Parte 1: Incubi

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«Se i lavori continuano di questo passo, dovremo finire dopo le feste natalizie.»

Sorrido entusiasta, «Grazie signor Hagman, è una splendida notizia.»

Saluto l'architetto e mi abbandono su una cassone nella mia veranda, se così si può chiamare, visto che ancora è piena di materiale e attrezzi da lavoro. "Ma ancora per poco."

Il cuore minaccia di esplodere dalla felicità. Non mi sembra ancora vero che i lavori siano quasi al termine. Il signor Hagman è un ottimo e affidabile architetto, negli ultimi due mesi sono riuscita a conoscerlo meglio e affidarmi totalmente alla sua esperienza. Ha apportato qualche modifica al progetto iniziale di Darrell, cosa a cui non mi sono opposta, non volendo che il progetto mi ricordasse perennemente lui. Pensarlo mi fa rabbrividire. Perfino al processo mi è stato difficile restare nella stessa stanza con lui, con i suoi occhi addosso che continuavano a fissarmi con un misto di rabbia e desiderio. Mi ci è voluta tutta la mia forza di volontà per raccontare ciò che era accaduto, ma la mia testimonianza è servita a poco, perché Darrell, sentendo le mie parole, ha dato di matto, gridando che io ero sua e che mai nessuno ci avrebbe separato, concludendo con il minacciare tutti i presenti di morte. Il giudice gli ha dato sei anni di reclusione, e Simon è riuscito a farlo incarcerare per infermità mentale in una struttura di massima sicurezza a San Antonio.

Cerco di non pensare a quei giorni di prigionia, anche se non riesco a nascondere che mi è impossibile ancora stare al buio, e che i miei incubi mi fanno dormire poco o niente.

***

«Ci vediamo più tardi, Sugar.» chiudo il suo box e guardo lo schermo del cellulare sentendo il suono di una notifica.

Can: "Ciao, piccola."

Con la coda dell'occhio vedo qualcuno venire verso di me. Sorrido, per accogliere il capo dei ranger. Mi affretto a scrivere una risposta.

Io: "Ciao, amore."

Alzo gli occhi sul ranger che è a pochi metri da me, il suo cappello nasconde i suoi occhi indagatori. Faccio scivolare lo sguardo sulla stella nel petto e sui suoi muscoli messi in risalto dalla divisa. Il suo sorriso provocante mi fa contorcere lo stomaco dal desiderio.

«Salve, Miss Cooper.» mi accarezza con il suo sguardo autoritario, «Stamattina, è scappata come una ladra,» si piega su di me senza toccarmi.

«Mi sembrava distrutto, non volevo disturbarla...» mi alzo in punta di piedi per ridurre lo spazio tra noi. Chiudo gli occhi inebriandomi del suo profumo che m'investe.

«Mi ha preso per un vecchietto? Ho tutta l'energia che mi occorre.»

«Mhhh... non saprei, ormai l'età avanza...»

«Vorrà dire che dovrò farla supplicare di fermarmi... un'altra volta.» sogghigna.

«È molto suscettibile ranger Yaman, quando si tratta della sua età.»

«Lo sono quando si tratta di lei...»

Lo colgo di sorpresa e lo bacio, non riuscendo a trattenere oltre il mio desiderio, vederlo con la divisa mi eccita da morire, e lui lo sa, e ogni volta si diverte a vedere la mia reazione impulsiva.

«Se non la smetti di baciarmi così, ti porto subito nella dependance.»

Lo guardo con sfida. «Che stiamo aspettando?»

Ci pensa per qualche istante, poi, prendendomi per mano, mi trascina fuori dalla scuderia. Camminiamo a passo spedito, cercando di sembrare indifferenti mentre passiamo davanti a varie persone che ci guardano, e ricambiamo il loro saluto con un frettoloso ciao.

Io voglio te,  Tu vuoi me?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora