È l'una del mattino quando Evy viene svegliata da un calcio sulle costole che le toglie il respiro. Mette le mani sul ventre e si accarezza dove le sta puntando il piedino.
"Cavolo ho dormito solo per un'ora e mezza" pensa.
Si alza silenziosa per fare pipì, e quando torna al letto, trova Can che l'aspetta sveglio.«Allora fai sul serio»
Lui fa un sorriso sghembo, «Faccio sempre sul serio...» sposta le coperte, «Vieni qui»
Evy si siede sull'orlo «Non c'è bisogno che ti svegli ...» riceve un altro calcio, «E poi si muove troppo, non riuscirei comunque a dormire»
Can batte la mano sul posto accanto al suo «Qui!» insiste.
Lei si arrende e le si rannicchia contro. Can mette la mano sulla pancia. Spalanca gli occhi quando ricevere una serie di colpi. «E sì! È più agitato del solito. Ci penso io»
Va sotto le coperte e si rivolge al bambino con voce calma e profonda. Inizia il loro discorso sempre nel solito modo. "Ciao, amore mio, papà è qui!" Il piccolo reagisce alle pressioni della sua mano sul pancione, modificando la sua posizione. Can parla, canta, lo accarezza. Evy assiste al loro dialogo divertita, ha notato altre volte che il bambino risponde in maniera positiva alla sua voce, quindi, sta in silenzio e lo lascia fare, sentendosi rilassata anche lei. Dopo un po' i movimenti si calmano e Can esce da sotto le lenzuola con i capelli spettinati e con aria trionfante.
«È sicuro che sarai tu a metterlo a dormire» dice lei con voce assonnata.
Can fa una risata profonda e si sdraia accanto a lei, «E adesso mi devo occupare della mamma»
La fa girare di schiena e l'abbraccia, ma solo dopo pochi minuti si accorge che il respiro della moglie diventa calmo e regolare.
Sono passati due giorni da quando si sono trasferiti nell'appartamento a Waco. Evy, la notte, grazie alle attenzioni di Can, riesce a dormire di più, e durante il giorno, sentendosi riposata, va a trovare le cognate per aiutarle e per fare un po' di pratica, oppure, va a fare gli ultimi acquisti per il bambino.
Evelyn entra nel negozio di artigianato di mobili di un suo caro amico, a cui si è rivolta spesso per arredare casa sua, per prendere una cesta in vimini che ha visto dal sito internet.
Parla con il padre dell'amico, e lui, visto che è impegnato con dei clienti, la manda nel magazzino, sapendo che ormai conosce la strada.
Evy si incammina tra alti scafali, mobili antichi e oggetti da collezione, e va dritta nel laboratorio di George.
«Toc, toc! » Dice, sbucando da dietro un grosso armadio.
Lui alza gli occhi azzurri dal suo lavoro e sorride appena la vede, «Hei, Evelyn!» appoggia sul bancone il pialletto «Che si dice?!» lancia un'occhiata in basso «Sei ancora in giro con quel pancione?»
Si dà un colpetto sulla pancia. «Ancora per poco... spero!» poi si guarda intorno «Vedo che sei preso, sarò veloce, sono venuta per prendere una cesta in vimini.»
«Dammi un secondo e te le mostro»
«No, tranquillo, so dove trovarle»
Lui sorride «Conosci questo posto meglio dei miei operai, ma ci sono troppi oggetti sporgenti... evitiamo incidenti, eh?!»
Lei mette il broncio, «Solo una volta ti ho fatto cadere un vaso»
George si toglie i guanti, «Non era un vaso, era il vaso! Comunque, non lo faccio per proteggere la mia merce, ma per evitare che ti faccia male...» le fa l'occhiolino «Andiamo»
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Io voglio te, Tu vuoi me?
Fanfic🔞 Sequel di: IO HO VOLUTO TE, TU HAI VOLUTO ME. 2°libro Nonostante le difficoltà che gli hanno messi alla prova, Evelyn e Can possono vivere la loro storia senza catene. Allora, perché Evelyn si sente tormentata? È colpa dei suoi incubi? Delle su...