Capitolo 26

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Avevano appena fatto l'amore per la prima volta, e ora, dopo aver indossato l'intimo, si ritrovarono ancora stesi in riva al mare a coccolarsi mentre guardarono il tramonto.

Ciro era seduto dietro di Federica, e la stringeva a sé facendo appoggiare il suo petto alla sua schiena. Qua e là le lasciava umidi baci, mentre lei chiudeva gli occhi e dimenticava tutto il resto, erano solo loro due, nessun'altro.

"Cazzo, mio padre." Federica si era bruscamente allontanata dal moro per raggiungere la sua borsa lasciata sullo scoglio alto. Ciro confuso, si girò a guardarla.

Quando Federica riuscì a sfilare il telefono dalla borsa notò ben due chiamate dal padre, una da margherita e più di 10 messaggi. Compose velocemente il numero del padre mentre si sbatteva una mano in faccia, aveva seriamente scordato il resto. Ciro si alzò e la raggiunse alzando un sopracciglio alla ricerca di risposte, ma Federica era troppo impegnata a sperare che suo padre le rispondesse al telefono.

"Fede, ma dove sei? Stavo per chiamare la polizia, sono ben 3 ore che ti chiamo e ti cerco per tutta Napoli." Vittorio era visibilmente agitato e soprattutto arrabbiato.

"Papà, tranquillo, sto bene, te l'avevo detto che volevo passare del tempo per me, e soprattutto con la mia amica." Mentì e al moro spuntò un sorriso, sapeva essere un'ottima bugiarda.

"Vuoi dirmi chi è questa ragazza? E dove siete? Ti voglio a casa per cena, sono già le otto, te ne sei resa conto?"

"Si papà, tranquillo, una mezz'oretta e sono a casa, siamo andate a farci un bagno a mare, puoi tornare a casa, torno presto." Mille raccomandazioni si fecero largo nelle orecchie di Federica, che era esausta di sentire le ramanzine del padre.

"Che re, da quando so na tua compagna?" Domandò divertito davanti a lei con le braccia conserte e ciuffi stranamente disordinati che bagnati facevano scivolare delle goccioline sul petto tonico ricoperto da un boxer nero, Federica non pote' riconfermare quanto fosse bello, ma era anche dannato.

"Hai finito di scherzare? Piuttosto, mi sa che mi devi riportare a casa, prima che a mio padre venga un infarto." Ridacchiò lei e non riuscì a non buttarsi tra le sue braccia per dargli l'ennesimo bacio, erano come una droga di cui non sapevano farne a meno nessuno dei due.

Si vestirono tra battutine e altro, per niente a disagio di quello che era successo poco prima tra loro. Avevano fatto l'amore, ed era stato bello, probabilmente la cosa migliore che avesse fatto fino ad ora, e nessuno dei due si era pentito, per ora.

Quando il giovane Ricci accompagnò la mora fino a poco prima di casa sua, fece fatica a lasciarla andare, avrebbe voluto passare la notte con lei. Lei gli scioccò un bacio veloce e si voltò per raggiungere casa sua.

"Pccrè." Quando Ciro la chiamò, lei si voltò incitandolo a continuare. "Nun pozz sta tutta a notte senza e te, ci virimm arrop?"

"Cì ma sei pazzo? Che gli dico a mio padre? Esco di sera papà, torno domani mattina?"

"E mica glielo devi dire a papà tuo, dopo mangiato, verso le 23, ti veng a piglia." Lui scese dal motorino e la raggiunse per accarezzarle la guancia destra.

"Cì dai." Sospirò lei combattuta, ogni fibra del suo corpo voleva stare con lui.

Ciro posò le sue labbra su quelle di lei e iniziò a mordicchiarla per stuzzicarla, voleva convincerla ad ogni costo.

"Ci stai cu me o no?" Domandò tra un morso e un altro. Lei annuì e lui sorrise. Federica si aggrappò a lui e intrecciò le sue gambe alla sua vita, e ci vollero più di cinque minuti per staccarsi, non avrebbero sprecato tempo, anche un secondo era prezioso, infondo la sera dopo sarebbero dovuto tornare all'IPM, e quel senso di libertà non lo avrebbero più avuto.

C'sta o Mar for!-Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora