Evy entra nella sala visita piangendo, ma non per il dolore, ma perché continua a ripetere che il figlio non deve ancora nascere. Dopo il tracciato e la visita interna che conferma che è dilatata di quattro centimetri, piange ancora di più, e chiede di parlare con la sua ginecologa.
Mentre Can si allontana un attimo per rassicurare la famiglia, la dottoressa Owens entra nello studio con un gran sorriso, ma svanisce vedendo la sua paziente in lacrime.
«Dottoressa mi aiuti!»
«Evelyn! Che succede?» dice seriamente preoccupata.
«Non deve nascere!»
La donna la guarda di traverso, «Ti deve stare proprio antipatica questa persona per non volerle dare soddisfazione» ridacchia.
«Tantissimo!» ansima. Guarda il grande orologio appeso alla parete. «Mancano cinque ore per finire la giornata, dice che ce la faccio?»
La dottoressa guarda verso l'ostetrica e lei scuote la testa poco convinta.
«Il tracciato?» chiede, prendendo in mano la cartella.
«Tutto in regola, ha le contrazioni ogni undici minuti. Nessuna sofferenza fetale.» risponde.
La dottoressa studia le carte pensierosa, poi annuisce «Diamole qualcosa per rallentare le contrazioni»
L'ostetrica la guarda stupita, ma non protesta. «Subito, dottoressa»
Evy si lascia andare contro il lettino decisamente sollevata, sapendo che la dottoressa non rischierebbe la salute del bambino solo per un suo capriccio «Grazie, grazie»
Il medico si avvicina a lei, «Rallenterà per un pò, ma in caso il bambino non voglia aspettare oltre, dovrai arrenderti...» la guarda seria «chiaro, Evelyn?»
«Certo, certo!»
«Approfitta di questa pausa per riposare. Avrai bisogno di tutta l'energia più tardi»
La sala parto, più che una stanza di ospedale, sembra un bilocale. Il pavimento è in parquet, c'è una piccola libreria, divanetti in pelle, dei quadri alle pareti dipinte con colori tenui e caldi, faretti sul soffitto che cambiano colore e che attribuiscono un'atmosfera accogliente e intima. Non manca un letto matrimoniale, per permettere al papà di rimanere con loro dopo il parto, e una culletta in vimini vicino al letto. La vasca è posizionata in un'altra stanza, e quando Evy la vede, si sente scoppiare il cuore nel petto e lancia un'occhiata ansiosa verso il marito.
Le ostetriche la fanno cambiare, e le danno un reggiseno in microfibra da mettere sotto la camicia da notte, l'unica cosa che potrà indossare quando sarà dentro la vasca.
«Vi lasciamo tranquilli» dice l'ostetrica dopo aver posizionato la sonda per sentire il cuoricino «Chiamate per qualsiasi cosa» abbassa le luci e se ne va.
Can entra nella stanza, anche lui si è cambiato. Indossa una maglietta in cotone e un paio di pantaloncini per assistere la moglie in acqua.
Evy si morde il labbro per non ridere, e scatta una foto con il cellulare che tiene in mano «Sei bello anche così» mormora.
Lui sorride mentre si avvicina «Fai la spiritosa ora che ti sei fatta fermare le contrazioni, eh?!»
Evy abbassa gli occhi colpevole «L'hai saputo?»
Can si siede nella poltrona accanto al letto e le prende la mano, intrecciando le loro dita.
«Ti ricordi quando ti ho raccontato che, da piccola, ti avevo trovato piangente perché eri caduta dall'albero?»
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Io voglio te, Tu vuoi me?
Fanfiction🔞 Sequel di: IO HO VOLUTO TE, TU HAI VOLUTO ME. 2°libro Nonostante le difficoltà che gli hanno messi alla prova, Evelyn e Can possono vivere la loro storia senza catene. Allora, perché Evelyn si sente tormentata? È colpa dei suoi incubi? Delle su...