Capitolo 35

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"Che vuoi fare Ciro?" Domandò il comandante allarmato.

Ciro stava iniziando a tremare. Il comandante allungò una mano distinto per prendergli la pistola. "Comandà non faccia un'altro passo o sparo." Massimo alzò le mani in segno di resa, ma continuò a parlare.

"Perché Ciro? Perché mi stai puntando una pistola addosso? Io posso aiutarti Ciro, tu puoi cambiare." Massimo era sincero, poteva e voleva davvero aiutarlo.

"Non capisce comandà." Le mani gli tremarono ma non perse la presa della pistola.

"Io ti capisco, lo so che non è facile. Ma ci sta Federica là dentro, la ragazza che ami, io so che la ami, e lei ha bisogno di te, non che tu faccia cazzate. Tu non sei accusì uaglio, me lo hai dimostrato tante volte in questi ultimi mesi, per favore non fare cazzate."

"Se non l'ammazzo, uccidono a me." Confessò Ciro. Una lacrima solitaria gli bagnò la guancia destra. Massimo chiuse per un secondo gli occhi e sospirò.

"Non lo faranno, fidati di me, non ti accadrà niente, ti proteggerò. Ti giur, dovranno passare sul mio cadavere per farti qualcosa. Ma se tu mi uccidi mo non vedrai mai più la luce del sole fuori dalla cella, non vivrai mai più, è questo che vuoi? Vuoi questo futuro con Federica?" Chiese.

"Io non me teng futur cu iss. Quando si sveglierà verrà scarcerata e si farà la sua vita, io sarò sempre intrappolato qui con la mia famiglia, a fare il camorrista, lo sa come funzionano queste cose."

"E invece ti sbagli, lei non ti abbandonerà, e tu non farai la fine di un camorrista che muore giovane e ammazzato. Tu avrai un futuro bello, to giur, mi impegnerò affinché sia così, ma ti prego non prendere quella strada, sei ancora in tempo, puoi ancora essere migliore, dammi la pistola, non ne farò parola con nessuno." Le parole del comandante rassicurarono Ciro. Lui non voleva ucciderlo, lui non voleva più uccidere nessuno, né farà la vita per cui da piccolo è sempre stato istruito ad avere, voleva solo essere libero e stare con la sua Federica.

Abbassò l'arma. La gettò a terra e prima di cadere in ginocchio a piangere il comandante gli si lanciò incontro per stringerlo in un abbraccio paterno. Tra le sue braccia Ciro si sentì protetto, sembrava un bambino. Si fece cullare dai sussurri di rassicurazione del comandante e insieme restarono stretti in quel abbraccio per diversi minuti.

I giorni passarono, ma Federica continuava a non svegliarsi.

Dopo l'accaduto, Ciro venne riportato contro voglia in carcere, non poteva rimanere lì tutto il tempo. Il comandante aveva preso la pistola con cui Ciro aveva sparato a Tiziana. La consegnò come ulteriore prova. Quella che doveva essere un ulteriore condanna per il ragazzo, venne vista invece come un salvataggio. Non solo aveva salvato una ragazza, ma aveva anche fermato una psicopatica che in passato aveva fatto tanto male.

Fabrizio Nanni era stato informato dell'accaduto. Non era rimasto sconvolto nello scoprire che la moglie fosse morte, era solo arrabbiato perché sapeva che non aveva più scampo, avrebbe perso la causa che si sarebbe tenuta il mese prossimo.

Una volta tornato in carcere Ciro si era chiuso in se stesso. Edoardo lo aveva stretto forte e gli aveva chiesto cosa fosse successo. Dalla bocca di Ciro non uscì nemmeno una parola. Le guardie lo portarono a cambiarsi e farsi una doccia. I vestiti sporchi del sangue di Federica e di Tiziana vennero prelevati per essere analizzati.

Era il nono giorno da quella terribile notte. Federica era stabile ma non si svegliava, e questo faceva stare in angoscia tutti. Il comandante aveva promesso a Ciro che lo avrebbe portato in ospedale ogni giorno per salutare Federica. Massimo stava violando molte regole per quel ragazzo. La direttrice però lo appoggiava per due motivi. Il primo perché sentire la sua voce avrebbe potuto svegliare Federica, e per secondo perché Ciro non doveva perdere quel briciolo di speranza per un futuro migliore e diverso da quello a cui era sempre stato abituato.

C'sta o Mar for!-Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora