Parte 12: Una proposta

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Tutti gli ospiti si spostano nell'altra sala per prendere posto al proprio tavolo. Io mi guardo intorno un po' nervosa non sapendo cosa fare, visto che Can non è ancora arrivato.

Io: "Dove sei?"

È il terzo messaggio che gli scrivo senza avere risposta. Mi affaccio nella sala, dove la maggior parte delle persone hanno preso posto. Osservo tra le numerose facce in cerca della sua, magari è qui anche lui e mi sta cercando. Non so nemmeno se ho un posto assegnato. Un cameriere mi passa davanti e lo fermo per farmi aiutare.

«Scusi, può dirmi dove dovrei sedermi?»

Lui mi guarda perplesso poi alza lo sguardo oltre la mia testa e fa un cenno di consenso, e, se ne va, lasciandomi allibita.

«Okay, potevi almeno dirmi di no, stronzo!» borbotto.

Una risata dietro di me mi fa rizzare i capelli.

Gore mi guarda allegro, «Hai bisogno di aiuto, Evelyn?»

Mi rilasso vedendo una faccia conosciuta, «Can è sparito e non so dove devo andare...»

Fa un passo verso me e mi porge il gomito, «Vieni, ti accompagno io.»

Faccio un ultimo giro intorno a me con la speranzosa di vedere Can.

Gore mi rivolge un sorriso rassicurante, «Tranquilla, non ti mangio.»

«Non dovresti essere anche tu in riunione?»

«Ci penseranno gli adulti. Preferisco occuparmi dei miei ospiti in questo momento.»

Non riesco a decifralo bene. Sembra un tipo apposto, ma non voglio fidarmi del tutto. Lo prendo sottobraccio e, facendo slalom tra i tavoli, mi conduce verso il centro della sala. Esamino i tavoli preparati per la cena, dieci persone per tavolo, conto velocemente quindici tavoli dalla metà della sala, perciò deduco che ce ne siano altrettanti dall'altra.

Non mi sfuggono alcuni sguardi che accompagnano Gore incuriositi.

«Ti guardano, perchè?» chiedo a denti stretti.

Abbassa i suoi occhi azzurri su di me, «Non credo stiano guardando me.»

Di nuovo, il modo in cui mi guarda mi fa arrossire e distolgo subito lo sguardo.

Gore si ferma davanti ad un tavolo, che è proprio davanti a un palco coperto da grandi tendaggi bianchi, dove sette sedie sono ancora libere.

«Ecco qui, Evelyn. Siamo nello stesso tavolo.»

Sposta la sedia per invitarmi a sedere. Guardo il segnaposto sul piatto davanti a me, leggo il mio cognome, nel piatto alla mia destra e alla mia sinistra i due Yaman. "In mezzo a due fuochi, bene!" Saluto le tre persone sedute, che mi accolgono con un sorriso.

Gore fa il giro del tavolo e si siede nel posto vuoto proprio difronte a me. Accanto a lui, una ragazza bionda dagli occhi chiari, credo abbia più o meno la mia età, lo accoglie con un sorriso raggiante che poi si spegne guardando verso di me. Ricambio la sua espressione senza battere ciglio.

"Già questa mi sta sulle palle"

Guardo i miei vicini con un po' in soggezione. Gore fa le presentazioni. Andrew, un dottore di circa trent'anni, dai capelli scuri e barba che non sembra essere fatta da parecchi giorni, da quanto ho capito è il compagno molto più giovane di una socia di Ryan anche lei ancora in riunione. Celia, la ragazza bionda, mi viene presentata come amica di famiglia, appellativo di cui lei sembra andarne molto fiera. E per ultima, Monica, quella che mi ispira più simpatia, una professoressa di fisica sulla cinquantina e moglie sempre di un socio.

Io voglio te,  Tu vuoi me?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora