Capitolo 12

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Il giorno dopo i ragazzi e le ragazze si trovarono in classe. La professoressa aveva annunciato che sarebbe venuto un suo ex alunno diventato professore a farci una lezione particolare. Quando entrò un uomo sulla trentina, tutti si fermarono e lo squadrarono. Walter Bianchi, così si chiamava, aveva dei capelli sul castano chiaro e degli occhi scuri, portava una barba corta e la sua postura era dritta e snella. Aveva l'aria snob sia dalla camminata che dai vestiti, un completo molto elegante e costoso, ma non aveva l'aria antipatica. Dopo aver salutato la professoressa Amelia si presentò ai ragazzi.

"Buongiorno, come vi ha già annunciato la vostra professoressa oggi sarà una lezione un po' particolare. Io mi chiamo Walter Bianchi, e ho avuto il piacere di essere alunno della prof Amelia al liceo. Sapete, lei mi ha fatto così tanto appassionare alla sociologia, che ho deciso di laurearmi in quello." Iniziò il giovane Bianchi. Era sempre stato un ragazzo studioso e determinato, e la sociologia era la materia che più lo appassionava al mondo.

"Ma ca' sfaccìm è a' sociolgià, Edùà, tu ca' si bravò, me o' bbuo' ricere tu?" Ovviamente quello che prese parola fu' Toto, che seduto al secondo banco davanti Edoardo, si girò per prenderlo in giro.

"Bella domanda, come ti chiami tu?" Il professore si appoggiò al banco di Federica chiedendogli prima il permesso, e indicò il rossiccio chiedendogli il suo nome. Quando Totò si presentò con la sua classica aria da sbruffone fece ridere l'intera classe.

"Sai totò, La sociologia è la scienza sociale che studia i fenomeni della società umana, indagando i loro effetti e le loro cause, in rapporto con l'individuo e il gruppo sociale." Ovviamente Totò come la maggior parte dei ragazzi non capì mezza parola.

"Vi spiego meglio, parlare di sociologia significa che io studio i comportamenti che le persone hanno in società, la società saremmo tutti noi. Posso passare dall'analisi di brevi contatti tra sconosciuti per strada allo studio di processi sociali globali, come le rivoluzioni, le guerre, i progressi e tante altre... Ma riguarda anche voi giovani, si parla anche di moda, bullismo, precessi di socializzazione tra ragazzi, la vita quotidiana, la famiglia" I ragazzi stranamente stavano iniziando ad interessarsi a quello che il signor Bianchi stava spiegando, tutti tranne Ciro che si stava annoiando a morte, aveva le gambe ben stese sul banco e stava per accendersi una sigaretta. Solitamente era sempre seduto composto, ma quel giorno le parole di quell'uomo lo stavano talmente annoiando che si sarebbe addormentato da li a poco.

"Vedo che lei è molto interessato alla mia spiegazione." Walter si rivolse al giovane Ricci con pacatezza, come era suo solito fare, era la prima volta che andava in un carcare a spiegare la sua materia a dei detenuti, quindi si aspettava che a qualcuno potesse annoiare la sua materia. Federica si voltò come tutti per capire con chi stesse parlando il professore, e quando vide Ciro ben comodo che fumava, gli venne l'imputo di schiaffeggiarlo. Poteva capire che una materia, soprattutto a uno come lui, non potesse interessargli, ma non riusciva a tollerale la maleducazione e l'arroganza nel mettere i piedi nel banco e fumare tranquillamente ad occhi chiusi, era un mancato rispetto. "Il tuo nome?" Domandò poco dopo non ricevendo risposta dal moro.

"Va bene ragazzo senza nome, facciamo una cosa, vieni qua, c'è un bel banchetto libero." Indicò il banchetto affianco a Federica.

"Profèssò, ma si pure lei ha fatto intendèr ca' nun song interessàt a' lezionè, sicond te me alzò e vengò là ad ascoltare ancora più vicino cheste cazzatè?" Il giovane Ricci aveva perso la pazienza, sto tipo gli stava sulle scatole.

"Si, cinque minuti soltanto, facciamo un bella discussione io e te, poi potrai tornare al tuo posto e dormire quanto vuoi." Rispose il professore. Ciro sbuffò e si alzò. Fece qualche passo e si appoggiò al banchetto indicatogli dal professore.

C'sta o Mar for!-Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora