capitolo 30

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La madre di Federica, o meglio, la donna che aveva ingannato tutti quanti sulla sua presunta maternità, aveva architettato con la sua mente malata ogni cosa. Dopo aver colpito Federica, l'aveva trascinata a peso morto sulla sua macchina, con l'intenzione di portarla in un vecchio rifugio in campagna, fuori Napoli, all'insaputa di tutti, nessun avrebbe dovuto fermare i suoi piani.

Il colpo alla testa aveva fatto uscire del sangue sul lato destro, si trattava fortunatamente di una ferita superficiale, il peggio doveva ancora venire. Erano trascorse ormai due ore dal rapimento. Tiziana appena arrivata a destinazione, aveva legato con una catena il piede destro di Federica ancora incosciente, accanto al suo corpo svenuto c'era un vecchio materasso, la stanza sarebbe stata completamente buia se non fosse stato per una finestrella sulla parete alta, era chiusa.

Uscì dalla stanza e si diresse di nuovo in macchina, doveva farla sparire il più velocemente possibile. Intanto Federica stava riprendendo i sensi. Non appena aprì gli occhi si ritrovò legata, provò con le poche forze che le erano rimaste a divincolarsi, doveva uscire da e chiamare aiuto, ma ormai aveva perso le speranze, era convinta che avrebbe avuto un tragico destino, non aveva nemmeno potuto dire addio alle persone che amava di più...

Lacrime salate bagnarono il volto pallido e stanco della giovane, era assetata, stanca e confusa. Continuava a chiedersi il perché, come aveva fatto a non capire, come avevano fatto gli altri a non capire chi fosse veramente quella donna. Tamponò come poté la ferita alla testa, ed esausta si rannicchiò nel vecchio materasso aspettandosi il peggio.


Il moro sfrecciò con il suo motorino per arrivare prima possibile all'ipm. Aveva paura, perché l'aveva lasciata sola? Perché non le aveva risposto? Perché non aveva lottato per lei? Cercó di controllare i suoi pensieri, magari si era solo isolata dal mondo e aveva spento il cellulare, non poteva pensare al peggio subito, eppure era così, sentiva nell'aria che qualcosa non andava affatto bene.

Due pattuglie di polizia erano davanti al carcere, Gennaro parlava con quello che aveva riconosciuto come il padre di Federica, poco più in là una donna aveva le lacrime agli occhi, sembrava molto preoccupata. Ciro spense il motore e si avvió a grandi falcate di fronte al padre di Federica.

"Aró sta Federì?" Il suo tono era un mix tra l'aggressivo, il preoccupato e l'arrabbiato, soprattutto contro se stesso. Vittorio Valli indietreggiò spaventato da quell'aggressività. Aveva già visto quel ragazzo, proprio dentro il carcere, dedusse che conoscesse sua figlia.

"Ciro statt' calm, se ne sta occupando la polizia." Gennaro si frappose tra i due, conosceva il detenuto, e aveva paura di una possibile sua azione non verbale, aveva più volte visto i complici sguardi tra lui e Federica, ma non aveva mai fatto niente per paura. Toccò la maglia del giovane detenuto per farlo indietreggiare.

"Lievit i mani in cuoll." Si era alterato lui. "Voglio sapè dove sta mo mo." In quel momento la macchina del comandante arrivò. C'era abbastanza panico tra tutti presenti. Il padre di Federica che non aveva ancora avuto il coraggio di dire qualcosa.

"Che sta succedendo qua?" Massimo si avvicinò, rivolgendosi direttamente a Vittorio.

"Federica è uscita di casa ore fa, doveva andare dalla madre, ho provato a chiamarla più volte dopo un po' che ancora non rientrava. Il cellulare spento. Sono corso a casa di Tiziana, non c'era ombra di nessuno. Ho chiamato la polizia, pare che non si hanno tracce di entrambe da ore, sono entrato in quella casa e ho trovato delle prove sconcertanti. Sul tavolo della cucina c'erano le prove che Federica non fosse sua figlia, mia figlia. Poi c'era del sangue a terra, la prego comandante trovatela e riportatela a casa." Vittorio stava piangendo disperato. Ciro era rimasto fermo, per un secondo si era perso nel vuoto, dopo aver sentito la parola sangue.

"La troveremo." Massimo avviò Le squadre di ricerca, avrebbe trovato quella ragazza viva e salva, era una promessa che si era fatto a se stesso.
"Ciro il tuo permesso è finito, ritorna dentro, ti prometto che ti farò sapere tutto."

