Capitolo 32

2.8K 78 26
                                    

Il comandante si mise alla guida, Ciro seduto affianco a lui, stringeva i pugni e li sbatteva ripetutamente sui denti.

"Allor, quando è stata l'ultima volta che hai visto Federica, agg sapì tutti i dettagli." Massimo sapeva di loro due, ormai all'ipm era una cosa ben nota, sarebbe stato impossibile che in quei due giorni di libertà non si fossero visti nemmeno una volta.

Il giovane guardò il comandante e sospirò profondamente, stranamente decise di parlare.

"Ieri pomeriggio siamo stati insieme, abbiamo fatto un giro col motore e siamo scesi abascià, ci simm fatt nu bagn', poi l'agg accumpagnata a casa soja." Non era entrato proprio nei dettagli, ma a giudicare dall'espressione del comandante, Ciro notò che avesse capito.

"Solo questo? Non l'hai vista più?"

"Si, sono andato a casa sua, erano le undici passate, suo padre nun o sapeva, è uscita di nascosto, non si sentiva pronta a dirgli di noi." Si pentì subito di quella frase, sapeva che tutti erano a conoscenza del rapporto con Federica, eppure si imbarazzava tanto a esternare i suoi sentimenti, soprattutto davanti al comandante. Si schiarì la voce, intanto Massimo svoltava a destra per prendere la via del mare. "E' venuta con me a ballà, l'agg vista felice, e poi siamo tornati in uno dei miei appartamenti, abbiamo dormito nu pocu, l'ho riaccompagnata a casa, non l'agg chiù sintuta da allora."

"Ti piace veramente chilla guagliona?" Massimo stava cercando di distrarre Ciro, certamente non potevano fare niente, se ne stava occupando la polizia della ricerca della giovane, ma sapere quelle informazioni sarebbero state unitili per il comandante. Il punto fisso del moro era trovarla, non lo stava dimenticando, però parlare di lei con proprio il comandante dei suoi sentimenti, fece nascere un ulteriore pensiero dentro alla sua testa, il padre gli aveva ordinato di ucciderlo, aveva solo una settimana a disposizione, ma come avrebbe potuto farlo? Odiava ammetterlo ma quell'uomo aveva fatto tanto per lui, riconosceva che nonostante fosse una guardia del cazzo, era un brav'uomo, teneva una famiglia... Guardò fuori dal finestrino il cielo ormai scuro, erano le nove e mezza di sera, sarebbe stata una lunga nottata, non sarebbe mai tornato in ipm senza averla trovata, era una promessa, piuttosto avrebbe ucciso tutti. "Allor? Rispondi." Si era così tanto perso tra i suoi pensieri che aveva dimenticato di rispondere. Verità o bugia? Verità o bugia? Continuava a ripetersi, ma infondo cosa restava ancora? Sfogarsi non gli avrebbe fatto male.

"Assaj comandà, le vògghju bene assai." Al comandante spuntò un piccolo sorriso, vedere come anche uno come Ciro, potesse sciogliersi di fronte all'amore, aumentò la speranza al comandante che anche il giovane Ricci poteva salvarsi dai codici camorristi della sua famiglia.

"La troveremo Cirù, te lo giuro, tornerà a casa sana e salva, me lo sento." Ciro volle credere alla forte speranza del comandante. "Non la perderai."

"Comandà, l'importante che torni a casa sana e salva, per il resto, io l'agg già pers."

"Che vuò ricerè?" Ciro si morse la lingua, stava parlando assai, non poteva di certo dirgli che da lì a poco avrebbe dovuto ucciderlo per continuare a stare con la sua famiglia. "Cirù, guardm." Fermò la macchina così da potersi dedicare completamente al ragazzo che aveva di fianco. Ciro non riusciva a guardarlo negli occhi, non riusciva a trovare più la freddezza che fin da piccolo lo aveva distinto, era la sua migliore arma il controllo, ma da quando aveva conosciuto Federica lo aveva piano piano perso, quello che era ora, era sempre Ciro, solo un'altra parte di lui, minuscola, nascosta per bene nel suo cuore di marmo. "T'agg ditto guardm guaglione." Con il braccio destro prese il mento di Ciro e lo fece ruotare in sua direzione, Massimo aveva appena intravisto un briciolo di speranza, non poteva farselo scappare, voleva salvare anche lui, soprattutto lui, era solo un ragazzino a cui ero stati insegnati valori sbagliati.   Il moro a quel punto fu' costretto a guardarlo negli occhi, i sensi di colpa che continuavano a salire. "Non ricere accussì, se ci tieni tanto come hai detto, allora glielo devi dimostrà. Non mollare adesso."

C'sta o Mar for!-Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora