Parte 35: La mia sfida

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«Perché siamo qui? Tu odi andare allo zoo» dice Lory mentre ci aggiriamo nel parco.

«Voglio solo vedere una cosa»

Esamino i cartelli che indicano i vari recinti.

«Andiamo a vedere le giraffe» mi tira la mano per indirizzarmi.

«Dopo...» la tiro verso la stradina a destra che passa attraverso a delle ombrose piante.
Percorriamo il sentiero e ci mettiamo da parte per far passare una famiglia con due bambini che corrono allegri e gridano di andare a vedere i gorilla. Io e Lory ci lanciamo uno sguardo d'intesa, poi abbassiamo gli occhi malinconiche.
Arriviamo davanti al recinto dei leoni. Guardo la recinzione e il bosco che si vede oltre al muro alto. Lì, in mezzo a quegl'alberi, c'è quella maledetta casa. Guardo in basso lo spazio che hanno ricreato per i leoni.
Sotto l'ombra di un albero, il maschio, con la sua criniera gialla frammista a peli nero-rossicci, è sdraiato sulle zampe anteriori e si guarda intorno annoiato. Poco più in là, due leonesse si dedicano alla toilettatura, leccandosi e coccolandosi a vicenda e un'altra spunta da dietro la roccia, e si avvicina premurosa e carezzevole verso il maschio. Si strusciano le fronti e i nasi, e si leccano con affetto il muso. Poi lei si guarda davanti e fa un grande sbadiglio e mostrando i suoi grandi denti aguzzi, e alla fine, emette un ruggito, poi allunga il collo e socchiude la bocca e ne fa un altro, ancora più potente e profondo, che riesce a scattenarmi un brivido che mi attraversa tutto il corpo. Lo riconosco, è proprio quel verso, lo stesso che perseguita i miei incubi.
Lei, anche se è costretta e imprigionata in una vita che non è sua, ha la capacità di reagire, e fa sentire la sua forza attraverso il ruggito.
Stringo forte le dita attorno alla ringhiera e sorrido mentre ruggisce ancora, fino a che il suo cucciolo si affaccia in mezzo alle sue zampe, strusciandosi a lei. Sono così belli! E vedere il modo in cui lei lo protegge con il suo corpo, mi fa capire una cosa.
"Anche io ho un cucciolo da proteggere adesso"
Un bimbo si avvicina a me e Lory con un corn dog in mano che sventola davanti a noi mentre saluta i leoni.

Lory fa un passo indietro e si tappa il naso con la mano. «Ti prego, portami via o vedranno tutti cosa ho mangiato.»

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Alla fine, mi sono presa quei giorni di vacanza che mi ha offerto mio padre. Ne ho bisogno per assimilare bene questa notizia, e soprattutto, per farla assimilare a Lory.
Il cellulare di Lory squilla per la decima volta e lei, dopo aver guardato il display, spegne la suoneria. Poi, è il mio a squillare e lo guardo tentata di rispondere ad Alex, ma ho promesso a Lory che non l'avrei fatto.

Mi siedo accanto a lei su divano, «Lo sai che se non rispondi, arriverà qui»

«Non ce la faccio» gli tremano le labbra.

"Un giorno mi disse che io sarei stata l'unica a sapere la verità, perfino la sua famiglia è all'oscuro di tutti i dettagli, perché io non l'ho mai giudicata, non l'ho mai guardata con compassione o pietà. Ma questo era prima di Alex, prima di innamorarsi di lui"

«Lory...» la faccio sdraiare sulle mie gambe e le accarezzo i capelli, «Hai mai detto ad Alex cosa hai passato?»

Lei stringe gli occhi e scuote la testa. «Ho tentato di farlo ogni mattina, quando mi svegliavo accanto a lui... ma mi sono sempre bloccata. Se lui lo sapesse, non mi guarderrebbe più con quello sguardo che...» si copre il viso con le mani. «Finirà tutto!»

Il telefono squilla di nuovo.
Glielo prendo dalle mani, «Rispondo io... gli dirò che non stai bene»

«No... hai ragione, verrà qui se non gli parlo.» Si mette seduta e prende un gran respiro prima di rispondere «Alex...»
Allontana il cellulare dall'orecchio e deduco che Alex stia urlando.

Io voglio te,  Tu vuoi me?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora