Non aveva potuto impedire ciò che stava per succedere, e tantomeno poteva farlo adesso.
Dopo svariati secondi di silenzio, Lauren soppesò un numero spropositato di parole per placare i nervi del ragazzo, ma tutte risultavano vacue in confronto alle uniche che enunciavano la verità. «Non sei l'unico che tiene a Camila.»
Shawn fece scattare la testa verso di lei. I muscoli taurini del collo e quelli contratti delle spalle incorniciavano la mascella serrata in quella che sapeva riconoscere come l'allegoria della disapprovazione pura. «Se ci tieni davvero, dopo questo, stalle lontana.» Le dedicò un ultimo sguardo infiammato, prima di incamminarsi svelto verso la pista.
Lauren inspirò a fondo, appoggiando le spalle stanche contro la parete. Se c'era una cosa che odiava più di perdere, era dover dar ragione a qualcun altro. Aveva sopravvalutato la sua giurisdizione, e ciò aveva portato solamente gravi conseguenze per Camila. Non avrebbe commesso lo stesso errore due volte.
Camila vide, ma più che altro udì, Shawn arrivare in officina. La sua espresione disinibita non ingannava il volto scuro sotto cui campeggiava, ma Camila incolpò i postumi della sera prima. «Qualcuno deve ancora riprendersi,» ridacchiò mentre l'amico si avvicinava alleggerendo la robustezza dei passi.
Shawn impiegò qualche secondo per ricordarsi come sorridere. Ottenne un risultato sghembo che avvalorò l'ipotesi di Camila. «Non sono più abituato alle bollicine, o alle feste.» Adagiò i gomiti sulla superficie metallica. Sembrava estremamente stanco anche dopo il quarto caffè. Camila aggrottò le sopracciglia. Possibile che un bicchiere di vino in più prosciugasse così tanto la vitalità di una persona?
«Dovresti. Ci sono state tante novità da festeggiare.» Camila gli carezzò il bicipite. Sapeva che ultimamente si allenava con dei pesi più sostanziosi durante il weekend, ma il muscolo era troppo teso per ritenere possibile fosse opera di miglioramenti ginnici. Il cipiglio della donna si infoltì.
Prima che potesse domandare qualsiasi cosa, i passi di Lauren risuonarono stentorei nell'officina. La donna teneva il mento issato come sempre, ma lo sguardo vitreo non rispecchiava la sua audacia. Lo sguardo di Shawn guizzò lontano da lei, ma Lauren si approssimò comunque a loro. «Ehi.» Il saluto fu indirizzato solo verso Camila, la quale si sforzò di fare mente locale. Forse le bollicine le avevano annebbiato i ricordi, ma se non andava errata era stata una bella serata per tutti, almeno questo era ciò che la sua mente rimembrava.
A giudicare dalla fredda tensione che galleggiava fra i loro sguardi distanti, ricordava male.
«Buone notizie,» comunicò la corvina, dandole da sperare fossero davvero buone, ma dalle loro espressioni non c'era molto in cui sperare. «Mi hanno chiamato gli sponsor, stamani. Vogliono vederti per una cena. Vorrebbero congratularsi per la gara di domenica.» Abbozzò un sorriso stirato, credendo che bastasse così poco per dissimulare l'agitazione dei loro respiri.
«Beh.. Bene, no?» Camila fece spola fra l'uno e l'altro, inarcando un sopracciglio confusa. Le loro reazioni compassate non andavano di pari passo con l'annuncio.
Shawn si schiarì la voce, sciogliendo la mascella indurita. «Ma certo, siamo tutti contenti, infatti.» Rispose come avrebbe risposto un adolescente interrogato a sorpresa. Impreparato e balbuziente.

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Finish Line
FanficLauren Jauregui è uno dei piloti più promettenti della nazione. Sotto il nome della scuderia Jauregui ha collezionato una striscia di vittorie encomiabile, motivo per cui i riflettori e la pressione la inseguono non solo durante i giri in pista, ed...