Parte 48: Tutto quello che desideravo

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«Bene... la tavola è apparecchiata, la lasagna è nel forno...» dico, dando una rapida occhiata alla stanza.

Sono senza fiato per l'eccitazione quando arrivo al piano di sopra. La musica di Bruce Springsteen viene dal bagno. Sbircio dentro. Can ha l'asciugamano avvolto nella a vita ed è intento a rifinirsi la barba mentre canticchia allegro le parole. Non vorrei staccargli gli occhi di dosso, ma devo sbrigarmi.
Rovisto nei cassetti cercano qualcosa di adatto da mettere.

«Porca miseria...» sbuffo.

"In valigia ho messo solo cose comode"

Entro nella cabina armadio sperando che tra i vestiti di mia nonna riesca a trovare qualcosa di utilizzabile.

"No, niente, troppo classici per me."

"Bè, a Can non importerà di certo come sarò vestita, ma a me sì! Mi sarei accontentata anche di un semplice vestitino"

Guardo la valigia di Can che è aperta, e valuto i vestiti che si è preparato sopra letto. Piego la testa fissando il suo maglione a collo alto bianco, dal ricamo intrecciato.

"Forse potrei..."

Prendo il maglione e lo cambio con un altro. Ritorno nella cabina armadio e prendo una cintura che ho visto nel cassetto. Mi guardo allo specchio. Il maglione mi sta larghissimo, arriva a metà coscia, ma con la cintura alla vita, sembra di quei vestiti fatti apposta. Raccolgo i capelli in un morbido chignon per mettere in mostra anche gli orecchini, infine, mi trucco. Mi sento ansiosa ed eccitata al tempo stesso.

"Ci siamo!" poso la mano sul ventre "Stasera dirò di te al tuo papà!"

Mi tremano le mani mentre accendo le candele che ho trovato in giro per casa.

«Calma, Evy...» inspiro profondamente.
Accendo la musica, mettendola a un volume di sottofondo e prendo il vino dalla cantina. In questo momento avrei proprio bisogno di berne un bel bicchiere.
Quando mi giro, sussulto nel vedere Can che entra in cucina.

«Ciao,» dice, facendo scorrere lo sguardo nella stanza. Si sofferma un attimo sul tavolo apparecchiato, sulle candele accese e, su di me. Inarca le sopracciglia mentre si fa più vicino.
«Ecco dov'è finito il mio maglione.»

Mi tormento il labbro tra i denti «Volevo farmi carina per te, ma ho portato solo jeans e felpe»

Mi prende per un fianco attirandomi a lui «Sei più bella del solito» Inspira il profumino invitante che viene dal forno e lancia una rapida occhiata nella sua direzione. «Lasagna, eh?!» poi mi guarda di nuovo. «Finora quello che ho visto mi piace» si china per baciarmi, «Cos'altro devo aspettarmi?»

Mi stacco da lui «Emh...» lo prendo per mano, «siediti, manca qualche minuto prima che la lasagna sia pronta» prendo la bottiglia di vino «Ci pensi tu ad aprirla?»

Mi osserva con curiosità, ma faccio finta di niente e scappo dal suo sguardo indagatore.

«Quando pensi sia il momento giusto?»

Mi irrigidisco e lo fisso ansiosa «Per cosa? Ahi!» succhio l'indice che ha toccato la teglia rovente.

«Per sposarci...»

«Oh!» mi rilasso leggermente, «per me... potremo farlo anche la settimana prossima» prendo i piatti e li porto a tavola. «Tu avevi in mente qualcosa?»

Si stringe nelle spalle mentre prende la forchetta, «Non so... pensavo a giugno»

Sorrido, piena d'amore «Il ventidue?»

Annuisce.

«Allora è deciso»

«Sul serio?» Gli occhi di Can brillano.

Io voglio te,  Tu vuoi me?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora