Capitolo 11

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Era passata finalmente una settimana, e Ciro aveva finito la sua punizione, Dopo due giorni di isolamento tornare in cella e fare le attività regolarmente non fu' molto facile, perché questo significava incontrare di più Federica. Non si parlarono per niente, ogni tanto si osservavano da lontano e stavano bene attenti a non stare vicini, insomma si evitavano come la peste, ma per entrambi quella situazione non fu' semplice. Ciro cercò di non pensarla tanto, si buttò invece sui suoi piani. Quando un paio di giorni prima ai colloqui la madre gli disse che la spedizione a Roma era andata bene ne fu' felice.

Federica passò la settimana tranquillamente. Era quasi un mese che si trovava là dentro, non riusciva a crederci, all'inizio credeva che non sarebbe resistita un giorno, invece aveva usato tutta la sua forza per ambientarsi in un luogo completamente sconosciuto. Rafforzò molto il suo rapporto con le amiche, tanto da raccontare il perché si trovasse lì, passo dopo passo. Naditza e Silvia furono scioccate nel sapere che la madre subiva violenza e che lei stessa stava per essere violentata dal patrigno. Per quanto riguardava Filippo passavano diverse ore insieme a suonare, lui si sentiva bene solo quando stava con lei. In quella settimana Filippo cercò di farsi più amico Ciro e la sua banda, sapeva che tutto quello era sbagliato, ma era l'unico modo per sopravvivere prima dell'udienza.

I ragazzi e le ragazze si trovarono tutti nel laboratorio di ceramica, e dopo che Teresa aveva dato loro le indicazioni su cosa si sarebbe fatto oggi, maschi e femmine si munirono di argilla. Quello che si sarebbe fatto oggi era creare con l'argilla dei vasetti. Edoardo dopo aver preso il suo pezzo di argilla, si avvicinò a Teresa e dopo averla stuzzicata un po', la portò in un angolo e le regalò una collana. La giovane ragazza era felice di ricevere quel regalo. Teresa era una ragazza ingenua e buona, e le attenzioni di Edoardo, se pur cercava di mostrare che non gli interessassero alla fine si vedeva sempre un piccolo sorriso su ogni cosa che il giovane don Giovanni diceva o faceva. Quello che stava nascendo tra loro era un amore puro e genuino, i due non si facevano la guerra, ma passavano quel poco tempo insieme a chiacchierare e a conoscersi, Edoardo sapeva essere un vero romantico quando voleva, la cosa però che più di tutti caratterizzava in negativo Edoardo, era il fatto che fosse un gran bugiardo, perché anche se i sentimenti che provava per lei erano veri, le aveva mentito sulla cosa più importante, era fidanzato e la sua ragazza aspettava un bambino.

Il giovane Conte dopo averle dato un bacio sulla fronte tornò al suo posto di fronte a Federica che stava parlando come sempre con Filippo. "Fedèrì, e' teng datò a' collanà, le è piaciutà, ha fatto nu' sorrisonè, ognì vota ca' sorrìd me innamòr e' cchiu'." Affermò Edoardo con gli occhi innamorati. Federica scosse la testa e rise.

"Povera Teresa, guarda a chi le tocca come innamorato." Lo prese in giro la mora e lui le tirò un pezzettino di argilla. Edoardo e Federica stavano diventando buoni amici, non avevano ovviamente il rapporto che lei aveva instaurato con il chiattilo, però si trovano spesso a parlare e a scherzare, in più Edoardo si faceva consigliare molto spesso da lei durante le ore di ceramica.

Ciro quel giorno si annoiava a morte a partecipare al corso, perciò preferì stare fuori nel campetto da solo. Colse l'occasione di essere solo per prendere il pallone e palleggiare per tutto il campo. Erano diversi mesi che non giocava a calcio con gli altri detenuti, solitamente si limitava a guardarli seduto su una panchina, ma quel giorno ebbe lo sfizio di giocare, così decise di chiamare Edoardo per giocare con lui come facevano all'inizio della loro amicizia là dentro.

Entrando nella stanza si accorse che il giovane Conte stava seduto parlottando con Federica. Si avvicinò a loro e non degnò di uno sguardo la mora, si concentrò solo sull'amico.

"Edùà, vienì fori cu me, pazziamm nu' pò'' a pallòn." Disse Ciro sistemandosi i capelli.

"Ch re Cirù, Mo bbuo' giocare a pallonè? e ca' è successò?" Scherzò Edoardo. Se questa affermazione l'avesse fatta qualsiasi altra persona probabilmente Ciro l'avrebbe preso dal collo e lo avrebbe rimesso a posto, quindi questa era la prova che Edoardo era l'eccezione, con lui chiudeva un occhio su ste cose, ma quando stava incazzato non guardava in faccia nessuno, nemmeno lui.

C'sta o Mar for!-Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora