Parte 28: Vecchi amici

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Briony e Robert sembrano aver messo da parte il loro rancore e ora sono tornati a parlare come due persone adulte.

"Erano innamorati!"

Chi avrebbe detto che alle radici del litigio tra mia nonna e mia madre ci fosse Robert. Una storia così, soltanto nelle soap più romantiche si può vedere. Sono ancora incredula. Mi dispiace per come sia andata a finire per loro, ma se non fosse andata così, io e Can non ci saremo mai incontrati. Almeno, non in questa vita.
Hope, esce fuori dal suo nascondiglio, e viene a reclamare la sua cena.
A proposito di cena...
Dato che quei due,  ora che si sono ritrovati, non sembrano vogliano andare a casa molto presto, rovisto nel frigo e cerco qualcosa da preparare. Vedo la torta al cioccolato, che avevo preso perla nostra serata romantica, e la sua glassa lucida mi fa venire l'acquolina in bocca. Come una bambina che non sa resistere alla tentazione, con l'indice, ne rubo un po' e lo gusto con piacere. Can si porta al mio fianco. Alzo gli occhi su di lui. È  appoggiato al bancone e incrocia le braccia sul petto, guardando verso i nostri nonni dall'altra parte della stanza.

«Ti è preso un colpo, eh?!» ci scherzo su.

Trattiene un sorriso e abbassa il suo sguardo allacciandolo al mio «E a te è venuto quasi un infarto!»
Mi fa scivolare una mano lungo il fianco e mi avvicina a lui. I suoi occhi si spostano sulla mia bocca, distende le labbra in un sorriso.
«Qualcuno ha rubato del cioccolato».

«Ne vuoi un po'?» 

Lui lancia un occhiata alle mie spalle, verso i due, poi mi guarda in quel modo che mi fa girare la testa. La sua mano si immerge nei miei capelli per tenermi ferma la nuca e, sorprendendomi, si abbassa su di me e lecca via il cioccolato dalle mie labbra, scatenandomi un brivido nello stomaco.

"Non intendevo così, ma in questo modo è ancora meglio"

Nemmeno la consapevolezza che non siamo soli riesce a frenare il desiderio che mi scatena.

«È buono?» chiedo, seguendo il movimento della sua lingua che accarezza le sue labbra. Devo sforzarmi per non saltargli addosso.

«Squisito!» mormora.

Il modo in cui lo dice, mi fa venire voglia di spiaccicarmi la torta in faccia per essere ripulita dalla sua bocca.
Can sposta gli occhi sul mio petto che si alza e si abbassa ansimante, poi con quello sguardo da predatore si avvicina di più a me.

«Appena abbiamo finito con loro, possiamo recuperare il tempo che abbiamo perso ieri».

«Allora sbrigarci a preparare questa cena!»

Sotto i suoi occhi divertiti mi infilo di nuovo nel frigo.
«Vediamo cosa abbiamo». Prendo una cipolla, «Ci pensi tu a tagliarla? Per oggi ho pianto già abbastanza» gliela tiro e lui la prende al volo.

«Ogni scusa è buona!»

Si tira su le maniche della felpa. Apre lo sportello per prendere il tagliere e il cassetto per prende il coltello adatto. Sorrido tra me nel vederlo aggirarsi per la cucina con familiarità. Cerco di concentrarmi sulla preparazione della cena, per non fantasticare troppo sulla sua presenza in casa.

«Prendo il vino. Cosa mi consigli?» chiedo, dopo aver lavato le verdure.

Socchiude gli occhi pensando. «Dipende da cosa hai voglia». Leggendo la mia espressione aggiunge: «Qualcosa di dolce, vellutato, morbido, caldo... forte! Hai tante scelte. Cosa preferisci?»

"Parla sempre di vino, giusto?"

«Io pensavo a qualcosa di intenso e... corposo!»

Fa un sorriso accattivante «Allora il Syrah è perfetto per soddisfarti».

Io voglio te,  Tu vuoi me?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora