Parte 24: Lei

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Non so per quanto ho dormito, ma quando apro gli occhi Can è nella stessa posizione di come si è addormentato. Copro il suo corpo nudo con il lenzuolo e mi siedo nel bordo del letto.
La stanza è piccola. Il letto è contro una parete di mattoni. Due lampade, attaccate al soffitto, sono sospese sopra i comodini. C'è un'ampia finestra coperta da tende di un grigio scuro. Una cassettiera e di fianco una sedia dove ci sono alcuni vestiti di Can.
Sorrido, perché non vedo nessun oggetto personale che possa dire che casa sua.
Mi muovo in punta di piedi dando un'ultima occhiata a Can prima di affacciarmi nel corridoio. Guardo la porta dall'altra parte del corridoio, sperando che sia il bagno.
Quando apro la porta cigola un pochino.
"Okay, stanza giusta"
Vado a prendere i miei vestiti abbandonati davanti all'ingresso e mi sbrigo ad entrare nel bagno. Dopo la pipì e una rinfrescata, prendo lo spazzolino di Can e mi lavo i denti. Mi rivesto, ma non trovo le mutande da nessuna parte. Le cerco in mezzo ai vestiti di Can che raccolgo da terra, ma non le trovo.
"Dove diavolo sono?"
Decido di rinunciare a cercarle perché tanto saranno inutilizzabili e, sempre in punta di piedi, rientro nella camera, dove lascio i suoi vestiti sulla sedia e guardo nella cassettiera. Trovo subito quello che cerco. Guardo verso Can, che non si è mosso di una virgola e prendo un paio dei suoi boxer.
Recupero scarpe, borsa e cappotto, ed esco come una ladra.
Quando sono nell'androne del condominio infilo le scarpe e allaccio tutti i bottoni del cappotto per prepararmi all'aria fredda del mattino.
"Mi aspetta una bella camminata"
Esco fuori sul marciapiede e mi squilla il telefono dentro la borsa. Dalla suoneria so già chi è.
Rispondo con un gran sorriso.

«Dove credi di andare?»

Sorrido, «Buongiorno, anche a te»

Un fischio proveniente dall'alto mi fa alzare la testa.
Can è affacciato alla finestra del terzo piano, ed è a petto nudo.

«Vai dentro o prenderai freddo»

«Ti ho fatto una domanda» dice serio.

«Sto andando via»

«Perché?»

«Abbiamo detto per una notte soltanto.»

«Abbiamo detto per San Valentino, e abbiamo ancora 17 ore da passare insieme. E poi... ti sei persa qualche pezzo»

Mi ci vuole un secondo per capire a cosa alluda, «Mi hai nascosto le mutande?»

Sogghigna, «Le ho dimenticate nella tasca dei pantaloni, credo che sia meglio che vieni a riprenderle, non vorrei che una folata di vento possa creare qualche... incidente.»

«Mhh... posso farne anche a meno, un po' d'aria fresca è sempre piacevole.»

«Evelyn!» dice con avvertimento. «Vieni su!»

«No! Ho passato tutta la notte lì, è anche troppo.»

Mi guardo intorno. Vedo una macchina in lontananza che viene da questa parte. Aspetto che passi, poi tengo il telefono attaccato all'orecchio con la spalla e guardo in alto verso di lui.

«Vuoi vedere che cosa ho sotto?» Con en trambe le mani prendo l'orlo del cappotto e della gonna e gli sollevo velocemente.
Can spalanca la bocca e si schiaffeggia la fronte, poi lo sento ringhiare tramite il telefono.

«Sei pazza? Mi hai fatto prendere un colpo»

Ridacchio «Ho preso un paio dei tuoi boxer. Per colpa tua sono a corto di biancheria intima»

Ridacchia fiero «Sali? Avevo pensato a un risveglio diverso»

Il suo tono dolce mi fa sporgere le labbra in una smorfia.

«Non posso, devo andare al lavoro.»

«Lavori anche oggi?»

«Sai com'è, non avevo niente di meglio da fare»

Io voglio te,  Tu vuoi me?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora