Parte 5: I suoi occhi

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Evelyn
Dopo quasi sei ore di volo, Boston ci accoglie con una pioggia leggera che bagna i vetri del taxi mentre ci dirigiamo verso l'hotel. L'atmosfera è umida e fredda, tipica delle serate di novembre. Arriviamo finalmente all'hotel, un imponente edificio che svetta sul Rive Charles.

Can apre la porta della stanza con il tesserino magnetico e si sposta di lato per farmi entrare. La stanza è molto più spaziosa di come appariva sul sito web. Oltrepasso il piccolo salottino, arredato con un divano grigio e un tavolino da caffè in vetro, e mi dirigo verso la camera da letto. Un letto king size padroneggia l'ampia stanza.

Un'ampia vetrata ad angolo si affaccia sul fiume Charles, offrendo una vista spettacolare dello skyline di Boston. Le luci della città brillano attraverso la pioggia, creando un'atmosfera magica e suggestiva. Mi avvicino alla finestra e guardo sotto di me, incantata dalla bellezza del panorama.

«È bellissimo,» mormoro, rapita dalla vista.

«Ottima scelta,» si complimenta Can, avvicinandosi a me e dandoci un bacio sulla tempia. Si toglie il cappotto e lo appende, poi si dirige verso il bagno. «Vuoi cenare in hotel o uscire?»

«Ho già trovato un ristorante con delle ottime recensioni...» dico, mentre il cellulare di Can inizia a squillare.

«Rispondi tu per favore?» grida dal bagno.

Cerco il cellulare nella tasca del suo cappotto e lo trovo. «È Murray!», rispondo. «Ehi, Dominic!»

«Ciao Evy, che bello sentirti.» La voce di Dominic è sempre calda e accogliente, trasmettendo una gentilezza innata. È un ragazzo alto e magro, con occhi azzurri e un sorriso timido che riesce sempre a mettermi a mio agio. Dal mio ritrovamento ci sentiamo spesso. Lui è il mio angelo custode.

«Cosa mi racconti? Non mi hai più fatto sapere se hai chiesto a quella ragazza di uscire,»
Lo immagino arrossire. Lo fa ogni volta che parliamo, l'ultima volta che abbiamo fatto una video chiamata era così paonazzo che mi sono preoccupata per lui.

«Bè, in realtà ho chiamato anche per questo, per dirti che... ha accettato!» ride euforico.

«Dai! Ne ero sicura, i nerd dagli occhi azzurri sono irresistibili.»

«La voglio portare a mangiare e poi al cinema, ama il genere Horror.»

«Mi piaci deciso.»

Ride timido, «Se siete impegnati chiamo più tardi.»

Can esce dal bagno.

«Nessun disturbo, siamo arrivati da poco a Boston.»

«Che bello! Immagino per passare il ringraziamento con i tuoi parenti.»

Scuoto la testa anche se non può vedermi, «Non ho più parenti a Boston.»

Un attimo di silenzio. «Scusami, ma non capisco,» dice confuso.

«I miei nonni sono morti prima che nascessi. Siamo qui per passare il ringraziamento con la famiglia di Lory,» spiego.

«Morti?» Altro silenzio. «Sono sicuro che la Bryony Lacey che ho trovato, sia tua nonna.»

Sentire il suo nome mi fa rabbrividire, «Mia nonna si chiamava Bryony, ma... è impossibile. Come ho detto, i miei nonni non ci sono più

Dominic spiega rapidamente: «Quando ho preso in carico il tuo caso, ho voluto sapere di più su di te, quindi ho fatto delle ricerche genealogiche e ho cercato documenti ufficiali. Ho trovato delle informazioni recenti e delle foto che sembrano risalire a poco tempo fa.» Lo sento digitare velocemente sulla tastiera del pc. «Eccola qui!» Continua Dominic. «Briony Lacey-Adams, nata il 18 luglio 1937, vedova di Jim Adams, deceduto l'11 marzo 2014 all'età di 94 anni. Unica figlia, Kendall Adams-Cooper. Non può essere sbagliato. Evy, ci sei?»

Io voglio te,  Tu vuoi me?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora