Due mesi dopo...
Dinah la osservava di sottechi, sorseggiando dal bicchiere di caffè già vuoto. Era da due mesi che tentava di rintracciare occhiaie più scavate, sguardi più spenti, rughe troppo evidenti per la sua età... Ma niente era mutato sul viso della cubana, anche se la disattenzione delle sue iridi sollecitava le indagini di Dinah.
La dipartita di Lauren era nota a tutti, sopratutto ai tabloid che si chiedevano dove fosse finita la corvina che ora era più veloce a fuggire dai flash che a guidare le auto -e ad abbandonarle- in pista. Camila, al contrario, pareva domandarsi solamente se fosse il caso di terminare il caffè tutto d'un sorso o gustarlo a poco a poco.
«... Quindi siamo già al quinto appuntamento in due mesi. Non è un po' troppo?» Domandò Ally rivolta verso Dinah, ma la donna era focalizzata su Camila che corrugò la fronte perplessa riscuotendo la soglia d'attenzione dell'amica.
«Se ti piace davvero, è troppo poco.» Puntualizzò Dinah, ma la bocca arricciata di Ally la contraddisse prima ancora di proferire parola.
«Non voglio che si abitui ad avermi, perché dopo diventerei scontata e lui se ne cercherebbe una più difficile. Come ha fatto Brad.» Additò gli sguardi allibiti delle due con l'aria di chi steva per dar loro una lezione di vita -come se non ne avessero già ricevute abbastanza. «Agli uomini piacciono le cose complicate, altrimenti non si sentono intrigati.»
«Tesoro,» la mano di Dinah cadde volutamente compassionevole sulla sua spalla, «quelle sono le donne. Gli uomini sono molto più interessati se sanno di avere una certezza da parte tua, altrimenti si sentono minacciati.» Lo sguardo esperto, invece, fece intuire a Camila che Siope era stato l'amore di Dinah, ma non era stata l'unica esperienza della sua vita.
Ally sorvolò la saccenza di Dinah atterrando con lo sguardo sull'espressione distratta di Camila che impiegò più di qualche secondo per comprendere cosa le stesse chiedendo. «Oh, si... Concordo.» Annuì energicamente, anche se in realtà non aveva seguito metà discorso. «Ha ragione Dinah. Non tenerlo troppo sulle spine.» Scosse il bicchiere di caffè dispiacendosi per non avvertire lo sciabordio interno. Era il segnale che la pausa era finita. «Ora di tornare a lavoro.» Si alzò svelta e si avviò verso l'uscita, lasciando le due a scambiarsi un'occhiata che aveva ancora a che fare con le dinamiche relazionali, ma non le loro.
«Come sta secondo te?» Sospirò Dinah, osservando la cubana allontanarsi attraverso la vetrata.
Ally si strinse nelle spalle. «A me sembra stia bene.»
«Già,» annuì Dinah, ma la sua espressione scettica ammetteva l'opposto. «Troppo bene.» Mormorò fra sé e sé.
Cinque mesi dopo...
La festa era iniziata da qualche ora, quando Camila aprì di slancio la porta del bagno, chiudendosi frettolosamente all'interno. I polomini le bruciavano, il respiro era un rigolo di fumo che invece di ossigenarla la soffocava ancora di più. Le mani quasi graffiarono il lavandino quando vi si aggrapparono. Dentro, fuori. Andiamo, Camila. Mentre ripeteva quello che era un mantra ormai, impennò lo sguardo verso il suo riflesso. Il mondo si era liquefatto ai suoi occhi velati. Ecco cos'era rimasto di lei: un'immagine traballante.
Non adesso. Non adesso... Inspirò, ma l'aria si troncava a metà percorso, morendole in gola. Le nocche si erano sbiancate anche sotto le croste formatosi dopo un impeto incontrollabile.
Smettila. Va tutto bene. Respira. Non era nemmeno la sua voce a parlare. Ascoltava quella litania durante tutto l'arco della giornata. Era come un disturbo ossessivo compulsivo del cervello, che, però, invece di annegarla, arginava ciò che ora stava dilagando.

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Finish Line
Fiksi PenggemarLauren Jauregui è uno dei piloti più promettenti della nazione. Sotto il nome della scuderia Jauregui ha collezionato una striscia di vittorie encomiabile, motivo per cui i riflettori e la pressione la inseguono non solo durante i giri in pista, ed...