"Comandà state pazziando? Io non me ne torno là dentro finché non so che Federica sta bene." Aveva sputato queste parole aspre verso in comandante, se era necessario sarebbe evaso dal carcere al costo di trovare la ragazza che amava. "Vi prego fatemi aiutare, io la amo comandá, non posso perderla." Lo aveva appena detto ad alta voce, di fronte a moltissime persone, tra cui suo padre, ma non gli importava, era disperato, non avrebbe vissuto un giorno in più se non avesse fatto qualcosa.

"E vabbuó, ma devi fare chillu ca ti ric'i ij."


Tiziana era di ritorno in quella baracca. Aveva preparato un pezzo di pane duro e un pò d'acqua per quella che non era sua figlia, ma che per Tiziana le aveva rovinato la vita in tutti i sensi, se non poteva riavere indietro suo marito, allora al diavolo ogni cosa, l'avrebbe fatta soffrire molto, per poi ucciderla, non le importava più niente della sua vita.

Entró nello scantinato e vide Federica singhiozzare, era sveglia quindi, sorrise perversamente.
"Buongiorno figlia ingrata, ti ho portato un po' di cibo e acqua." Aveva lasciato il piatto e la bottiglietta d'acqua di fronte alla giovane, che afferrò subito l'acqua e ne bevve un sorso.
"Potresti almeno ringraziarmi, ti sto nutrendo e sfamando hai visto? Non sono poi così una mamma terribile, tu che dici?"

Federica alzò gli occhi per guardare quel mostro, gli tirò quel pane duro da giorni che sembrava una pietra addosso. Tiziana sorrise ancora di più. "Ti starai chiedendo cosa ci facciamo qui. Beh dato che non hai voluto ascoltare i consigli della tua amata mammina, ed è ormai troppo tardi per cambiare idea, ho deciso di farti passare un minimo quello che ho passato io nella mia esistenza e poi si, perché no? Ucciderti. Giusto per il gusto di vedere la mia rovina lasciare questo posto. Finalmente aggiungerei."

Federica era angosciata, non aveva nemmeno più lacrime, aveva moltissima paura di quello che sarebbe successo da lì a poco, ma non poteva non mostrarsi forte, glielo aveva insegnato Ciro, non poteva arrendersi, avrebbe lottato con le unghie e con i denti fino al suo ultimo respiro se fosse stato necessario, e voleva farlo capire a quella donna che aveva davanti a lei.

"Vuoi uccidermi? Bene. Non avrò paura della morte, perché so che quando ti troveranno avrai anche tu quello che ti meriti e che una volta morta sarai il più possibile lontano da me. Sai perché dico questo? Perché posso aver commesso tutti gli sbagli del mondo ma non sarò mai un mostro, e la gente come te non potrà che andare nel girone peggiore dell'inferno, lì troverai quel bastardo di un animale che è tuo marito Fabrizio, non sei contenta? Passerete il resto dei giorni a soffrire insieme? Molto romantica come cosa." Voleva farle male.

"Io almeno avrò qualcuno affianco a me, non si può dire di certo la stessa cosa di te. Il tuo amore ha scelto la camorra a te." La mora sbiancó, ripensó subito alle parole che le aveva detto prima di colpirla alla testa... aveva accettato di uccidere il comandante, aveva accettato di lasciarla andare senza lottare...
Il cuore le si spezzò per la milionesima volta.

"Cos'è tesoro, non fai più la spavalda? Ho toccato un tasto debole vero? Ti ho anche portato le prove di quello che dico." Tiziana mostrò alla giovane le foto in cui ritraevano Ciro e suo padre. Erano gli abiti che indossava l'ultima volta che lo avevano visto. Si vedeva benissimo che il padre del giovane stava mettendo in mano una pistola, nella seconda foto lui la mise di dietro ai pantaloni. "Riposati tesoro, rimugina su quanto anche il tuo di amore andrà all'inferno, probabilmente come hai detto tu, non sarà con te, magari capita nel mio stesso girone." Tiziana chiuse la porta dietro di se, lasciando Federica in un pianto isterico. Ora si che le erano ritornate le lacrime.

Spazio autrice
Lo so, sono scomparsa per tantissimo tempo, mi dispiace. State guardando mare fuori 2? Vi manca Ciro? A me tantissimo. Ho avuto un forte blocco, che sta passando man mano che vedo le puntante. Che ne pensate del capitolo? Come finirá questa storia? Ci vediamo presto🥰

C'sta o Mar for!-Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora