Capitolo 34

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Farsi scappare Ciro non era il problema più importante per il comandante e la direttrice. Massimo aveva provato a raggiungerlo, fallendo miseramente, ed era ritornato affaticato. Paola aveva aiutato Lino a rialzarsi, porgendogli un fazzoletto per asciugare il sangue che fuoriusciva dal labbro inferiore.

"Non sono riuscito a prenderlo, è stato più veloce, mi è scappato." L'uomo diede alcuni pugni al copertone della sua auto furioso.

"Non è stata colpa tua, siamo stati troppo sciocchi ad abbassare la guardia così con uno come lui. Adesso però bisogna ritrovarlo e portarlo immediatamente in carcere." Paola aveva cercato di rassicurare l'uomo per cui stava iniziando a provare dei veri sentimenti, ma che si ostinava a nasconderli a tutti, soprattutto a se stessa.

"No. Lo conosco, sta andando veramente a cercare Federica dove hai detto tu che può essere finita. Non è il nostro problema più importante, prima dobbiamo cercare la ragazza. In quanto a Ciro, avviserò alcuni agenti fidati e discreti per cercarlo lì. Mo andiamo." Massimo entrò nella macchina dopo aver salutato Lino e aver chiamato Gennaro per accompagnarlo in infermeria.

Durante il viaggio nessuno dei due osò parlare. La direttrice guardava dritto davanti a se con la sua solita postura rigida. Massimo si permetteva di osservarla di sottecchi ogni tanto, non riusciva però nemmeno a guardare quanto fosse bella, aveva la testa solo al ritrovare Federica sana e salva e riacciuffare quel piccolo delinquente. Si, aveva detto di conoscerlo, era più che sicuro che il moro sarebbe andato nel luogo dove era stata ritrovata quella presunta macchina, quello che lo preoccupava era che poteva farsi trovare armato, compromettendo ancora di più la sua fedina penale.

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Federica non aveva più forze. Cercava disperatamente di uscire da quelle campagne e trovare la strada ma ancora niente. Decise comunque di non arrendersi. Dopo vari minuti di cammino trovò finalmente una strada mal messa e buia. Era già qualcosa. La speranza stava iniziando e ricrescere dentro di lei. L'avrebbero trovata prima di Tiziana, si, ce l'avrebbero fatta, continuava a ripetersi delirante. Stava per crollare a terra in mezzo alla strada, quando intravide una mal messa cabina telefonica. Si avvicinò quasi strisciando sulle sue stesse gambe. Nella tasca posteriore dei jeans aveva ancora dei soldi spicci rimasti dal giorno prima. Quando raggiunse la cabina telefonica inserì i soldi e digitò il numero di Ciro, ormai lo ricordava a memoria. Il telefono prese a squillare.

Ciro stava raggiungendo le campagne dove ci sarebbe dovuta essere la sua Federica quando ad un tratto il suo cellulare iniziò a squillare. In un primo momento non volle nemmeno guardare per scoprire chi fosse, ma visto l'insistenza della durata della chiamata, prese il telefono e osservò che fosse un numero sconosciuto.

"Pronto?" Domandò. Dall'altra parte c'era silenzio, quando fece per attaccare però udì un lamento. "Pronto? Chi parla?"

"Ciro" La sottile voce che lo aveva chiamato era Federica, ne era certo.

"Federì? Aro stai?" Il cuore gli prese a battere più velocemente, era viva.

"Ciro aiutami ti prego. Sono dispersa in qualche campagna, sono sull'uscio della strada vicino a una cabina telefonica, non ho forze, lei mi sta cercando verrà a prendermi." Stava singhiozzando.

"Pccrè, non devi avere paura, sto arrivando, stai dove sei e non fare rumore" Stava per continuare a parlare per cerca altre informazioni più dettagliate ma la chiamata si interruppe bruscamente perché il credito era finito. Ciro imprecò e aumentò la velocità.

Federica era rimasta esattamente dove Ciro le aveva detto di restare. Aveva la schiena appoggiata alla cabina e continuava a premere la mano sul fianco destro insanguinato. Se la madre l'avesse trovata non avrebbe avuto la forza di muoversi da la, era esausta. Ciro doveva trovarla al più presto o sarebbe morta dissanguata.

C'sta o Mar for!-Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora