Capitolo 28

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Federica era appena arrivata davanti alla casa dove mesi prima, aveva sparato a Fabrizio Nanni, dopo un suo tentato stupro. La pelle d'oca che aveva, la fece rimanere ferma per più di dieci minuti, si stava già pentendo di essere andata da sua madre.


Erano le sei del pomeriggio, e tra meno di tre ore, sarebbe dovuta tornare all'istituto, ma non sarebbe potuta tornare, non prima di vedere in faccia la madre, e sentire cosa ancora aveva da dirle. Alla domande del padre, un'ora e mezza prima, Federica aveva risposto si con la testa, aveva composto il numero della madre, e si erano accordate dove e quando vedersi. Alle 6 in punto a casa, ti aspetti lì Federica. Queste erano state le parole della madre. Si vestì in fretta, il padre insistette nell'accompagnarla, ma la giovane Valli, rispose che doveva andare da sola, era una cosa tra lei e la madre. Tuttavia, nel tragitto, provò a richiamare per la milionesima volta Ciro, invano. Il moro non le rispondeva, e l'agitazione era sempre più alta, aveva seriamente paura che avesse commesso qualcosa di sbagliato, o che gli avesse fatto qualcosa.


Adesso, davanti alla porta Voleva veramente lui al suo fianco, voleva la sua mano calda che le stringeva i fianchi, sussurrandole che c'era lui con lei, che era solo un brutto ricordo del passato, ma Ciro non era lì, ce l'avrebbe dovuta fare da sola, così strinse i pugni, sospirò pesantemente e bussò alla porta. Era grande e ben sistemata, il salotto era spazioso, un grande divano era posizionato in mezzo, e il gran camino di fronte, rendeva quella stanza vintage. Era lì che era avvenuto tutto, quella notte del 13 aprile, lì Federica aveva finalmente avuto il coraggio di reagire contro il padrigno, e aveva rubato la pistola dell'uomo, che teneva in un cassetto del salone. I ricordi le si posizionarono negli occhi, provandole un dolore lancinante, ma cercò con tutta se stessa di reprimerlo, doveva solo essere forte, mancava veramente poco alla resa finale.


"Come stai Federica?" Quando le due donne raggiunsero la cucina, si sedettero l'una di fronte all'altra.


"Beh mamma, considerato che sono chiusa in un carcere da tre mesi, credo proprio che non sto bene, soprattutto adesso, dato che mi trovo in questa casa, la stessa dove quel bastardo ha tentato di stuprarmi, tuo marito giusto? Quello che ti ha sempre picchiata e trattata come una schiava." Sputò velenosa. La madre sorrise tristemente.


"So che sei arrabbiata con me, ma non capisci un bel niente, se testimonierai a favore di Fabrizio, ti tirerà fuori, questo posso giurartelo, poi te ne andrai dove vorrai, ti chiedo solo questo favore Fede, tu puoi perdonarlo, lo sai che non ha mai toccato te, era ubriaco, non l'avrebbe mai fatto."


"Ancora con questa storia? non mi vedi da quanto? Un mese? Due? e la prima cosa che fai, è parlare di quel ribrezzo e della sua scarcerazione? Io perdonarlo? A me non mi importa se era ubriaco o meno, so solo che per intere notti non sono riuscita a dormire, perchè pensavo alle sue sporche manacce che cercavano di levarmi i pantaloni, alle grida che fin da adolescente ho dovuto sentire, ogni volta che ti tirava uno schiaffo o peggio, tutte le notti, fin quando ho conosciuto una persona, una fottutissima persona, che mi ha difesa come nessuno prima d'ora avesse mai fatto, e quando tutto stava andando di merda, mi ha sostenuta. Non lo faccio solo per me, cazzo, lo faccio anche per te mamma, ma tu sei pazza, masochista, lo vuoi ancora, e non riprenderò il discorso, te l'ho già detto quello che penso." Federica aveva perso velocemente la pazienza, come sempre, aveva una gran voglia di sfogarsi.


"Stai parlando di quel delinquente che era con te quando sono venuta a farti visita? Quello sguardo da vero assassino che mi ha guardata come a volermi uccidere? E di queste persone che ti circondi, sai almeno chi è quello? Ho fatto delle ricerche, e la sua famiglia, i Ricci, sono dei camorristi, quindi dimmi, Fabrizio, per un errore commesso da ubriaco è condannabile e una persona orribile, quel piccolo delinquente no vero? Lui è buono?"


C'sta o Mar for!-Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora